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ESCLUSIVA 1000 CUORI – De Marchi: “L’unione tifosi-squadra sarà fondamentale. Per consolidarsi serve tempo” – 13 ott

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Sette stagioni in rossoblu, non consecutive, quella fascia al braccio e un amore per il Bologna che rende esplicito tutt’oggi, come nel post su Facbook per i 106 anni della società felsinea. Stiamo parlando di Marco Antonio De Marchi, procuratore, tra gli altri, anche di Adam Masina. Lo abbiamo incontrato alla Facoltà di Giurisprudenza dove era ospite per una lezione di diritto sportivo. Tanti i temi toccati, dal Bologna di oggi, con analogie con un Bologna nel quale ha giocato, al mercato di Corvino, passando per le prestazioni di Adam Masina.

Visto che lei di leadership da giocatore se ne intendeva, crede che nel Bologna di oggi manchi davvero un leader?

“Dire che manchi un leader può venir facile visti i risultati, ma credo che nella rosa rossoblu ci siano giocatori che abbiano carisma. Non parlerei di mancanza di leader, anche perché non è un messaggio da dare. Nei momenti di difficoltà sono i giocatori esperti ad essere chiamati a dare quel qualcosa in più che consenta di uscirne. La società ha puntato sui giovani ed è logico che all’inizio ci possano essere delle difficoltà. In ogni caso, sono contento che finalmente la società abbia conferito un indirizzo che mancava da un po’ e abbia deciso di dare responsabilità ai giovani, anche in un contesto complicato come quello della Serie A”.

A proposito di giovani: parliamo di Adam Masina

Ho sempre creduto in lui e apprezzo il grande spessore della persona: con l’insieme di tre aspetti, quello tecnico, quello fisico e quello umano, i risultati arrivano. La Serie A è un campionato molto impegnativo, ma sono contento del suo approccio e di come stia imparando a conoscere la categoria. Ha scelto di prolungare il contratto che lo lega al Bologna, con la società che ha capito il potenziale di questo ragazzo. Masina è molto legato al Bologna e viste le ambizioni e le aspettative di questa nuova società, questa è stata la scelta migliore”.

Se dovesse esprimere un giudizio sull’operato di Corvino?

I giudizi vanno dati alla fine e non credo bastino alcuni risultati negativi per criticare il suo lavoro. È un ds esperto, ha saputo trattenere giocatori importanti e ne ha portati altri molto interessanti. Il mercato è stato molto difficile e vi spiego il perché: quando una società ha il potenziale economico che hanno i rossoblu, può capitare che la società alla quale si vada a richiedere un giocatore, forte di questo, giochi al rialzo. Poi, è stato difficile anche e soprattutto in uscita, ma Corvino ha messo impegno e passione fin dal primo giorno”.

Tornando al Bologna: la situazione attuale è molto simile a quella che lei si ritrovò a vivere il primo anno di Serie A con Maifredi allenatore, nella stagione 1988/89. Come si esce da questi momenti?

“Si, è vero. Anche io ho passato questi momenti e, come il Bologna attuale, anche noi arrivavamo dalla Serie B. Ne perdemmo sei consecutive all’inizio del campionato e non fu una stagione facile, ma alla fine ci salvammo. Ricordo il goal del pareggio al 90’ contro il Lecce, quando mancavano cinque giornate alla fine del campionato. Il Bologna ha bisogno di consolidarsi, ma per farlo serve tempo, non ci si può aspettare che arrivi tutto e subito. Mi viene in mente l’esempio del Sassuolo, squadra che ci ha messo due, tre anni a consolidarsi e adesso è una squadra “fastidiosa” che mira alle zone di medio-alta classifica. Per uscire da questi momenti occorre che tutti remino nella stessa direzione e che continui ad esserci quella meravigliosa unione fra squadra e tifosi, nonostante i risultati negativi”.

foto: bolognafc.it

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