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Bologna, il ballo della difesa: riallinearsi prima che sia troppo tardi

Cinque gol subiti in tre partite: il Bologna deve trovare l’equilibrio anche in difesa, in attesa dei gol degli attaccanti

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Bologna, una difesa da sistemare
Stefan Posch (© Damiano Fiorentini)

Due, uno, uno: alla fine saranno solo trentadue. Di cosa parliamo? Dei gol subiti dal Bologna nella scorsa stagione. Si, perché uno degli argomenti di questo “nuovo” Bologna, sono proprio i gol presi. O, per allargare il tema, è il modo di difendere dei Rossoblù. Perché, a oggi, il Bologna subisce un gol in più nelle tre partite iniziali, sempre prima della sosta. È però l’andamento generale che non è lo stesso, e a Casteldebole va trovata una soluzione in queste due settimane.

Bologna, un paragone inevitabile

Sappiamo tutti – e lo sanno anche i protagonisti – che, per tutta la stagione, il Bologna di Vincenzo Italiano dovrà convivere con il paragone del Bologna di Thiago Motta, quello arrivato in Champions League. È inevitabile. Ma, quando si fanno paragoni del genere, va valutato tutto il complesso. Come detto nell’introduzione all’articolo, la differenza di gol subiti dal Bologna è soltanto uno.

Lo scorso anno il Bologna subisce due gol dal Milan e uno da Juventus e Cagliari. Quest’anno il Bologna subisce un gol da Udinese ed Empoli, ma ben tre dal Napoli. L’ex tecnico dei Rossoblù e Vincenzo Italiano hanno due approcci differenti per le proprie difese ma con lo stesso obiettivo: l’aggressione alta. Chiarò che però, evidentemente, qualcosa non funziona a oggi.

I numeri, in attesa della svolta

Contro l’Udinese gli xG (le probabilità che un tiro si traduca in gol) dei bianconeri recitano 0,89 (con 4 tiri, 2 verso lo specchio); contro il Napoli gli xG della squadra di Antonio Conte, invece, recitano 1,92 (con 16 tiri, ben 5 verso lo specchio). Nell’ultima gara contro l’Empoli, invece, di nuovo, 0,89 (con 4 tiri, 2 verso lo specchio).

Nelle partite al Dall’Ara, tutto sommato, la probabilità si è tradotta in realtà: qui è il Bologna che, in entrambe le gare, aveva la possibilità di mettere a segno due o addirittura tre reti. A Napoli, invece, la realtà è andata oltre i numeri, e si è vista una squadra molto più in difficoltà nelle transizioni avversarie.

Il Bologna di Thiago Motta ha dato la svolta proprio dopo la pausa: ben quattro partite senza subire gol. Questo è l’obiettivo anche di Vincenzo Italiano, il quale ha il materiale a disposizione per poter lavorare al meglio anche con i suoi principi difensivi, ma se i suoi giocatori sono al meglio: ora, a pieno regime, c’è solo Sam Beukema. L’obiettivo è quello di avere tutti i propri difensori a pieno regime, e poi vedere gli effetti di quello che è il sistema difensivo di Vincenzo Italiano: a oggi, è troppo presto per sentenziare. Ricordiamo che l’anno scorso, un certo Riccardo Calafiori, è venuto fuori proprio dopo la sosta.

Quando l’attacco fatica, la difesa non può farlo

Il problema del Bologna, a oggi, è la quantità di gol non segnati. Troppa. Due pareggi, tra le mure amiche del Dall’Ara, che potevano essere due vittorie: oggi forse staremmo parlando d’altro, e non di come risolvere i problemi. Ma la realtà è questa, e quindi vanno trovate delle contromisure. Con un attacco spuntato, il male minore è non subire con la retroguardia.

L’unico vero momento di sbandamento dietro, come detto, è stato nella trasferta di Napoli: al di là dei tre gol subiti – dove, per un motivo o per un altro, il Bologna è stato anche sfortunato – i Rossoblù hanno sofferto tremendamente dietro. E non si era più abituati a vedere un Bologna sofferente. Ci si era dimenticati della sensazione di timore per un contropiede avversario.

Serve il contributo di tutti. Dei giocatori, e anche del mister. Serve lavorare, è vero, ma a giochi iniziati il tempo è centellinato, e, se davanti si aspetta solo l’accensione del tasto “on” per gli attaccanti, dietro va ritrovata la compattezza. Italiano, come detto, ha il suo approccio, e non è una novità: tutti abbiamo visto la sua Fiorentina, anche chi lo ha scelto in dirigenza. Ma parliamo di un allenatore che ha ottenuto risultati, va ricordato e bisogna avere fiducia.

Il materiale per lavorare lo ha: Beukema e Lucumì hanno disputato una grande fetta di parte lo scorso anno, Erlić e Casale sono due profili che possono fare bene, e il croato lo ha già dimostrato. Non solo i centrali, ma anche dai terzini ci si aspetta molto di più: Posch, Holm, Miranda e Lykogiannis. Tutti sulla stessa barca, per uscire alla lunga e riappropiarsi di quella sicurezza nella retroguardia che ora sembra essersi un po’ smarrita.

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