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Si chiude l’avventura europea della Virtus Segafredo: gara 3 dice 100-107 per l’Unics Kazan

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foto Virtus Segafredo Bologna


VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA – UNICS KAZAN  100 – 107    (21-21; 48-46; 67-73)

Virtus Segafredo: Abass 2, Pajola, Alibegovic 6, Markovic 3, Ricci 8, Adams 10, Belinelli 24, Hunter 13, Weems 8, Nikolic n.e., Teodosic 25, Gamble 1. All. Djordjevic

Unics: Brown 20, Antipov n.e., Canaan 9, Zhbanov, Wolters 17, White 22, Klimenko n.e., Uzinskii, Smith 24, Morgan 1, Holland 14, Theodore. All. Priftis

Arbitri: Radovic, Vilius, Racys

Tiri liberi: BO  32/41; KA 23/25

Falli: BO 27; KA 30

Rimbalzi: BO 25; KA 22

Tiri da 2: BO 16/26; KA 21/37

Tiri da 3 12/31; KA 14/29

Un Unics Kazan quasi irreale al tiro spezza il sogno bianconero e guadagna la finale di Eurocup in una Segafredo Arena che, così vuota, ha fatto da cornice mestissima a quella che rischia di potersi considerare la chiusura della stagione per la Virtus. La formazione di Djordjevic non ha giocato nel modo migliore questa gara 3, affrontata senza Tessitori, assente per motivi di salute, ma nel complesso arrendevole nel momento in cui viceversa si sarebbero dovuti mostrare i muscoli. Quelli li hanno tirati fuori i russi per tutta la partita, estremamente più reattivi in troppo situazioni. Ora cominceranno i processi, ci auguriamo che non diventino sommari soprattutto all’interno della società. Si vince, nello sport, e si perde. Alla fine se si incontra qualcuno di più forte ci si deve arrendere, e il campo, a di là di quelle che possono essere le opinioni personali, ha decretato che Kazan ha avuto qualcosa di più della Virtus Segafredo.  

Che inizia con Markovic, Teodosic, Weems, Ricci e Gamble; Kazan con Theodore, Canaan, Holland, White e Morgan. Il primo canestro è di un Teodosic estremamente concentrato, ma è immediata la replica di Canaan. È un batti e ribatti, perché White li emula e Teo ribadisce. Poi, è il turno di Markovic, però qui comincia una inattesa saga degli errori cui pone fine un rocambolesco tap in di Weems, fino ad ora per la verità inguardabile. Sintomatico che a questo punto si scateni una minirissa che genera un doppio antisportivo per Markovic e Morgan. La Virtus macina comunque un po’ più di gioco, l’Unics reagisce con triple pazzesche. A 3’32” dalla prima sirena entra Belinelli, sul 15-9, dopo Pajola e Hunter e prima di Alibegovic. Tra i russi sono entrati Wolters e Smith. Il nervosismo è alle stelle, le difese stringono le maglie con grande determinazione, il gioco è intenso ma non bellissimo. Un paio di tentativi di fuga dei bolognesi sono rintuzzati dai russi, cosicché il primo quarto si conclude 21 pari. Questa gara 3 ha davvero tutte le caratteristiche della finale.

Come si temeva, i russi paiono più reattivi e riescono a procurarsi secondi tiri ma soprattutto recuperano quasi tutte le palle vaganti. A 5’41” dall’intervallo, sull’azione della tripla di Belinelli del 30-29, Morgan mette male una gamba e deve uscire dolorante. Poi, un siparietto tra Canaan e Teodosic a suon di triple e trash-talking: sarebbe un guaio farsi trascinare dal nervosismo, però, mentre Belinelli inizia a segnare a modo suo. Arriva quindi il tecnico a coach Priftis, che pare il sesto russo in campo per coinvolgimento anche fisico. Un peccato, per i bolognesi, per alcuni falli che si potevano risparmiare, in una partita che è salita di tono tecnico in questo secondo quarto, chiuso 48-46. La battaglia rimane ancora tutta da combattere, soprattutto in difesa, visto che è sufficiente concedere una parvenza di spazio per vedere entrambe le formazioni arrivare a segnare. Per i bolognesi sarebbe importante pure smettere di fare falletti ingenui che la portano troppo presto in bonus, concedendo facili punti dalla lunetta agli avversari.

Si riparte come ci si era fermati a suon di canestri, alcuni dei quali incredibili. Il fatto è che un quintetto russo iperatletico sta cominciando a mettere in difficoltà quello composto da Markovic, Teodosic, Weems, Ricci e Gamble, che non riesce ad avere analoga intensità e reagisce iniziando a forzare tiri improbabili. Al 25° è un +8 Kazan, 56-64 e poco dopo arriva anche il quarto fallo (dubbio) di Markovic. La Segafredo è rientrata dall’intervallo con un approccio totalmente differente da quello della prima parte di gara. Terribile, dopo un avvio accettabile, comincia a tornare la precisione dei bolognesi dalla lunetta, loro vizio ricorrente. All’ultima sosta peraltro il divario rimane contenuto: 67-73 (con un parziale di 19-27 che descrive una partita decisamente mutata).

La tripla di Adams riporta Bologna a -3 ad inizio ultimo periodo. Risponde un fantastico canestro di Wolters, con la partita che riprende quota. È allucinante un fallo antisportivo non concesso di White su Adams, tuttavia la Segafredo trova un -2 a 6’ dalla fine. Kazan riparte allora a suon di triple e un minuto dopo è di nuovo -7. Purtroppo, la Virtus ricomincia spadellare triple mentre smette di tenere in difesa, con Kazan che viceversa i tiri li mette, forse anche perché giungono maggiormente in ritmo rispetto ai tiri cercati con iniziative individuali dai padroni di casa. Un sussulto a un minuto dalla conclusione, con la Segafredo che torna a -4, ma una tripla di Canaan da 11 metri chiude i giochi. Dopo, sono le consuete scaramucce spesso illusorie: finisce 100-107, in finale e nella prossima Eurolega andrà l’Unics Kazan, trascinata dai suoi Wolters, Canaan, Smith e compagni. D’altronde, se subisci 107 punti è difficilissimo portare a casa una partita.

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