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Bologna-Como 1-0 : Il Bologna da 1 a 10

Scopriamo i segreti della prima casalinga dei rossoblu grazie alle 10 statistiche chiave

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Copertina rubrica - Il Bologna da 1 a 10 (©: 1000cuorirossoblu)
Il Bologna da 1 a 10 (©: 1000cuorirossoblu)

Con la prima casalinga il Bologna ha ritrovato la vittoria, grazie anche alla spinta dei tifosi e una condizione ritrovata. Scopriamo i segreti del match grazie alle dieci statistiche chiave.

1- L’assist di Santiago Castro

Dentro a quell’assist c’è tutta la gara di Santiago: grinta, sudore, talento e genio, quello che ti permette di non vedere soltanto la porta da dentro l’area ed eludere tre carcerieri in maglia bianca. Pure quando non segna, le sue partite sono uno spettacolo e, soprattutto, con Castro in campo nessuno è insoddisfatto. Tiene su il reparto da solo e fa un lavoro sporco encomiabile, mettendosi in mostra tra i migliori dei suoi.

2- I tiri in porta di Orsolini

Non giudicatelo solo per il gol, perché la partita di Orso è stata totale. Aggredisce, serve compagni, fa ammonire gli avversari e difende con grande energia. Come il vino, migliora anno dopo anno e, con il sigillo, arriva la convocazione in Nazionale.

3- I rilanci di Lykogiannis

Il mancino del Pireo, nonostante qualche cross fuori misura, mostra tutte le sue doti in fase difensiva e di costruzione, anche grazie ad una zampata aerea per Dallinga che sembrava provenire direttamente dall’Acropoli ateniese. Sbaglia qualche calcio piazzato, è vero, ma tutto sommato non fa sentire l’assenza di Miranda. Tra i due, Juan è quello più adatto alle competizioni europee, mentre nel DNA di Lyko c’è la Serie A: quest’anno potrà trovare spazio nelle gerarchie, specialmente entro gennaio.

L'esultanza di Orsolini con i compagni in Bologna Como (©Damiano Fiorentini) ore

L’esultanza di Orsolini con i compagni (©Damiano Fiorentini per 1000cuorirossoblu)

4- I falli subiti da Cambiaghi

Una gara di enorme sacrificio, condita con dei dribbling che lo rendono uno dei clienti più scomodi per Van Der Brempt e Smolcic. Nonostante l’ammonizione (molto leggera) al primo fallo, non si scompone e lotta fino alla fine, come un gladiatore nell’arena. Con carattere, talento e determinazione, ancora una volta la sua prova è una delle più impattanti tra le file dei ragazzi di Italiano. E ora, con Rowe, può tornare a fare il jolly dalla panchina, ruolo che gli riesce benissimo, ammesso che Jonathan riesca a imporsi nelle gerarchie. Cosa nient’affatto scontata.

5- I duelli vinti da Heggem

A Trondheim, città natale del nuovo difensore rossoblu, la temperatura può arrivare anche tra i -10 e i -15 gradi. Insomma, un bel freddo, che evidentemente Torbjorn deve avere ereditato. Sì, perché oltre ad impostare con grande attenzione, è glaciale in chiusura e si destreggia benissimo tra un saccheggio di Douvikas e uno di Paz. Mostra anche un buon controllo sotto pressione nel secondo tempo, quando Lucumi gli offre un pallone infuocato e lui con due tocchi supera un Morata appena entrato: se continuerà così, sarà lui il colpo del mercato, come al solito in sordina.

6- Le spazzate di Lucumi

Dopo le critiche che hanno diviso i tifosi e le voci di mercato, Jhon è partito dalla panchina lasciando spazio a Vitik e Heggem. E, per quanto la scelta potesse sembrare punitiva a primo impatto, Vincenzo Italiano ci ha preso in pieno ancora una volta. Con un rientro ruggente e grintoso, Lucumi ha messo in mostra tutto il suo valore e tutte quelle qualità che non riesce sempre ad esprimere. Nella speranza che capisca quanto less sia more, ricalcando un famoso proverbio americano, e che giochi sempre semplice senza troppi fronzoli, questo Jhon è piaciuto anche ai tifosi. Perché un difensore deve essere brutto e cattivo quando serve, e, sviluppando queste caratteristiche, il 26 può diventare uno dei migliori interpreti del campionato.

Jhon Lucumì, primo gol in Champions League (© Bologna FC 1909)

Jhon Lucumì (© Bologna FC 1909)

7- I passaggi precisi di Fabbian

Sicuramente, è un Gio diverso rispetto alle passate stagioni. Costruisce di più e finalizza di meno, ma questo non deve essere assolutamente un difetto. Specialmente quando non sbaglia un pallone in tutta la partita, aiutando i compagni a superare il pressing della squadra di Fabregas. Si sta differenziando di molto rispetto a Odgaard, ma questo suo sviluppo può portare solo cose buone, dando più soluzioni e più varietà tattica al mister. 

8- Minuti per Miranda

Ce lo aspettavamo da titolare, ma ha giocato Lykogiannis. E, per quanto il mancino del Pireo possa aver fatto bene, mancano ancora le pennellate dell’ex Barca. Sperando di ritrovarlo contro il Milan, per lui ieri è stata ordinaria amministrazione.

Thijs Dallinga e Riccardo Orsolini durante Fiorentina-Bologna 3-2

Thijs Dallinga e Riccardo Orsolini durante Fiorentina-Bologna 3-2 (© Bologna FC)

9- I tocchi di Dallinga

Si rivede Thijs, che porta con sé diversi spunti interessanti. Per essere i primi minuti in campo dopo l’operazione non c’è da lamentarsi: atleticamente sembra stare bene, la condizione in campo arriverà. Svolge comunque un lavoro prezioso in un paio di circostanze, permettendo ai suoi difensori di respirare per qualche secondo durante l’assalto degli arieti in maglia bianca.

10- I duelli a terra di Zortea

Alla prima da titolare becca subito due clienti scomodi come Paz e Rodriguez, ma non si scompone. Anzi, riesce pure ad attaccare in un paio di circostanze, permettendo ad Orsolini di essere ancora più offensivo e chiudendo puntualmente le scorribande avversarie. Alla fine, i suoi sfidanti sono tornati a casa a mani vuote, senza neppure un’occasione da quelle parti.

Fonti: Sofascore

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