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Canta che ti passa: E io ci sto – 27 Giu

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L’IMPORTANTE È ESSERCI.

Potrebbe suonare bene come slogan per quest’estate. Alla fine del triennio saputiano, il ritorno in Serie A non è stato all’altezza dei sogni dei tifosi per colpa di…… (come alle elementari, il lettore scriva il principale indiziato al posto dei puntini; ma siccome il mondo è bello perché è vario, verrebbero fuori più “colpevoli”).

Mi alzo al mattino con una nuova illusione,
prendo il centonove per la rivoluzione

Vabbè, si volta pagina e Inzaghi approda come novello Garibaldi. Dopo (ma anche prima) di lui, atterrano al cospetto delle Due Torri Paz, Dijks, Calabresi, Skorupski e, ultimo ma non ultimo, Federico Santander. Nomi che non infiammano la piazza, vogliosa soprattutto di un bomber da 10-15 gol che sostituirebbe Verdi in maniera dignitosa. Si leggono commenti di tutti i tipi su Facebook: da “Più che un calciatore assomiglia a un chitarrista” a “Sicuri che non sia un uomo di Pablo Escobar?”.
Il presidente Saputo, in occasione della conferenza stampa post-esonero di Donadoni, ha affermato che “credo che sia una squadra da rinforzare, la rifondazione è avvenuta tre anni fa”. Ok, rifondazione (parola grossa) no, ma rivoluzione forse sì!
Se al momento della conferenza di un mese fa poteva essere un’illusione, oggi pare che il tram rivoluzionario che porterà i giocatori a Pinzolo sia partito in gran silenzio. Inzaghi era stato chiaro quando ha detto che sarebbe andato in una società che l’avrebbe fatto lavorare. Ebbene, mentre lui si gode le meritate ferie a Formentera, Bigon e Di Vaio gli hanno già assicurato tre colpi e sei uscite (più Masina, ufficiale a luglio), richieste con tutta certezza dall’ex bomber.

Io cerco il rock’n’roll al bar e nei metrò
Cerco una bandiera diversa, senza sangue sempre tersa

Nella stagione appena chiusa al Venezia, Inzaghi ha dimostrato di non volere una rosa ampia, ma soltanto giocatori da utilizzare spesso e sempre pronti all’uso. L’unico reparto in cui ha usufruito maggiormente dell’abbondanza, nemmeno a dirlo, è l’attacco. Chi meglio di lui sa come combinare le carte offensive? Ed è per questo motivo che, pare, si stia chiudendo l’affare Falcinelli-Di Francesco. Il doppio attaccante è il marchio di fabbrica di Pippo (chiedere a Shevchenko, in caso di dubbio) e il giocatore che non ha trovato fortuna alla Fiorentina potrebbe essere il partner ideale per rilanciare anche Destro. Entrambi per dare vita a un rock’n’roll al quale si aggiungeranno anche gli altri componenti della squadra. Come già accennato, il focus del Venezia 2017-18 è stato il gruppo: calciatori che, singolarmente, hanno poca dote, sono stati incastrati alla perfezione dal manager, capace di assemblare una band che ha suonato all’unisono per tutto il campionato.
E se succedesse anche a Bologna? Non si assisterebbe più alla divisone vista, soprattutto, l’anno scorso. La bandiera rossoblù sventolerebbe diversa, senza sangue e sempre tersa. Questo è il sogno dei tifosi, questo è il compito di Inzaghi.

Ma ci ripenso però, mi guardo intorno per un po’
E mi accorgo che son solo
Ma in fondo è bella però…

Non importa sia l’età, il paese, la guerra o la donna, bensì è fondamentale andare contro tutto e tutti, ed esserci. Rino Gaetano incarna il pensiero del tifoso rossoblù-tipo, quello che pensa in fondo è bella… e io ci sto. Perché, anche se i nomi non infiammano il Dall’Ara, bisogna ricordare che sono pochissimi i tifosi che li hanno visti giocare prima d’ora e che, soprattutto, ogni acquisto dev’essere funzionale alla squadra. Petagna è l’esempio vivente che la scritta sulle spalle conta fino a un certo punto, siccome spetta all’allenatore il compito di trovare la ricetta vincente. Pippo, in fondo, c’è e ci sta.

 

(E io ci sto – Rino Gaetano)

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