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A tu per tu con Roberta Li Calzi – 09 ott

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Li Calzi:Ci sono punti da conquistare che valgono più di quelli in classifica”

“Generosa, determinata e pisquana – così amo descrivermi – l’ultimo è un mio motto da ridere che uso sempre…”. Sotto i riflettori di 1000cuorirossoblu Roberta Li Calzi, capitano dell’Imolese femminile.

 

Domenica ha preso il via la stagione 2015/2016 e la “tua” Imolese (serie B femminile), nel triangolare di Coppa Italia, ha sconfitto la Reggiana 4-1. Roberta, buona la prima! 

“Siamo partite subito concentrate cercando di provare i movimenti che il mister ci ha chiesto in queste settimane di preparazione e, nonostante alcuni infortuni che ancora non ci consentono di avere a disposizione giocatrici importanti, abbiamo tenuto bene il campo e creato occasioni sia nel primo tempo che nella ripresa. Primo tempo finito in vantaggio 1-0, rischiando solo su un’azione fermata molto bene dal nostro portiere in uscita. Secondo tempo tante azioni e tre bei goal”.

Tra le novità il ritorno di mister Morotti, la fascia da capitano a te dopo l’abbandono del cap. Funiciello, il ritorno al calcio giocato delle gemelle Balducci. Un solo acquisto, e tante conferme… è questo il vostro segreto? 

“Il mister è molto competente e si approccia con modo di fare pacato ed equilibrato nella gestione del gruppo, che in ambito femminile è un valore aggiunto non da poco; sta cercando di adattare il modulo che predilige alle caratteristiche di ognuna di noi e sono convinta ci toglieremo tante soddisfazioni. La fascia da capitano a 34 anni è il coronamento di una vita sportiva dopo tanti anni di passione e sacrifici dietro al pallone, sono onorata di indossarla per questa squadra e sarà di ulteriore stimolo a dare sempre il massimo partita dopo partita. Le gemelle Balducci le considero un po’ un “mio acquisto” visto che la voglia di tornare sui campi è nata dopo una piacevole chiacchierata al mare quest’estate e sono davvero contenta di giocare di nuovo, dopo tanti anni, con due gradi professioniste”.

 

Vincolo sportivo, accordi pluriennali e fondo di garanzia. Queste le parole chiave della protesta messa in atto dal mondo del calcio femminile. Dopo lo striscione esposto dalle giocatrici protagoniste dell’incontro di Supercoppa Italiana tra Brescia e Verona (multa di 50 euro per entrambi i club e ammonizione per le 22 titolari, poi annullata), ecco che nella giornata di Coppa Italia molte calciatrici si sono unite alla contestazione e hanno mostrato nuovamente la frase punita dal Dipartimento Calcio Femminile della LND: “Ci sono punti da conquistare che valgono più di quelli in classifica”. A che punto siamo, in merito, Roberta? 

“Siamo “stremate” in questa battaglia per i diritti delle calciatrici di fronte alle continue mancate risposte o risposte insufficienti della FIGC, ma non abbiamo perso la voglia di credere che continuando a far sentire la nostra voce, questo calcio femminile possa crescere e migliorare affinché le giovani di oggi e le generazioni che verranno possano trovare un sistema più giusto di quello attuale”.

 

Il campionato di serie A di calcio femminile – il cui inizio è previsto per il 17 ottobre – rischia di non partire. A mali estremi, estremi rimedi. 

“Ci sono momenti in cui bisogna decidere, anche a malincuore perché tutte noi in ogni categoria amiamo giocare il sabato le domenica, di fare qualcosa di forte. Fino adesso tante parole si sono dette e così poco si è fatto, per cambiare le cose uno sciopero potrebbe essere la chiave giusta”.

Chi vi sta aiutando maggiormente? 

“L’Associazione Calciatori, di cui faccio parte ormai da anni, ci sta sostenendo al massimo in questo momento e il Presidente Damiano Tommasi ogni giorno non perde occasione per dare voce alle richieste che ormai da anni il movimento calcio femminile porta avanti, oltre a partecipare alle nostre riunioni, perché solo così possiamo migliorare il mondo del calcio in generale, mondo del quale fa parte a pieno titolo il calcio femminile”.

 

Apriamo la pagina sul Bfc 1909 che lo scorso 3 ottobre ha spento 106 candeline. Il momento più bello che ricordi? 

“In ordine cronologico, l’ultimo ricordo è quello della promozione della stagione scorsa: partite al cardiopalma, traverse colpite da ogni parte, minuti di recupero che non finivano mai…e finalmente quell’urlo di gioia e le braccia alzate allo stadio Dall’Ara al fischio finale dell’ultima partita che è valsa il ritorno in Serie A!”

