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Stadio – L’intervista a Schouten: “Andiamo a prenderci l’Europa”

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Jerdy Schouten, centrocampista olandese autore di due gol in 102 gare ha rilasciato una lunga intervista a Stadio, nella quale sono emersi i suoi punti di vista su Motta, la squadra e gli obiettivi da porsi e da raggiungere. Giunto in anticipo di cinque minuti rispetto all’appuntamento si è subito dimostrato disponibile e con le idee chiare.

La partita di oggi a Verona sarà la più facile?

“Può sembrare così ma non lo è. Loro giocano per la salvezza quindi avranno grinta da vendere, se ne avremo altrettanta anche noi vinceremo”.

Quanto conta il calore del pubblico?

“Tanto, a Verona però avremo molti tifosi dalla nostra parte a cui dobbiamo regalare un bel risultato”.

In tanti vi stanno facendo i complimenti, siete diventati un nuovo modello Atalanta? Cosa significa essere un modello?

“Diventi un modello quando ogni anno migliori rispetto al precedente. Non dobbiamo guardare ad altre squadre ma rivendicare la nostra unicità, siamo il Bologna e continuando a lavorare così otterremo bei risultati.”

Perciò il prossimo anno andrete in Europa sicuramente?

“Dipende da come chiudiamo questa stagione; noi vogliamo salire sempre di più e se questo coincide con l’Europa andiamocela a prendere. In spogliatoio non ne parliamo neanche, parliamo solamente di migliorare e salire per arrivare più in alto possibile”.

La partita successiva contro la Juve sarà uno spareggio? Ci sarà Arnautovic? Come sta?

“Sicuramente la gara con la Juve è importante e affascinante, ma prima di tutto abbiamo il Verona, se non facciamo punti al Bentegodi poi che ci serve vincere contro la Juve? Per quanto riguarda Arnautovic non lo so. E’ difficile non essere nel gruppo e non puoi essere felice; lui vorrebbe giocare e tornare a far gruppo con noi”.

Che ne pensa di Zirkzee?

“Sta giocando molto bene secondo me, ha tantissima visione di gioco e tecnica che ci sta mostrando”.

Per quanto riguarda Motta? Cosa si aspetta da lei?

“Lui si sta focalizzando molto sul collettivo, ci fa lavorare in gruppo ed è uno dei motivi del nostro miglioramento. Il mister vuole che io sia disponibile a chiedere la palla e stare in mezzo al gioco. Lo sto facendo ma posso senz’altro migliorare, come già sono migliorato se guardo a quando sono arrivato; sia come giocatore che come persona. Sono Più maturo più grande”.

Motta preferisce il dialogo o si impone?

“Certe volte fa il duro, ma in realtà comunica tanto con noi confrontandosi e chiedendo spesso il nostro punto di vista anche se, com’è giusto che sia, alla fine è lui a prendere le decisioni”.

Le piace che la chiamino Professore?

“Mi ci chiamano i compagni è vero, però mi ci chiamava pure Mihajlovic, quindi è bello anche così”.

Chi l’ha stupita di più in questa stagione?

“Sicuramente Ferguson; fa sempre la cosa giusta ed è un grande vantaggio averlo al tuo fianco”.

Si dice che lei abbia imparato l’italiano in tre mesi.

“E’ molto importante comunicare bene, quindi ho studiato e in pochi mesi l’ho imparato, mi piace studiare una cosa se la trovo interessante, mi ci applico. Se non avessi fatto il calciatore avrei sicuramente studiato qualcosa con la matematica. La geometria, ad esempio, mi piace moltissimo e in qualche modo la sto applicando sul campo di gara”.

Mihajlovic parlò di lei come di un incedibile.

“Difficile rispondere. Sicuramente gioco molto e quindi sono importante sul campo, sento su di me molte responsabilità”.

Le piace Bologna?

“Moltissimo, è una città dalla giusta dimensione, non troppo piccola né troppo grande. Amo vivere qui”.

Ha avuto paura quando a 19 anni ha rischiato di dover smettere per una sindrome compartimentale?

E’ stato un periodo terribile, ma non ho mai perso la fiducia e la voglia di non lasciare la mia passione calcistica. Dopo aver girato cinque ospedali mi hanno trovato il problema e operato due volte alle gambe. Sono stato fermo per i successivi undici mesi”.

E quando lo scorso anno ebbe quel lungo stop?

“Sentivo molto dolore anche se i medici non trovavano niente. Ma il dolore era reale perciò mi fu fatta una scansione 3D del mio corpo dove emerse la causa, che mi ha costretto a quella lunga pausa”.

Si è sentito poco valorizzato in Olanda?

“Quando alla vigilia dei Mondiali in Qatar Gullit si è detto sorpreso di non avermi visto tra i convocati per me è stato un grandissimo complimento. Ma non mi sono mai sentito poco valorizzato in Olanda, ho scelto il Bologna ma l’obiettivo rimane ancora la nazionale che, però, passa dai risultati che otterrò qui”.

 

(Fonte: Stadio – Giorgio Burreddu)

 

 

 

 

 

 

 

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