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Lezioni di Italiano – Hic et Nunc

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Vincenzo Italiano, allenatore del Bologna (© Damiano Fiorentini)
Vincenzo Italiano, allenatore del Bologna (© Damiano Fiorentini)

Dopo un mese di Italiano (al netto della sosta con la nazionale), il lavoro di Vincenzo incomincia a manifestarsi e a “farsi” sostanza. Ieri una prima riprova, contro una super Atalanta, che per 40 minuti ha giocato in 11 contro 10, passando solo all’ultimo respiro, con un invenzione di Samardzic. E in quei minuti è stata in grado di schierare contemporaneamente giocatori come Zaniolo, Samardzic, Pasalic, Cuadrado, Retegui e Lookman. Giocatori che, come dei caccia bombardieri, hanno bombardato la porta di Skorupski. Eppure, due pali a parte, la linea difensiva a 6 (Italiano aveva inserito anche Erlic e Holm, oltre al cambio di Casale per Orsolini) ha dato la sensazione (magari non nettissima) di reggere. E, senza l’autentica invenzione dell’ex Udinese in “zona Cesarini”, tutta la posta in palio sarebbe rimasta sotto le due torri.

I paragoni rischiano di non farci vedere lucidamente la realtà

Premettiamo che non è un gioco che ci stuzzica, ma proviamo a portare una riflessione, che vada al di là di un banale e semplicistico “era meglio, era peggio”.

La classifica, dopo sei giornate, è la stessa della scorsa stagione e ci vede a 7 punti (11esimi la scorsa stagione, 12esimi quest’anno, in attesa che si giochino gli ultimi turni). 7 punti frutto di quattro pareggi, una vittoria e una sconfitta. La vittoria e la sconfitta, però, di questa stagione si sono avute con il Monza (fuori casa) e con il Napoli (al Maradona). Dettagli, forse, ma è sempre giusto riportarli, per avere un quadro corretto e completo. La scorsa stagione la vittoria fu con il Cagliari in casa e la sconfitta contro il Milan, sempre fra le mura amiche.

Oggi la squadra, che ha patito un numero importante di infortunati e a cui manca il suo uomo migliore (Ferguson), è probabilmente tecnicamente meno forte di quella della scorsa stagione. E però giusto sottolineare che se Castro è quello di questi tre ultimi match, la sua vena realizzativa è anche migliore di quella di Zirkzee. E Santi, si è visto ieri, è capace di fare reparto da solo. Quindi proviamo a pensare quando, rientrando Ferguson, cosa potrà esprimere questa squadra, con un Dan Ndoye in perfetta forma e un Orsolini formato Nazionale.

Ma tornando alla squadra, il Gruppo sta venendo fuori alla distanza, seguendo i dettami del suo tecnico, che predica un calcio di pressing altissimo e di dinamismo estremo. E fin che la rosa regge questo tipo di calcio dispendiosissimo, potremo vedere anche risultati importanti, soprattutto se la numerosità degli infortuni si ridurrà drasticamente.

Cosa ha cambiato Italiano dalle prime partite

Vincenzo dopo Udinese e Napoli (ma forse anche Empoli), ha fatto un percorso di trasformazione, leggendo e capendo le problematiche del suo “11”.

Ha iniziato con l’abbassare il baricentro di una ventina di metri, prendendo così meno contropiedi sanguinosi. Ha ritrovato la sua coppia principe di centrali (Beukema e Lucumi) e da Posch e da Lykogiannis sta ottenendo un ottimo contributo all’intero pacchetto difensivo.

Charalampos Lykogiannis - Bologna FC

Charalampos Lykogiannis (© Damiano Fiorentini)

Il Centrocampo, il settore da monitorare e gestire da parte di Italiano

La zona nevralgica, però, è quella del centrocampo, dove siamo leggermente in difficoltà . Il perchè siamo in difficoltà è presto detto: su 8 componenti del reparto, solo Freuler, Moro e Fabbian non hanno avuto problemi fisici in questi due mesi. E ad oggi sono ancora in “allenamento differenziato” Ferguson, El Azzouzi e Pobega, con quest’ultimo pronto al rientro. Con soli 5 elementi fra titolari e panchina diventa importantissimo tutelare Freuler e non spremerlo: perchè senza di lui, al momento, si spegne la luce nel gioco del Bologna.

Remo Freuler, titolarissimo del Bologna , pronto per Monza ©Damiano Fiorentini

Remo Freuler, titolarissimo del Bologna , pronto per Monza ©Damiano Fiorentini

La davanti brilla la luce di Castro, il resto è ancora penombra

Provate a pensare come il sistema di gioco di Italiano sia un flipper ad alta intensità : l’esplosione del giovane Santiago è la più bella notizia, con 3 centri consecutivi. La proiezione (3 gol in sei giornate) fanno di Castro un goleador in doppia cifra stagionale, che per il suo primo anno d’Italia è tantissima roba. Ma adesso occorre costruirgli intorno un gioco efficace da parte degli esterni (che con i cross potrebbe essere utile per Dallinga, più uomo d’area che attaccante di manovra).

Con Cambiaghi fuori causa fino a gennaio, il peso attuale delle fasce è tutto su Orsolini, Ndoye (per adesso il migliore), Odgaard (che forse è più punta centrale che esterno), Dominguez (col Parma proviamolo, eh?) e Iling-Junior. E le fasce nel gioco d’Italiano, dopo tre mesi, sono da sostituire per consunzione, tanto vengono spremute. Per questo a Italiano hanno previsto 6 giocatori di fascia, alcuni intercambiabili, perchè l’efficacia del suo gioco sugli esterni abbia tutta la sua funzionalità.

La foto di ieri che riprendeva Jesper

Già fra i giocatori di fascia ci sarebbe anche Karlsson, che in una foto di ieri con i compagni sotto la curva, palesava un’espressione di sottile mestizia.

Poco utilizzato, in oltre un anno, in campionato, fuori dalla lista Champions, Jesper si sta chiedendo che futuro potrà avere in questa avventura a Bologna.

A Karlsson possiamo solo suggerire di vivere a pieno questo momento sotto le Due Torri, hic et nunc, come i suoi compagni, pensando solo partita dopo partita. Il Bologna ha bisogno del miglior Karlsson, Jesper ha bisogno di giocare e far vedere tutte le sue qualità, che sono tantissime. Perchè il Bologna necessita del suo talento per rincorrere, di nuovo, il sogno europeo. Forza Jesper, noi non Ti molliamo, ma Tu devi crederci fino in fondo.

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