Bologna FC
Ulivieri e il Bologna: «Voglio essere sepolto con la tuta del ’96/97»
Dal rapporto con Baggio alla promessa della tuta 96/97: Renzo Ulivieri racconta perché Bologna è stata la sua casa, non solo calcistica.
Ci sono allenatori che passano, e allenatori che restano anche quando se ne vanno. Renzo Ulivieri appartiene senza dubbio alla seconda categoria per il popolo rossoblù. A distanza di quasi trent’anni, il suo legame con il Bologna non si è mai affievolito. Lo ha confermato lui stesso in una recente intervista a La Gazzetta dello Sport, in cui ha raccontato episodi di carriera e frammenti di vita personale, ma soprattutto ha ribadito il posto speciale che i colori rossoblù hanno occupato e occupano nel suo cuore.
«I sei anni che ho passato a Bologna mi hanno segnato: la città, i tifosi…», ha detto Ulivieri. A tal punto che ha già preparato la tuta della stagione 1996/97 per il giorno in cui non ci sarà più: «Tutti in casa sanno che voglio essere sepolto con quella tuta. È lì, piegata perbenino, dentro al cassetto». Un’immagine potente, che racconta meglio di mille parole il legame tra l’allenatore toscano e la piazza felsinea.
Renzo Ulivieri e la “lite non lite” con Baggio
Il suo Bologna fu anche quello di Roberto Baggio. Una convivenza intensa, segnata da un episodio rimasto nella memoria collettiva: la panchina di lusso che Ulivieri riservò al Divin Codino nella sfida contro la Juventus. «Non ci fu nessuna lite», ha chiarito l’ex tecnico. La strategia di Renzo era semplice: resistere nel primo tempo con gioco diretto su Andersson e Fontolan, per poi cambiare volto nella ripresa con Baggio e Kolyvanov. Ma l’attaccante decise di lasciare il ritiro.
Ulivieri ricorda bene la scena: «La sera prima ero sul divano con il presidente Gazzoni. Arrivò Roberto e disse: vado a casa. Gli risposi: non devi dirlo a me, ma a lui che ti paga». La risposta di Gazzoni resta un piccolo capolavoro di diplomazia: «Ha ragione Ulivieri, ma sono dalla parte di Baggio». Alla fine, nell’estate successiva, entrambi salutarono Bologna: Baggio per l’Inter, Ulivieri per coerenza personale. «Altrimenti sarei diventato quello che aveva fatto fuori Baggio».
Bologna come famiglia
Dietro le tattiche, le tensioni e gli episodi mediatici, resta un amore autentico per la città. Ulivieri non ha mai nascosto di essersi sentito a casa sotto le Due Torri, al punto da considerare l’esperienza rossoblù non solo una tappa della carriera, ma un pezzo della sua persona. Un’eredità che, nelle sue parole, si traduce in una promessa: Bologna lo accompagnerà anche oltre il campo, oltre il tempo.
Per questo, quando si parla di Ulivieri e del Bologna, non si parla solo di un allenatore e di una squadra, ma di una storia di appartenenza reciproca. Una storia che ha avuto momenti di gloria, come la cavalcata del ’96/97, momenti controversi, come il caso Baggio, e che oggi resta scolpita nella memoria collettiva di tutti i tifosi rossoblù.
Fonte: Stefano Agresti, La Gazzetta dello Sport
Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook
