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RS – STADIO: In Brasile ricordano Eneas, che non fu un bidone – 04 ago
L’edizione odierna di Stadio ci racconta di come un mese fa, durante i Mondiali, in un impolverato scaffale in Brasile i redattori abbiano trovato un libro che celebrava Eneas, il brasiliano che nella stagione ’80/’81 fu considerato il primo “bidone straniero” della storia moderna del Bologna, quella che parte cioè dalla riapertura delle frontiere.
E viene da domandarsi chi fosse davvero questo trequartista di colore, idolo del Portuguesa, leggendo il libro. Già il titolo, che recita “Re Eneas, un genio dimenticato”, fa capire la differenza di peso e di apprezzamento che i suoi connazionali hanno avuto per il simpatico brasiliano, che in Italia viene ricordato per i tanti errori, le esultanze pittoresche ma inutili, l’avversione per il freddo. Era un campione vero, invece, simbolo della lotta al razzismo, una fugace ma significativa esperienza persino con la Nazionale brasiliana, dotato di una tecnica che lo faceva definire “un campione che gioca come un bambino”. Era soprattutto simpatico e di buon cuore, in Italia non si ambientò e fu circondato da una squadra di brocchi: il suo Bologna fece male, ma mantenne la categoria, mentre l’anno dopo arrivò la Serie B. Insomma, forse non era colpa sua. Anzi, quasi certamente. Morì giovane, in seguito ad un incidente automobilistico. Bologna lo pianse. Pianse il giovane, pianse il personaggio, la simpatia. Secondo i brasiliani avrebbe dovuto piangere anche il campione. E non è mai troppo tardi per riabilitare una figura sicuramente – e ingiustamente – giudicata troppo affrettatamente da un calcio, quello italiano, che troppo spesso si sente di avere la verità in tasca e una risposta a tutto.
NdR: ho parlato di Eneas anche in una delle mie “storie”, se vi va potete leggere la sua carriera, la sua esperienza in Italia e la sua tragica scomparsa a questo LINK.
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