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L’altro spogliatoio: la forza offensiva del Monza di Raffaele Palladino

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Entusiasmo alle stelle per il Bologna di Thiago Motta, che oggi affronta il Monza per fare un altro grande passo avanti in classifica. Di fronte, però, ci sarà un avversario agguerrito come il Monza di Raffaele Palladino, tre punti dietro il Bologna in classifica, ma che dopo la vittoria con la Juventus e il pareggio agguantato nel finale contro la Sampdoria arriva molto motivato.

MODULO E ATTEGGIAMENTO. Allievo di Gasperini e Juric, Palladino ripropone i concetti dei due allenatori cercando di avere più equilibrio e meno spregiudicatezza. Dopo aver lavorato con pazienza sulla squadra, sui movimenti e le caratteristiche degli uomini a disposizione, l’allenatore campano ha trovato il vestito adeguato al suo Monza nel 3-4-2-1.  Grazie a questo modulo, il Monza fornisce adeguata copertura alla difesa che può giocare uomo su uomo alzando il pressing sugli avversari.

I brianzoli non lasciano, o perlomeno cercano di asfissiare la manovra avversaria fin dal palleggio iniziale cercando di costringere gli avversari a lunghe giocate verticali, spesso preda della cerniera di centrocampo o dell’anticipo dei difensori. La riaggressione, dopo la perdita del possesso del pallone, è un elemento difensivo fondamentale per il Monza, che non può lasciare troppo campo agli avversari, non avendo una struttura difensiva particolarmente abile se costretta a difendere bassa. Tuttavia, Palladino ha trovato il giusto bilanciamento, riuscendo a coprire anche qualche deficit qualitativo della sua squadra.

ATTACCO. Il Bologna dovrà poi fare attenzione all’attacco dell’area da parte del Monza. La squadra lombarda attacca l’area con almeno 4 calciatori. I brianzoli hanno un centravanti e due trequartisti, con l’inserimento di Ciurria come esterno destro è in grado di portare fino a 6 uomini in area di rigore e quello di almeno uno dei due centrocampisti. Non è un caso se Carlos Augusto, esterno sinistro, con 4 reti sia il miglior marcatore della formazione di Palladino.

 

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