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Dal ritiro alle sorprese: Italiano rompe anche i suoi schemi

Dall’amichevole al campionato: Italiano testa nuove soluzioni per l’attacco rossoblù e scopre il ruolo chiave di Castro per la stagione 25/26.

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Vincenzo Italiano, allenatore del Bologna (© Damiano Fiorentini)
Vincenzo Italiano, allenatore del Bologna (© Damiano Fiorentini)

Estate, tempo di amichevoli e di esperimenti. E Vincenzo Italiano approfitta delle settimane di preparazione per aggiungere nuove sfumature al suo Bologna. La base resta il collaudato 4-2-3-1, ma l’allenatore sta lavorando a una variante che prevede due punte in campo. Un’idea che – come abbiamo anticipato qui – ha iniziato a prendere forma già nel ritiro di Valles, quando davanti ai piccoli tifosi rossoblù il tecnico aveva dichiarato:
«Qualche volta lo abbiamo già fatto lo scorso anno. Dipenderà dall’avversario e dalla nostra condizione fisica, ma là davanti abbiamo molte opzioni e voglio mettere in difficoltà chi ci affronta».

Non si tratta di un ritorno puro al 4-2-4 “alla Conte”, bensì di spostare uno degli attaccanti sulla trequarti. Una soluzione che Italiano ha già utilizzato con successo in passato. Basti pensare a Jens Odgaard, trasformato lo scorso ottobre da esterno o prima punta a trequartista centrale, ruolo in cui ha brillato ben oltre i 6 gol e i 3 assist registrati. Oppure a Lucas Beltran, che a Firenze il tecnico ha arretrato dietro la punta per dare più spinta offensiva rispetto a Bonaventura, trovandone la miglior versione in maglia viola.

Castro, la nuova carta per il Bologna a doppia punta

Ora la sperimentazione riguarda Santiago Castro. Con il recupero di Dallinga dopo l’operazione, e quindi con tre attaccanti di ruolo a disposizione, Italiano ha iniziato a testare con più continuità questa opzione. È successo prima contro la Vis Pesaro, dove Castro e Dallinga hanno condiviso minuti insieme, poi contro il Levadiakos, quando Immobile ha agito da trequartista alle spalle dell’olandese.

I segnali più concreti sono arrivati nelle due partite a Stoccarda. Nella prima, Castro ha sostituito Odgaard al 69’, giocando sia con Immobile che con Dallinga e alternandosi nei movimenti tra la trequarti e l’attacco. Nel match successivo, vinto 3-0 a porte chiuse, l’argentino ha interpretato per 90 minuti il ruolo di raccordo offensivo, complice l’arretramento di Fabbian a centrocampo per l’assenza di Ferguson.

La filosofia sembra chiara: sfruttare al meglio le risorse in rosa, avere un’alternativa offensiva a Odgaard e valorizzare la corsa e l’intensità di Castro, utile per pressare alto e spezzare il gioco avversario. Una soluzione che potremmo rivedere non solo a gara in corso, ma anche dal primo minuto.

Mercato: le difficoltà e i nomi caldi

Sul fronte mercato, la giornata di ieri non è stata delle più semplici per i rossoblù. Lennon Miller, uno degli obiettivi per la mediana, è sbarcato sì in Italia, ma per firmare con l’Udinese: i friulani hanno investito circa 5,2 milioni per strapparlo al Motherwell. Il sogno per il centrocampo resta Kristjan Asllani dell’Inter, ma l’operazione sembra più da ultimi giorni di mercato e a condizioni favorevoli.

Per sostituire Ndoye, invece, il primo nome resta Yılmaz del Galatasaray. Il problema è la richiesta elevata del club turco, ben superiore ai 20 milioni (14 più 6 di bonus) già offerti dal Bologna. L’alternativa rimane Wesley, soprattutto ora che l’Al-Nassr ha chiuso per Coman nello stesso ruolo.

Fonte: Alessandro Mossini, Corriere di Bologna

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