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Bologna FC

È stato l’anno giusto: il 2025 spiegato oltre le classifiche

Non è stato l’anno dei numeri più alti, ma quello del significato più profondo. Il Bologna chiude il 2025 con una Coppa Italia e un’identità ancora più chiara.

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Coppa Italia Bologna

La fine dell’anno è il momento dei bilanci. Non perché il calcio si fermi, ma perché i numeri aiutano a mettere ordine nei dodici mesi appena vissuti. Le classifiche, in questo senso, non spiegano tutto, ma dicono molto. Si parla traiettorie, continuità, differenze. E anche il 2025 del Bologna passa da lì.

Un Bologna ormai stabile nella parte alta della Serie A 2025

Transfermarkt racconta che nell’anno solare 2025 il Bologna ha chiuso sesto in Serie A per punti, 60 in 37 partite, alle spalle di altre grandi: Roma, Inter, Napoli, Milan, Juventus. Racconta anche che il club rossoblù è soltanto decimo per crescita del valore di mercato, con un aumento di 11,8 milioni. Numeri rispettabili. Numeri che, da soli, sembrerebbero parlare di una buona squadra, ben costruita, ma ancora ad uno scalino dalle vette.

Eppure, il 2025 del Bologna si può raccontare solo così. Perché in mezzo a quelle classifiche manca un dato. Un numero che non esiste, che non si aggiorna, che non oscilla. Un trofeo.

Vincenzo Italiano con la Coppa Italia, sfiderà il Parma a Dicembre(© Damiano Fiorentini per 1000 Cuori Rossoblù)

Vincenzo Italiano con la Coppa Italia (© Damiano Fiorentini per 1000 Cuori Rossoblù)

Sessanta punti in un anno solare vanno a confermare l’andamento di una squadra in crescita. Dicono che il Bologna c’è sempre stato, settimana dopo settimana. Che non è stato una moda stagionale né una sorpresa passeggera. Dicono che il Bologna è diventato una squadra difficile da affrontare. È una certezza di alta classifica, capace di stare nella scia delle grandi senza snaturarsi.

Crescere senza strappi: il valore di mercato come scelta di identità

Anche il valore di mercato racconta una storia simile. Il Bologna cresce piano. Cresce senza fare rumore. Cresce perché non insegue il mercato, ma lo attraversa con l’intelligenza di chi guarda sempre e solo al futuro. Perché non vive di plusvalenze urlate, ma di equilibrio.

E qui sta il paradosso più affascinante del 2025 rossoblù. Mentre il calcio moderno misura il successo in milioni, il Bologna ha scelto un’altra unità di misura. Ha scelto il campo, la coerenza. E ha scelto, soprattutto, di vincere.

La Coppa Italia non compare in nessuna classifica economica. Non aumenta automaticamente il valore della rosa. Non garantisce posizioni nei ranking annuali. Ma pesa. Pesa come solo le cose attese per decenni sanno fare. Pesa come pesa la storia quando torna a bussare.

Il Bologna ha chiuso il 2025 senza essere la squadra con più punti, senza essere quella cresciuta di più sul mercato. Ma è una delle pochissime ad aver alzato un trofeo. E non un trofeo qualunque: una Coppa Italia che ha rotto un digiuno lungo una vita sportiva, che ha restituito al club e alla città una dimensione che forse avevano dimenticato.

Ed è qui che i numeri smettono di essere freddi.

La Coppa Italia non è il punto di arrivo del percorso rossoblù

Perché il Bologna non ha vinto diventando altro. Non ha tradito la propria identità per inseguire un modello. Non ha accelerato forzatamente. Ha vinto restando Bologna. Battendo squadre più ricche, più profonde, più abituate a giocare certe partite. Lo ha fatto con un’idea, con un percorso, con una continuità che i 60 punti dell’anno solare certificano, ma non spiegano fino in fondo.

Il 2025 è stato l’anno in cui il Bologna ha smesso di essere “in costruzione” ed è diventato “in possesso”. Di sé stesso, del proprio progetto, del proprio destino sportivo. Un anno in cui la crescita non si è vista tanto nelle cifre, quanto nella capacità di reggere la pressione, di attraversare le difficoltà, di arrivare in fondo quando contava davvero.

Ora l’anno finisce. I numeri verranno archiviati. Le classifiche aggiornate. I valori di mercato saliranno e scenderanno ancora. Qualcuno supererà quei 60 punti, qualcun altro aggiungerà zeri al proprio bilancio. Ma una Coppa resta.

Resterà come promemoria del fatto che, ogni tanto, il calcio sa ancora premiare chi costruisce invece di rincorrere. Così si chiude il 2025 rossoblù: con la consapevolezza di sapere, fermamente, chi siamo e di cosa siamo capaci, insieme.

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