Bologna FC
EDITORIALE 1000cuori: AAA cercasi gioco e idee – 04 mar
Si chiude con una salva di fischi. Logico, al Dall’Ara si sono scordati persino cosa significhi, vedere un gol. Il Bologna non segna più, infila la quarta gara senza vittoria – ed è bene ricordarlo, senza reti – in casa, rimane aggrappato al secondo posto per l’ennesima fortunata concatenazione di risultati altrui ma deve riflettere su una gara che doveva vincere e ha invece all’ultimo tuffo rischiato addirittura di perdere. Vero che la traversa di Sansone e il successivo tentativo di Masina meritavano forse miglior fortuna, ma vero anche che se Litteri avesse girato meglio quel pallone in pieno recupero…
Fa troppo poco questo Bologna, è questa la verità. Spento, senza personalità, quasi timoroso di sbagliare anche la giocata più semplice. Nervoso, come nervoso è il tecnico che a fine partita risponde a muso duro ai giornalisti, che andrà avanti per la sua strada anche se è evidente che il meccanismo non funziona più. Laribi gira a vuoto, Cacia non è mai nel vivo dell’azione, Sansone ci prova ma non può certo vincere da solo. Del centrocampo si è detto, manca coraggio e personalità, anche in quello Zuculini acclamato dalla folla come deus ex machina. Incredibile come giri sotto ritmo un regista esperto come Matuzalém, che scompare di fronte al giovane dirimpettaio Viviani, scuola Roma e tanto carattere. Büchel, dopo l’infortunio patito a fine ottobre, è irriconoscibile. In difesa le cose vanno un pochino meglio, anche se Mbaye ancora sembra un pesce fuor d’acqua e Coppola risulta fin troppo decisivo per una squadra che dovrebbe andare in Serie A senza se e senza ma.
La classifica, dicevamo, rimane buona, ennesima dimostrazione se servisse di quanto sia equilibrata – o mediocre, a seconda dei punti di vista – questa Serie B. Poteva essere ottima, senza un mese e mezzo di black-out, ma ancora dice che il Bologna è lassù. Urge però cambiare ritmo e farlo alla svelta. Urge ricordare che anche la scorsa stagione una squadra inguardabile rischiava di rimanere in Serie A, pur incapace di segnare persino in allenamento, per i demeriti altrui. La storia è nota, gli altri alla fine decisero di cominciare a giocare a calcio, recuperarono e scapparono. E i rossoblù sprofondarono in B. Quest’anno il riscatto era una bella ipotesi in agosto, ma con l’avvento di Tacopina e Saputo, Fenucci e Corvino, è diventata una necessità: Lopez lo sa, ma forse gli va ricordato con più decisione. E nell’attesa che lo faccia la dirigenza, ci pensa il popolo rossoblù con i fischi. Fischi pieni di paura, di ansia, di rabbia. A chi siede in panchina il compito di trasformarli in applausi.
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