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Errore dopo errore, la fiducia se ne va

Gli errori arbitrali in Serie A salgono al 25%. Numeri che il Bologna sente sulla pelle: serve usare meglio il VAR.

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Arbitro (© Bologna FC 1909)
Arbitro (© Bologna FC 1909)

Meglio delle polemiche, ci sono i numeri, per spiegare, per chiarire. Oggi questi numeri dicono che gli errori arbitrali sono quasi triplicati. Dall’8-9% della stagione 2024/2025 si è infatti passati al 24-25% dell’attuale 2025/2026, una statistica che da sola basterebbe a spiegare il clima di tensione che si respira attorno alle direzioni di gara di Serie A. Ma quando queste percentuali diventano situazioni determinanti e punti che sfumano, allora il malessere non è più un titolo, è realtà.

Un campanello d’allarme che suona anche per il Bologna

Per il Bologna, questo forte aumento non è un dato astratto. È un tema vissuto sulla pelle, giornata dopo giornata. Dopo sole 12 giornate, la squadra di Italiano ha già registrato una concentrazione di episodi avversi che lascia tanto amaro in bocca, nonostante la classifica sorrida ai rossoblù.
Tuttavia, non è una percezione, non è il solito “tutti si lamentano. In questo caso si tratta di un trend, documentato e preoccupante.

E la frustrazione cresce perché questo Bologna, maturo, competitivo, consapevole – e in generale la Serie A – non sta chiedendo privilegi. Chiede che la più grande novità tecnologica del nostro calcio, il VAR, sia uno strumento affidabile e non un generatore di confusione.

“Usare meglio il VAR, non usarlo di più”

Le parole del presidente federale Gabriele Gravina allo Sport Industry Talk sono queste:

L’auspicio è che il VAR si possa usare meglio, non di più.

Frase che pesa come un macigno. Perché è l’esatto stato delle cose: non è la quantità delle review il problema, è la qualità delle decisioni. La tecnologia c’è, funziona, ma viene interpretata in maniera discontinua. E quando la soggettività torna a prevalere sulla chiarezza, il VAR diventa un amplificatore di errori, non un correttore.

Revisione di un sistema

La percentuale del 24-25% non è un rumore di fondo: è un segnale d’allarme. Un invito a rivedere meccanismi, protocolli, tempi di intervento, formazione. Serve uniformità di giudizioni. Serve, soprattutto, una gestione del VAR che sia veramente al servizio delle squadre, non un’entità che genera ansia a ogni contatto in area.

Il Bologna, con la sua storia e con il percorso di rinascita degli ultimi anni, è oggi un modello di competenza e equilibrio. Per questo richiede ciò che dà: equità.

È necessario, pertanto, tenere a mente che un campionato credibile vive sì sulla forza dei suoi club, ma soprattutto sulla credibilità delle sue regole. E quando gli errori triplicano in dodici mesi, il problema non è un episodio: è sistemico.

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