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Canta che ti passa: Il mio nome è mai più

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Sara Melotti


 

“La soddisfazione di quest’ultimo mese, però, non deve farci dimenticare la sofferenza della prima parte, il grave rischio che abbiamo corso ci ha aperto gli occhi. Mai più. Questo è il concetto di base che voglio trasmettervi. Mai più, ha manifestato il presidente Saputo, in occasione della conferenza stampa di fine stagione, avvenuta lunedì al Dall’Ara.
Parole forti, convinte, proferite senza mezzi termini. Il chairman è una persona competitiva, l’ha detto lui stesso più e più volte, e la sua volontà nel puntare in alto – forte dello splendido ritmo che ha caratterizzato la seconda parte di stagione – avrà sicuramente causato uno sfregamento di mani non indifferente sotto il Santuario di San Luca, il luogo dove lo stesso patron si è recato domenica, magari cogliendo l’occasione per accendere un cero a San Sinisa.
A proposito di Mihajlovic, quel mai più sarà riferito anche a lui? Non nel senso, ovviamente, che il match contro il Napoli sia stata la sua ultima apparizione in rossoblù, bensì che la speranza – anzi, l’ordine – di Saputo sia rivolto anche al fatto che il tecnico serbo dovrà essere il predicatore principale del diktat.

Quindi, mai più Si può dare di più, senza un progetto ben delineato e preciso.
Mai più Ciò che rimane di noi, contando sulle dita della mano le certezze da cui ripartire.
Mai più Il mio secondo tempo, cercando di dare continuità ai risultati.
Mai più Io non mi sento bolognese, guardando le altre emiliane dal basso in alto.
Mai più Mio fratello, “invidiando” il gioco della Spal.
Mai più Arriva il direttore, con annessi brividi alla schiena all’atterraggio di Saputo in quel del “Marconi”.
Mai più Quello che capita, elevandosi a vittime sacrificali con squadre a -1 in classifica.
Mai più Felicità puttana, che dura un minuto per poi andarsene aspramente.

Dico sì al dialogo,
perché la pace è l’unica vittoria:
l’unico gesto in ogni senso
che dà un peso al nostro vivere.

La canzone anti-guerra, composta a sei mani da LigaJovaPelù, indica in quel Mai più – ripetuto più volte – quanto sia stata grande la sofferenza nel voler spegnere, senza poterlo fare, quegli anni di guerra. Nel mondo calcistico, per fortuna, un così grande numero di vittime non è mai stato calcolato, ma questo spezzone di canzone è lo stesso che dà speranza al nostro vivere: la prima delle soluzioni perché quel mai più invocato da Saputo si realizzi è la conferma di Mihajlolvic. Questo è stato un anno di grande sofferenza, poi culminato in un decimo posto incredibile, davanti alle altre emiliane, migliorando addirittura di cinque posizioni la classifica dell’anno scorso. E allora, presidente, faccia in modo che il dialogo – peraltro già avvenuto – convinca il tecnico a rimanere: un esempio, sotto forma di discorso diretto, è la conferma di Orsolini. Un altro “acquisto”, poi, è stato Destro. In quanti si ricordano l’hashtag dell’estate scorsa, quel #Destrocomeback che sembrava l’ennesima presa in giro? Con Sinisa è rinato – lo dicono i numeri – e siamo sicuri che Mattia, anche se non aggiorna il suo profilo Instagram dal 30 luglio, intendesse sotto quel “pezzo di merda” anche un mai più maggior veritiero rispetto al tentativo di entrare nelle grazie dei social network.

Mica poco per arrivare alla pace: del presidente, della squadra – che non ha mai nascosto l’amore per Sinisa – e dei tifosi. Questa è l’unica vittoria, per far sì che mai più non sia soltanto il fatto, ma anche il loro nome.

 

(Il mio nome è mai più – LigaJovaPelù)

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