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Aspettando Castro, intervista a Giacomo Cobianchi (MolaTV): «Santiago ha grandi potenzialità. È emerso in un contesto molto difficile»

Intervista all’esperto di calcio argentino Giacomo Cobianchi sull’arrivo di Santiago Castro in Italia, al Bologna

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Santiago Castro
Santiago Castro in azione con l’Argentina (© AFA)

Santiago Castro è certamente il colpo del calciomercato invernale del Bologna. Ne abbiamo parlato a lungo sia per le complicazioni della trattativa, sia per quello che può rappresentare per il futuro rossoblù. Dopo avervelo raccontato da un punto visto prettamente biografico, tecnico e fisico, in attesa che Castro arrivi a Bologna al termine del Torneo Pre Olimpico, abbiamo approfondito ulteriormente la conoscenza di Castro, chiacchierando con chi del calcio argentino ne ha fatto una grande passione.

Per discutere del nuovo attaccante del Bologna abbiamo contattato Giacomo Cobianchi, esperto di calcio argentino e collaboratore di Mola TV, emittente che trasmette diverse competizioni del calcio albiceleste.

L’intervista su Castro

Ciao Giacomo. Parto dalla domanda principale. Che è giocatore è Castro?

«Ciao Stefano.Castro è un attaccante che al Velez ha fatto il riferimento centrale, ma può essere più mobile. Può giocare in coppia o in un attacco a più punte. Ha dimostrato di sapersi muovere su tutto il fronte d’attacco e venire incontro. Vede la porta e sa far gol in diversi modi: ha segnato da finalizzatore puro, di testa, da fuori area, in acrobazia. Ha un repertorio completo».

A 19 anni è un talento “grezzo”, su che cosa pensi debba lavorare?

«Va plasmato per dare consistenza ed incanalare questi suoi colpi, che sono sempre molto istintivi e non ragionati. Caratteristica che, da un certo punto di vista è certamente un bene, ma bisogna incanalare queste scintille in armi e frecce al suo arco da utilizzare con costanza».

Castro è esploso nella seconda parte del 2023, in una squadra che aveva necessità di salvarsi. Ci puoi raccontare il contesto del Velez Sarsfield?

«Castro è emerso in un contesto molto difficile come il Velez dell’ultimo biennio. Ci sono stati problemi societari ed economici. E hanno dovuto procedere con le classiche dinamiche: hanno venduto immediatamente i giocatori migliori e hanno provato con qualche esperto, ma non è andata bene. Così hanno puntato sull’ottimo settore giovanile di cui dispongono. Però se nel 2022 ha fatto una buona annata, nel 2023 ha svenduto, ripartendo da un’ossatura di giocatori giovani. E così ha avuto un anno deludente rischiando la retrocessione. Il rendimento negativo ha portato a tante contestazioni, culminate nell’aggressione dello scorso luglio, in cui è andato di mezzo anche Castro. Così tanti hanno chiesto la cessione. Mentre Castro è invece emerso in questo contesto».

Anche Nico Dominguez uscì dal vivaio del Fortín, è quindi una garanzia?

«Dominguez è emerso in un contesto dove il Velez era una squadra di altro livello. Era il Velez di Heinze, uno dei più più belli visti negli ultimi 10 anni. E infatti Nico arrivò come giocatore già formato, dimostrandolo da subito anche in Italia. Castro, invece, qualcosa patirà perché è stato preso e messo in campo in un anno in cui si diceva ai giovani di andare e fare il massimo».

Torniamo al campo. Viste le caratteristiche fisiche e tecniche, si può mettere nella categoria di centravanti argentini come Tevez, Aguero, Lautaro, Alvarez…?

«Sì, Castro rientra in quel solco di centravanti. Aguero e Tevez sono al di sopra di tutti in quella categoria. Quei due, seppur diversi, sono stati il miglior modello di quel tipo di centravanti. Per la potenza di gambe di cui è in possesso Castro possiamo assimilarlo a Tevez, certo lui aveva un dribbling micidiale. Sono centravanti che non sono fisicamente “armadi”, ma non sono nemmeno la seconda punta tecnica che da solo davanti non riesce».

A Bologna arriverà in un contesto tattico in cui forse gli verrà richiesto anche di giocare lontano dalla zona centravanti. Che apporto può dare realmente al Bologna nell’immediato?

«Può essere un centravanti mobile o seconda punta con tanti gol. Finora lo abbiamo visto in un contesto in cui prima o seconda punta cambiava nulla: doveva fare gol. A me piace dire che è uscito in maniera selvatica. E si è visto il potenziale grezzo, puro. Almeno a livello di occupazione dello spazio, può sicuramente agire lontano dalla zona centrale. Difficile dire in quanto effettivamente potrebbe inserirsi all’interno dei dettami tattici di Motta. Potrebbe essere più utile usare questo periodo come ambientamento e che venga utilizzato da subentrante, dove gli viene chiesto soprattutto di incidere in zona gol senza troppi limiti tattici».

Quale è il suo punto di forza?

«A me ha colpito e mi piace molto la sua capacità di coordinarsi in situazioni precarie, in situazioni di confusione, da lontano o da vicino. Lui riesce a trovare una soluzione di conclusione in porta. Anche perché il Velez quest’anno non è che avesse chissà quale manovra articolata. Lui mi ha sempre dato l’impressione di trovare sempre la coordinazione per la soluzione giusta nelle situazioni più complicate».

Un nome per il futuro che possa fare al caso del Bologna, attaccanti esclusi a questo punto.

«Ti dico Benjamin Dominguez, centrocampista offensivo del Gimnasia La Plata. È una mezzala offensiva, segna bei gol, ha un bel dribbling. Sta crescendo in una situazione analoga a quella di Castro, magari un po’ più provinciale. Però lui ha quel talento che si nota, speciale. Devo dire che mi piaceva molto anche Aguirre del Newell’s che pareva proprio destinato al Bologna, secondo i rumors».

Grazie Giacomo, a presto!

«A presto».

Qui troverete anche l’intervento di Giacomo Cobianchi (dal minuto 57) del video in diretta a 1000 Cuori Rossoblù. 

 

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