Virtus Bologna
L’affascinante storia della Virtus Pallacanestro. Trentunesima puntata.
La morte di Battilani. L’estate del giallo Ferracini. L’arrivo di Dan Peterson. La vittoria in Coppa Italia riporta la Virtus alla conquista di un trofeo.
Il 20 giugno 1973, di ritorno da uno stage federale a Forlì, l’auto su cui viaggiavano Porelli, l’allenatore e direttore scouting americano Percudani, il giovane giocatore statunitense Lademan e Battilani, storica bandiera della Virtus, finisce fuori strada all’altezza di Imola.
L’incidente in cui perse la vita Battilani, bandiera della Virtus
Il giovane muore sul colpo, Battilani poco dopo all’ospedale imolese. Battilani aveva disputato cinque campionati da giocatore negli anni Cinquanta, vincendo due scudetti, quattro da vice allenatore e uno da direttore tecnico negli anni 60 e poi negli anni 70, fino a quella tragica serata, era stato appassionato dirigente accompagnatore. Era soprannominato il “Marine”, per la sua grande dedizione alla squadra o anche “Fulmine”, per la sua abilità nello scattare in contropiede. Per anni a lui è stato intitolato il torneo di settembre con cui la Virtus si presentava ai suoi tifosi. Porelli se la caverà dopo un lungo periodo di ospedale, con qualche danno fisico non rimediabile, ma può tornare in sella alla sua Virtus.
Il giallo Ferracini conteso tra Virtus e Olimpia
Estate turbolenta, nonostante 7 confermati. Per il giallo Ferracini, conteso tra Milano e la Virtus proprietaria del cartellino con Tojo che passa all’Innocenti per 80 milioni. Turbolenta perché la Virtus ad un certo punto aveva anche pensato di avvicendare Fultz, che però viene confermato. Anche un’estate però che segnerà in maniera incancellabile il futuro delle V nere e di tutta la pallacanestro nazionale.
L’arrivo alla Virtus di coach Dan Peterson
Arriva ad allenare Dan Peterson. Porelli voleva un coach americano, sembrava ormai fatta per Rollie Massimino, ma poi all’improvviso arrivò Little Dan di Chicago, proveniente dal Cile, dove aveva allenato la nazionale. Veste in maniera vistosa, ma ha idee molto chiare: “Quel primo anno, ho voluto concentrarmi sulle cose basilari, preparazione fisica, fondamentali, difesa, aggressività, atteggiamento in trasferta, mentalità vincente, concentrazione, attitudine al lavoro“.
Sinudyne nuovo sponsor
Lo sponsor è nuovo, Sinudyne, e resterà dieci anni, segnando un’epoca. Il nuovo allenatore individua subito come obiettivo il raggiungimento del livello delle prime tre, il triangolo lombardo Milano, Varese, Cantù e anche se al primo anno le V nere perdono i sei confronti con le “grandi”, il bersaglio è individuato. Cerca di motivare la squadra anche per le gare in trasferta, facendo eliminare il premio doppio che era previsto per le vittorie lontano da casa, un modo per spiegare che tutte le gare sono importanti e difficili allo stesso modo. I risultati si vedono, i bianconeri vincono cinque gare in trasferta e altre tre le perdono di un punto.
Buoni risultati in campionato
Il campionato era cominciato male, con tre sconfitte, poi però 3 vittorie consecutive avevano dato ragione a Porelli, che anche dopo i primi rovesci non aveva messo in discussione l’allenatore. Alla fine 15 vittorie e 11 sconfitte, con la perla dei due derby vinti, e il rocambolesco successo sulla Snaidero, 92-90 dopo due supplementari, con due liberi di Benelli a tempo scaduto, sul campo neutro di Reggio Emilia, per la squalifica del campo di Bologna, in seguito ad un’invasione nella gara casalinga contro l’Ignis. Virtus alla fine quinta, lontana dalle prime tre, a soli due punti da Venezia.
La perla della vittoria in Coppa Italia
Finito il campionato c’è da disputare la finale a quattro di Coppa Italia. La Virtus c’era arrivata eliminando Livorno negli ottavi, con gara secca in Toscana, poi vincendo il proprio girone, con avversari Cantù, Pesaro e Roma. La formula prevedeva l’assegnazione di due punti alla squadra che si aggiudicava il doppio confronto. Facile liberarsi di Maxmobili e Stella Azzurra, più arduo il confronto contro la Forst. Dopo avere perso in trasferta di soli tre punti, i bianconeri misero in campo un grande carattere. Nel corso della gara si trovarono anche a più 12, poi chiusero con un vantaggio di otto punti. A Vicenza per la fase finale, semifinale contro il Saclà di Caglieris. Vince Bologna e vola verso la finale dell’indomani, contro Udine che ha sconfitto in semifinale, a sorpresa i campioni d’Italia dell’Ignis, che partivano favoriti anche se privi di Meneghin.
La finale
Il primo tempo finisce 40-40. Nella ripresa la Sinudyne funziona come un orologio e vince 90-74, conquistando la sua prima Coppa Italia e l’accesso alla Coppa delle Coppe dell’anno successivo. Le V nere, dopo 18 anni dallo scudetto del 1956, tornano finalmente a primeggiare in una competizione. Per Fultz i 29 punti in semifinale e i 28 in finale, sono gli ultimi in maglia bianconera di un giocatore che ha lasciato il segno a Bologna. Un realizzatore fantastico, 2.232 punti in 83 gare ufficiali, alla media di 26,89 a partita. Superato nettamente il record precedente che era di Keith Swagerty con una media di 18,59.
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