Bologna FC
Bologna-Napoli 2-0: Il Bologna da 1 a 10
Una grande prestazione di squadra dei rossoblu ha permesso loro di superare il Napoli: scopriamo come grazie alle 10 statistiche chiave
Bologna, come giochi, come entusiasmi! Contro i campioni in carica, nella giornata più importante, dopo una fatica mostruosa come quella prodotta contro il Brann, i ragazzi di Italiano hanno risposto presente. Anzi, si sono superati, soggiogando calcisticamente gli avversari e riducendoli al ritmo voluto dai padroni di casa. Scopriamo i segreti del dominio felsineo grazie alle 10 statistiche chiave.
1- Il gol in Serie A di Lucumi
Aveva segnato solamente in Champions, sempre in quella porta, sempre di testa, ma ai danni del Lille. Ora, finalmente, il colombiano è un giocatore continuo, consacrato, che ha trovato ritmo e concentrazione. In una parola: maturità. E non lo diciamo solo per il gol. Ladies and gentlemen, ecco a voi il Beckenbauer di Cali.
Il momento del cambio tra Lukasz Skorupski e Massimo Pessina durante Bologna-Napoli (©Damiano Fiorentini per 1000cuorirossoblu)
2- Le prese alte di Pessina
Non avrà fatto parate da cineteca ma, per essere stata una prima “a sorpresa” ha reagito veramente bene. Imposta come un portiere moderno, ha mostrato una buona intelligenza calcistica e anticipato un paio di cross. Non sappiamo se il futuro lo ha già nei guantoni, ma questo ragazzo merita una chance.
3- I recuperi di Cambiaghi
Entra e Cambiaghi la partita, come faceva durante la passata stagione. Rowe aveva giocato non bene, di più, ma il suo ingresso è un’incognita alla quale la retroguardia partenopea non era pronta. E i risultati si sono visti.
4- I tocchi falliti da Dallinga
Brutta cosa essere sottovalutati. Sì, perché Thijs alla gente non ruba l’occhio, viene etichettato come inferiore anche dai commentatori al primo controllo sbagliato. Però lui si applica, lotta, recupera palloni e finalizza bene. Lo ripeteremo ancora una volta, l’anno scorso non è mai stato in condizione, ma ora sta cambiando la musica. E il John Wick di Groningen è pronto a vendicare una nomea ingiusta in favore di un futuro radioso. Ah, dimenticavo. Ha anche il senso del gol, quello che tutti gli criticavano, ieri lo abbiamo visto.
5- I passaggi di Casale
Entra con uno scopo ben preciso, dare ordine, e lo fa in maniera eccellente. Eclissato nelle gerarchie da tre ragazzi terribili, il veneto sta trovando forse meno spazio, ma nei finali è il più affidabile. Così, dopo la finale di Coppa Italia, si torna a 5, con un ingresso volto a dare freschezza ad un reparto stressato. Con un 100% di riuscita nei passaggi, non gli si poteva chiedere di più: magari questa sarà la sua nuova collocazione in rossoblu, quella del saggio assennato che dirige nel traffico.

Thijs Dallinga esulta per il gol del momentaneo 1-0 in Bologna-Napoli (©Bologna FC 1909)
6- I duelli a terra vinti da Holm
Sherlock Holm non si ferma più, neppure di fronte ai tranelli delle squadre più preparate del campionato. Non solo eclissa Elmas, che sarebbe già stato notevole, ma lo costringe a viaggiare al suo ritmo, che è altissimo. Risultato? Il macedone è obbligato a guardarsi le spalle e non può attaccare, diventando quasi un terzino (poco efficace) aggiunto.
7- I cross tentati dal Napoli
Se, con delle individualità del calibro di Politano ed Elmas, tentando sette cross ne concludi soltanto uno, allora c’è un problema. Un problema chiamato Bologna, che ha la terza miglior difesa del campionato e non perde da dieci partite. Ci ha pensato lo stesso Conte a fare i complimenti agli avversari, capaci di ingabbiare, sportivamente e psicologicamente, un Napoli nervoso.
8- I duelli vinti da Miranda
Il terzino di Olivares è tornato. Soltanto che ora è una versione evoluta di sé stesso, più equilibrata e sicura anche quando la palla ce l’hanno gli avversari. Regge due partite di fila senza subire nulla e riesce a ritorvare la fame del cross, anche in pieno recupero quando tutti sono stremati. Che dire?
Juan Miranda (© Bologna FC 1909)
9- I passaggi nella metà campo avversaria di Rowe
Sembrava servisse un adattamento eterno, forse di diversi mesi. Eppure, quando ha toccato il punto più basso, cioè a Firenze, ha preso la rincorsa ed ha spiccato il volo. Classe, fulmini e scintille. Determinazione, garra e talento purissimo. Questo è Jonathan e, unito ad un gruppo come quello del Bologna, può fare grandissime cose.
10- Federico Bernardeschi
Era partito come l’ultimo 10, Jesper Karlsson, cioè faticando a trovare il ritmo giusto. D’altronde, la ruggine va tenuta in conto dopo così tante stagioni in un campionato meno competitivo. Eppure, con convinzione e talento, Fede ha ritrovato anche la condizione fisica e la lucidità mentale per gestire certe partite, e ieri lo abbiamo visto. In crescita costante e continua, ora sì che può deliziare il Dall’Ara, come solo un 10 sa fare.
Fonte: Sofascore
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