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Il Punto sul Bologna – Interregno

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E dopo la Juve? Lo stesso sentimento provato nel post-Roma, acuito da una giornata di campionato in più appassita alle spalle.
Quattro punti in quattro partite; che è un po’ come sette spose per sette fratelli: la standardizzazione di un equilibrio. Nella media, ed esclusivamente in quella, ci si accorge immediatamente che i punti rimediati rappresentano l’equivalente di quattro pareggi. A ben vedere, se davvero avessimo pareggiato tutte e quattro le gare, saremmo ugualmente preoccupati ma, probabilmente con un filo di serenità maggiore. E questo perché ci avrebbe reso visibile da subito un senso di continuità maggiore, una rasserenante “infilata” di risultati.
Tuttavia, l’utilizzo del condizionale serve proprio a dimostrare il contrario; ovvero che mai come oggi abbiamo un senso di continuità e di prosecuzione. Volendo a tutti i costi essere più critici, verrebbe da dire come sia la prima volta, in realtà, che questo avviene nella storia recentissima del Bfc.
Raccontandola in altro modo, il Bologna ha giocato addirittura meglio nelle sconfitte di Roma e con la Juve rispetto ai punti ottenuti con Inter e Genoa. Questo è un segnale di evidente crescita che, tuttavia, mette in risalto una “fatica” rossoblù nella capacità di produrre goal. Attenzione: non “azioni pericolose” bensì la soluzione finale delle suddette. Essere quindici volte pericolosi sia con la Roma che con la Juventus ed uscire sconfitti in entrambi i casi è una questione da dirimere. Perché vuol dire che per trenta volte circa hai avuto un’occasione per mettere in rete la palla e che quest’ultima sia entrata per davvero solo una volta. Se questo rapporto tra spese e ricavi fosse confrontato con termini economici, spiegherebbe la storia di un fallimento. Ma anche in questo caso, e anche in economia, se rappresentasse comunque una crescita rispetto all’immediato passato (dunque un aumento di occasioni prodotte), dimostrerebbe invece uno sviluppo, una crescita.
Alla fine, la questione posta non rappresenta solo la possibilità di avere visioni contrapposte in qualunque caso; il bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno, per intenderci. No, qui è da intendersi su quale visione riteniamo sia più funzionale ad un gruppo (al quale tutti teniamo con vero affetto perché portano un pezzo di noi addosso, i nostri colori). Probabilmente, porre sotto attenzione il “valore di sviluppo” in questa strada tortuosa e faticosa che si dovrà percorrere, può essere una via proficua (più che del tutto sana). Sulla quale tutti i coinvolti (dai giocatori all’allenatore, dai dirigenti ai tifosi) dovranno in qualche modo convergere. Il tempo passa, il pericolo insidia. Saputo prospetta. Noi che si fa?

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