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Rdc – Maifredi:” Questa squadra può e deve fare di più” – 07 Feb

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Oggi Il Resto del Carlino propone un’intervista a Gigi Maifredi, allenatore del Bologna dall’87 al ’90 e di nuovo nel ’91. Con lui i rossoblu ottennero una qualificazione in Coppa Uefa. Ha parlato del Bologna e del suo prossimo impegno contro l’inter, di Donadoni e dello stato di salute in cui versa il calcio italiano. Di seguito riportiamo alcuni estratti dell’intervista fatta da Massimo Vitali.

“Da fuori non è facile giudicare, però se guardo l’organico del Bologna e quello della Samp non vedo differenza di valori. Questa squadra può e deve fare di più. Vedo prestazioni senza rabbia e da questo punto di vista la squadra dovrebbe farsi un esame di coscienza. Fare la A è un privilegio che ti dà notorietà e soldi, specie in una piazza ricca di gloria come la vostra: privilegio che va conquistato giorno dopo giorno. La storia che Bologna è un’oasi felice e una piazza ideale per fare calcio è verissima, ma non bisogna approfittarsene, perché il tifoso bolognese ha il palato fine, non puoi propinargli una misera salvezza. E se ti battezza male ti taglia fuori per sempre”. 

Ha parlato anche di Donadoni e del suo atteggiamento nell’affrontare le sconfitte: “Donadoni è stato un giocatore immenso, ma ammetto che come tecnico non lo conosco: non so come prepara le gare o come lavora durante la settimana. Vedo invece come commenta le sconfitte: è troppo gentleman, sembra che si faccia scivolare addosso le cose. Ora non dico che il prototipo debba essere Gattuso, ma scuotere la squadra a volte è necessario.” Spazio anche a considerazioni sul rapporto tra Destro e Donadoni e sulla scelta di Verdi: “L’attaccante fiuta subito se ha la fiducia del suo allenatore. E’ il ruolo più delicato di tutti. Verdi ha fatto bene a restare: nel Bologna ha quella continuità che al Napoli non avrebbe trovato. Purtroppo il diavolo ci mette sempre la coda e Verdi è finito ko”.

La prossima sfida di campionato Inter-Bologna l’ha definita “derby tra deluse” e ha tracciato un veloce profilo di Spalletti e della sua squadra:“Spalletti non è certo l’ultimo arrivato, ma non è nemmeno ‘top’ . Aggiungo che quando entri in una casa dove c’è un caos pazzesco rimettere a posto le cose all’inizio non è difficile: il difficile comincia quando devi indicare una direzione. Se Icardi non segna e i due esterni, Perisic e Candreva, non sono più i giocatori di inizio stagione nulla vieta di cambiare modulo”.

Infine Maifredi ha detto la sua sul calcio italiano nel suo complesso e sulla Nazionale: Siamo a un punto zero e per ripartire ci vorrebbe un approccio nuovo. Negli anni ’80 spuntammo io e Zeman e nel solco s’inserì Sacchi. Oggi un innovatore del genere all’orizzonte non lo vedo. Di Biagio ha di sicuro più esperienza internazionale di Ventura, ma il ct a tempo per fare due amichevoli mi sembra il classico pasticcio all’italiana”.

(Foto Calcio news 24)

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