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INGESSON – “A muso duro”: omaggio a Klas (contiene video) – 8 Nov

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Un ricordo toccante, uno stadio commosso, tutti in piedi a cantare il suo nome. Una curva intera che gli rende omaggio con un meraviglioso striscione con accanto la sua maglia numero 8. Già, perché a Bologna quello non è, e non sarà mai, un numero qualsiasi e se lo indossi devi onorarlo. Klas ci è riuscito alla grande come testimonia lo splendido striscione esposto dalla curva: “Avevi un numero pesante sulla maglia l’hai onorato in ogni battaglia. Ciao Klas”. Quella curva per la quale Klas è stato un idolo, quella curva che lo ha amato alla follia per quel suo modo di essere, per quel suo lottare su ogni pallone, per quel suo dare tutto per i colori rossoblu. Un guerriero che ha lottato fino alla fine anche fuori dal campo, quando si è trovato ad affrontare le difficoltà della vita. Una vita che, per parafrasare Bertoli, ha affrontato a “Muso duro”, andando avanti lì, dove molti si sarebbero arresi. No, nel vocabolario di Klas, la parola arrendersi non esiste, in vita sua ha mollato solo per “10 secondi quando mi dissero che ero malato” come disse in una toccante intervista .

Oggi c’erano anche i suoi ex compagni a rendergli omaggio. Hanno fatto un giro del campo, con la sua maglia. Da Paramatti a Pagliuca, da Signori a Tarantino, passando per Mangone, Tarantino,Paganin, Bia, Gallicchio e Magoni, erano tutti lì per lui. C’era anche Francesco Guidolin, l’allenatore di quel grande Bologna in cui giocava Klas. Emozioni forti e tanta commozione al Dall’Ara quest’oggi, e ad essere sinceri, la partita per un momento è passata decisamente in secondo piano.

Un ricordo splendido che mi ha spinto a lasciare questo mio omaggio a Klas, vestendo per  un attimo i panni di colui per il quale Klas Ingesson è stato un idolo dentro, ma soprattutto fuori dal campo.

L’ho amato per la grinta, l’ho amato per quel suo lottare su ogni pallone, come se ogni pallone potesse essere quello decisivo. L’ho amato perché era un leader silenzioso, perchè era un grande uomo. L’ho amato perché quando lo vedevi correre in mezzo al campo, magari rincorrendo il suo avversario anche per 40 metri del campo, per andargli a sradicare il pallone, capivi che Klas era un giocatore speciale. L’ho amato per quel suo modo di affrontare la malattia. L’ho amato anche quando allenava l’Elfsborg, perché in una partita andò a salutare i suoi tifosi nonostante fosse sulla sedia a rotelle. Questo era Klas Ingesson: un guerriero, un idolo, una figura senza la quale ci sentiamo tutti più soli.

Grazie Klas per tutto quello che ci hai insegnato, grazie per le emozioni che ci hai regalato e che ancora continui a regalarci, come nel pre partita col Carpi. Semplicemente grazie di tutto guerriero.

PER SEMPRE “KLAS KLAS INGESSON”!


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