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Bologna

Renzaccio e Civ: formidabili quegli anni

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Ulivieri c’è. Non potrebbe essere altrimenti, perché questa sera, sul playground “Gianni Cristofori” dei Giardini Margherita, si celebra ed onora un amico. L’idea di Franz Campi e Simone Motola, ideatori della kermesse “Storie e libri di sport”, è semplice: a Bologna ha vissuto, lavorato e lasciato l’impronta un grande giornalista e scrittore, Gianfranco Civolani; uno di quei pochi che hanno saputo elevare il giornalismo sportivo ad arte, e che dunque a distanza di quattro anni dalla scomparsa merita un richiamo, un’attenzione da quelli che lo hanno conosciuto e in qualche modo amato. Stasera saranno in tanti, e ognuno racconterà perché al grande Civ deve qualcosa. Quando gli organizzatori dell’evento lo hanno contattato, Renzo Ulivieri ha liberato spazio nella sua agenda come sempre ricca di impegni, e ha assicurato la propria presenza.

AMICIZIA. «Gianfranco è stato un amico vero, per me», ricorda Renzaccio. «Credo che verrà fuori una serata di quelle che sarebbero piaciute a lui, nel suo spirito. Con molta commozione ma anche tanta ironia e una buona dose di sorrisi. Quando venni a Bologna per salutarlo un’ultima volta, al suo funerale, si percepiva la tristezza di tanta gente che magari neppure lo conosceva, ma che era venuta a dirgli addio perché aveva ricevuto qualcosa da lui. Fu un momento tristissimo, perché avevo perduto un amico vero. Stavolta sarà diverso, cercheremo di alimentare il ricordo di un uomo dal carattere particolare ma dal cuore unico».

RICORDI. Sarà l’occasione per aprire lo scrigno dei ricordi più preziosi. «Con Gianfranco abbiamo condiviso storie anche abbastanza segrete, e per l’occasione ne ricorderò qualcuna. Momenti speciali che si accendevano tra due uomini un po’ in là negli anni che si conoscevano anche senza doversi spiegare, e che a volte si parlavano per cenni, per ammiccamenti. Capitava ci si intendesse anche in una sala piena di altra gente, perché in fondo noi si parlava lo stesso linguaggio».

CATEGORIE. Vola indietro nel tempo, Ulivieri, fino a quell’estate del 1994, quasi trent’anni fa, in cui arrivò a prendere il timone della squadra precipitata in Serie C. Il giorno della presentazione ufficiale, a Casteldebole, in mezzo agli altri c’era anche il Civ.
«Ci conoscevamo da tempo, naturalmente. Ricordo che forzai un po’ la mano, per far capire che bisognava volare bassi, perché mi sembrava si vivesse un po’ troppo nel ricordo e occorresse un veloce ritorno alla realtà. Allora feci quel famoso discorso: “siamo una squadra di Serie C, una società di Serie C, con giocatori di Serie C, in una città di Serie C”. Poi feci una pausa studiata e aggiunsi “con giornalisti di Serie C”. Fu allora che Gianfranco si alzò dicendomi “di Serie C sarai tu, noi siamo di Serie A!”. Gli risposi che in quell’anno il derby di cui avrebbe dovuto scrivere sarebbe stato Bologna-Crevalcore… Un siparietto indimenticabile»

GUIDA. Il mitico Civ, insomma, stasera torna a dare lezione. A tutti quegli “allievi” che devono a lui qualcosa del loro modo di affrontare la professione, del loro stile, del loro rigore. Saranno in tanti, coordinati da Emanuele Righi che insieme al “maestro” (ma guai a dirglielo, s’intende) ha condotto trasmissioni sul filo dell’ironia, dello spettacolo e della polemica. Perché questa era una delle qualità di Gianfranco Civolani: mettersi in gioco accanto a colleghi giovani o anziani, trattandoli tutti alla stessa maniera. Con le sue idee e le sue convinzioni, ma anche con due capacità che non sono di tutti: quella di tornare sulle proprie certezze quando necessario, e quella di ascoltare il prossimo.

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