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Bologna FC

Il viaggio della speranza del tifo bolognese

L’odissea dei circa 200 che hanno raggiunto Riyadh con un viaggio offerto e promosso dalla Lega

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L'ingresso in campo del Bologna contro l'Inter (© Damiano Fiorentini)
Il tifo della Curva Bulgarelli (© Damiano Fiorentini)

Che la volontà della Lega non combaci con quella del tifo è fatto noto e risaputo. L’istituzione e le società interessate cercano profitti e visibilità: in questa direzione, la formula ed il luogo cui disputare la Supercoppa Italiana divengono delle necessità impellenti. Chi percepisce questo processo come una privazione di passione o perdita di attrazione è il tifoso. Non quelli finti -o giù di lì- che sventolano le bandierine e agitano frettolosamente le mani con gli smartphone in mano; le scene abituali che giungono dall’Arabia Saudita sono, quantomeno, esilaranti. A farne le spese, in questa edizione, e più di altre volte è stata una comitiva di tifose bolognesi.

Cosa è successo a Riyadh

Un viaggio lungo, dispendioso e complicato lavorativamente è la premessa che ha messo in marcia poche persone. Chi rompe il silenzio è Katia Serra, ex calciatrice azzurra e responsabile del settore femminile dell’AIC. «Sono stati giorni di grande disagio. Già all’andata le operazioni di sbarco erano durate due ore e mezza, perché sul charter c’erano duecento persone, delle quattro tifoserie, e siamo stati sbarcati in dieci alla volta, col risultato che invece di passare dall’albergo dopo un lungo viaggio ci hanno portato direttamente allo stadio, dove siamo arrivati mezz’ora prima del calcio d’inizio di Milan-Napoli.» Il volo, effettuato da una sconosciuta compagnia polacca, era stato offerto dalla Lega ai tifosi delle quattro squadre. Quaranta di questi erano rossoblù, scelti dal CBC (Centro Bologna Clubs)

Tra questi, afferma Serra, circa trenta erano sostenitrici. Il gesto simbolico di una comunità (quella bolognese), che conferma di essere avanti anni luce a parecchie altre realtà italiane. «Mi hanno proposto di essere nel gruppo e ho accettato con entusiasmo. Una bellissima iniziativa, ispirata da un senso di inclusione che è proprio della nostra città. Solo tra i tifosi del Bologna ho notato una così alta presenza femminile.»

Tifo gioioso ma…

Venerdì sera dopo l’impresa e con in circolo, ancora, la frenetica adrenalina, è iniziato il tormentoso viaggio di ritorno. Il gruppo è stato scortato direttamente dallo stadio in direzione aeroporto e fatto salire sul charter: qui i presenti hanno dovuto aspettare due ore prima di ripartire in direzione Napoli. Un disagio che non ha avuto spiegazione. Dopodiché, i passeggeri atterrati nel capoluogo campano, non avevano ricevuto le carte d’imbarco: questo ha generato rabbia e disappunto poiché il viaggio per i presenti terminava verosimilmente lì; non avrebbero potuto proseguire oltre. 

Non finisce qui, testimone Katia Serra, perché il volo è stato bloccato dalle autorità italiane. «Eravamo in pratica degli abusivi, e per sbarcare abbiamo dovuto attendere tre ore e mezza sull’aereo.» A questo punto ognuno ha dovuto agire personalmente per rientrare in città, prendendo d’assalto la biglietteria dei treni. Sono arrivate in seguito le scuse della Lega, indirizzate al tifo rossoblù. Sarà previsto un rimborso dell’ente e proposte aggiuntive come ingressi negli stadi, abbonamenti alle pay-tv. Una vittoria agrodolce: una trasferta evitabile ma al cuor ed al rossoblù non si comanda.

Fonte: Marco Tarozzi, Più Stadio

 

 

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