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Bologna

Grandi Pensieri di Mattia Grandi

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L’antitesi della bolognesità d’esportazione in settimana è rappresentata dal successo di Gianni Morandi all’Arena di Verona e dalla notizia dell’annullamento dell’edizione 2013 del Motor Show. L’eterno ragazzo di Monghidoro, presidente onorario del Bologna Calcio, incolla 24.000 anime (12.000 a serata) sui gradoni della storica location veneta e domina gli ascolti in prima serata su Canale 5. Viscerale il legame tra Morandi e la sua, la nostra terra: l’Emilia. Un valzer che pizzica le corde dell’emotività con il testo dialettale della canzone “Bellemilia”, ballata pop folcloristica di Gianluca Taddia. Il racconto di una ferita non ancora completamente rimarginata, la forza ed il coraggio del popolo emiliano davanti alla devastazione che dalla sera alla mattina stravolge la normale esistenza. Si respira un’atmosfera bolognese all’Arena, domina la genuinità, la voglia di divertirsi ripercorrendo la carriera artistica di una delle ultime icone “made in Due Torri”. Successi sempreverdi che attraversano generazioni, canzoni e canzonette che parlano di un’Italia sana, pimpante, vogliosa e sognatrice. Fanno ancora scattare in piedi e battere il ritmo quei pezzi anni Sessanta, sono contagiosi, per chi non li ha vissuti non resta altro che viaggiare sul binario dell’immaginazione. Fotografie in bianco e nero, le feste nei garage, il juke box, il grande cinema, i fotoromanzi, Carosello, Lascia o Raddoppia, la RAI, il Festival di Sanremo visto a casa del vicino che ha la TV, la femminilità pudica dall’inimitabile fascino, il Bologna campione d’Italia ed il figlio di un ciabattino che vende milioni di dischi, rigorosamente vinile. Scatta obbligata la malinconia. “Si stava meglio quando si stava peggio”, frase fatta dalla drammatica attualità. Oggi i sogni costano cari, le aziende chiudono, i giovani scappano all’estero ed il vinile ha lasciato spazio ai freddi mp3. C’è internet, facebook, twitter, le cabine telefoniche non esistono più, è l’era dello smartphone. Il Bologna veleggia al penultimo posto della classifica in Serie A, Bulgarelli, Haller ed altri campioni di quello squadrone giocano davvero in Paradiso. Non c’è più nemmeno Lucio e quella “Vita” cantata da Gianni all’Arena è un pochino meno “Vita”. D’altronde “…è una ruota che gira”, la grande crisi del 2013 sarà ricordata a Bologna anche per l’annullamento della tradizionale kermesse motoristica del Motor Show. Io che sono del 1978 e gli anni Sessanta li posso solo immaginare, tra i padiglioni della Fiera ci ho lasciato un pezzo di cuore. Un appuntamento che scandiva il calendario, vicino al Natale, una bella fuga da scuola per un tuffo nel sogno. Donne e motori, ho consumato rullini fotografici Kodak da 36 pose per immortalare le ragazze più belle d’Italia, me le sarei portate a casa tutte…”Un giorno – dicevo – sarò o un pilota o un calciatore e una di queste me la sposo!”…ho incontrato un giovane Max Biaggi ed un giovanissimo Valentino Rossi, ho stretto la mano a Clay Regazzoni, ho visto Morgan dei Bluvertigo con i Bluvertigo. Era un “must” e un “cult”, ho fatto ore di interminabile fila, ho sgomitato per una bandana o per un gadget. Era bello al mare a Igea Marina dare l’appuntamento agli amici: “Ci rivediamo a dicembre al Motor Show, io abito a Imola, vicino a Bologna”. Adesso però c’è la crisi e le case automobilistiche giustamente girano il sedere, non si può mica andare a fare gli sboroni con gli operai in cassa integrazione. O magari i patacca si vanno a fare a Milano, Parigi, Francoforte che fa più fashion. Bologna perde un altro pezzo, lunga vita a Gianni Morandi.

Mattia Grandi

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