Bologna FC
Coralità o invenzione? Le vie del gol in Bologna-Torino
L’anticipo del Dall’Ara chiama all’appello i protagonisti rossoblù. Con Italiano ancora lontano dal suo Bologna, ma plasmato dalle sue idee, chi potrà incidere contro il Torino di Baroni?
Sarà una serata dal peso doppio quella al Dall’Ara. Bologna-Torino non è solo un incrocio da classifica, ma anche un esame di solidità e continuità per un gruppo che, pur nelle difficoltà, continua a rispecchiare l’impronta di Vincenzo Italiano. In panchina ci sarà ancora Daniel Niccolini, il suo vice, ma le linee guida restano le stesse: possesso alto, coraggio, attacco corale.
Davanti c’è un Torino solido, fisico e paziente, come da marchio Baroni: linee strette, poca profondità concessa, densità centrale. Per il Bologna, dunque, sarà importante muovere palla con velocità e cambiare lato per disordinare la retroguardia granata. Ecco allora che l’incisività, più che dal singolo, potrà nascere dalla coralità. Ma in ogni orchestra servono i solisti giusti.
Ancora Orsolini per Bologna-Torino: solista mai solitario
È sempre lui, Riccardo Orsolini, il primo nome da cerchiare in rosso. Quando la partita si blocca, serve un giocatore in grado di rompere le geometrie, e il numero 7 rossoblù sa farlo come pochi: dribbling, tiro a giro. Contro un Torino che concede poco spazio tra le linee, il suo sinistro è attualmente l’arma più credibile per sbloccare la gara, magari anche con un calcio da fermo o su rigore.
Castro, centravanti del sistema Italiano
Nel cuore dell’attacco dovrebbe esserci Castro, profilo che più di ogni altro incarna il concetto di attaccante funzionale al gioco di Italiano. Finalizzatore, si, ma più utile nell’aprire varchi e dare continuità al possesso offensivo. Il suo movimento tra le linee sarà fondamentale per far salire la squadra e liberare spazio per gli inserimenti dei compagni. Non sorprenderebbe vederlo coinvolto in un’azione da gol, anche senza timbrare direttamente il tabellino.
Odgaard, la carta dalla panchina?
Torna dopo l’infortunio e con lui si riaccende la scintilla di un gol. Italiano lo ha riscoperto trequartista, zona in cui può esprimere tutta la sua sensibilità tecnica e la visione verticale. Odgaard non parte favorito per l’undici iniziale, ma la sua capacità di entrare a gara in corso e cambiare ritmo alla manovra potrebbe essere – in particolare in una partita come questa – il profilo giusto nella seconda parte, quando il Torino abbassa i giri e lascia più spazio tra le linee.
Ferguson e la ricerca della scintilla
Non è il suo momento migliore: nessun gol e nessun assist in questa prima parte di stagione e un po’ di ruggine sotto porta. Eppure, proprio una gara come questa può essere la svolta. Contro un avversario che difende basso, gli inserimenti centrali e la fisicità dello scozzese sono risorse preziose. Per il Bologna, ritrovare il miglior Ferguson significherebbe ritrovare una parte importante della propria anima offensiva.
Tre “chicche” tattiche per Bologna-Torino
Dietro le prime linee, ci sono tre nomi da sottolineare.
Cambiaghi, per intensità e attacco della profondità, è perfetto per una partita che richiede strappi per cambiarne l’andamento.
Fabbian, se impiegato da mezzala, è il più bravo a leggere il tempo dell’inserimento, e potrebbe approfittare di seconde palle o spazi laterali creati dai movimenti di Castro.
Come ultimo – ma non per importanza – Lykogiannis: la sua spinta può essere la chiave aggiuntiva, specie su palla inattiva, dove il Torino qualche disattenzione l’ha già mostrata.
Il Bologna arriva a questo anticipo con l’idea chiara di fare la partita, di controllare il ritmo e di colpire con i propri cardini, non con l’episodio. Ma c’è da tenere conto che, in una gara tattica come quella di stasera, saranno i singoli a fare la differenza.
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