 
Puntare su giovani futuribili, questa la politica societaria. Anche se – dopo la promozione al fotofinish – l’inizio del campionato di serie A è stato traumatizzante con 6 sconfitte e una vittoria. Cosa occorre per cambiare rotta post sosta?  

“Penso che la squadra sia stata costruita con validi elementi in ogni reparto, ma sicuramente è difficile per il mister trovare la quadra considerato che ha avuto la rosa al completo a campionato iniziato. A ciò si aggiunga la giovane età media dei giocatori, che se da un lato è un fattore positivo in prospettiva, dall’altro è causa di alcuni errori di inesperienza ed ingenuità, che in serie A costano caro. Sono ottimista di natura e penso che con tanto lavoro e compattezza del gruppo, ci siano gli estremi per fare un campionato che porterà il mio Bologna alla salvezza e ci farà anche divertire sul piano del gioco”. 

 

In questi casi consiglieresti l’aiuto di un mental coach? Nel calcio femminile viene usata come figura? 

“Nel calcio femminile mancano purtroppo molto spesso figure ben più importanti e basilari del mental coach, come ad esempio il massaggiatore o persone dello staff tecnico per coadiuvare l’allenatore, che non tutte le società possono permettersi. Detto questo, penso che il fattore mentale sia importantissimo in tutte le fasi della vita delle persone, quindi anche nello sport, pertanto ben venga un mental coach in grado di trovare la chiave giusta e canalizzare il pensiero nella direzione positiva”.

 

Saresti pro o contro l’avvicendamento in panchina? 

“Da giocatrice dico che è difficile fare commenti su un allenatore non vivendo campo e spogliatoio, penso che Delio Rossi sia un allenatore abituato a lavorare tanto e a far lavorare bene i suoi atleti e mi auguro che riesca presto a trovare un equilibrio per far girare la squadra. Penso che sia giusto concedergli ancora un po’ di tempo, fermo restando che ovviamente la Società saprà valutare, se le cose non dovessero mettersi sui binari giusti, quando sarà opportuno dare una svolta”.  

Supponiamo un’inversione di ruoli. Fossi al posto di Delio Rossi quale mossa attueresti per dare una “scossa”? 

“Ho allenato tanti anni nel settore giovanile e non posso certo dare un giudizio tecnico su un allenatore come Rossi che ha tanta esperienza nel calcio professionistico, l’unica cosa che mi auguro riesca a fare è quella di tenere unito il gruppo e creare una forza mentale in tutti i giocatori che utilizza, tale per cui chiunque giochi e in qualunque modulo si trovi, ognuno di loro sia carico a mille ogni volta che scende in campo con addosso la maglia rossoblù”.

 

3 reti sulle 4 siglate dai rossoblù portano la firma di Mounier (l’altra è di Mancosu). E, soprattutto, 3 tiri e 3 centri, una percentuale di realizzazione da far luccicare gli occhi per il talentino francese del Bologna. Per il resto grande sterilità…come l’anno scorso…le cause su cui lavorare, Roberta? 

“Fatichiamo a fare goal perché arriviamo troppo poco nella tre-quarti per concludere, spesso manovriamo bene dalla prima alla seconda linea e poi non riusciamo a trovare l’ultimo passaggio, per questo credo sia importante il ruolo di Brienza, che è un giocatore dotato di grande tecnica e visione di gioco, nonché di un bel tiro da fuori, che spero ci farà rivedere presto trovando il goal.  Tra gli acquisti del reparto offensivo, Destro è un grande attaccante e lo stiamo aspettando perché penso che non appena entrerà nella miglior forma fisica e soprattutto mentale, scrollandosi di dosso le ultime stagioni non brillanti, potrà davvero dare una grande mano per la salvezza di questa squadra”.

Mi hai anticipato la domanda conclusiva. A tuo avviso, come mai Destro sta faticando più del previsto a trovare la sua dimensione in questo Bologna? 

“Deve recuperare condizione fisica e ritrovare il ritmo partita, dopo gli ultimi tempi in cui ha giocato poco. Si sta impegnando molto e si vede che ha una gran smania di ricambiare l’affetto ricevuto dai tifosi appena sceso dal treno, correndo da tutte le parti del campo, però non deve intestardirsi quando non gli vengono le giocate, perché se no rischia di accumulare solo nervosismo. Il modulo usato fino ad ora, anche per le caratteristiche dei centrocampisti, forse in parte lo penalizza per come è abituato a giocare lui, ma spero che il mister riuscirà a trovare la giusta soluzione per accendere la luce di un altro grande attaccante, che da tempo ormai Bologna aspetta”. 

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