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The Day After – 21 Apr

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La passione del Bologna ( e dei tifosi)

Difficile, se non estremamente complicato, commentare una partita come quella andata in scena ieri sera allo “ Juventus Stadium”: perché nonostante una sconfitta onorevole ( nel risultato, che avrebbe potuto esser ben più rotondo e non di certo in una prestazione scialba, anche se giustificata da evidenti alibi) c’è ben poco da stare allegri. Pochissimo, per la precisione.

Certo, non sono queste le partite da vincere, ma un dubbio sorge: perché se perdi sia contro le grandi, sia contro le tue dirette rivali, quali squadre puoi considerare effettivamente alla tua portata per ottenere i tre punti?

Finisse oggi il campionato, nel giorno di Pasqua, il Bologna sarebbe retrocesso: d’altronde, non si può sempre sperare sulle sfortune altrui. E’ la legge dei grandi numeri. Vincono Catania ( ma questo poco importa in fondo) e soprattutto Sassuolo ( a pari punti coi felsinei, ma in vantaggio negli scontri diretti): lo psicodramma può avere il suo naturale e logico inizio.

Senza cadere nella più mera e banale blasfemia, si potrebbe tentare un parallelo evangelico per la complicata situazione in scena a Casteldebole: perché a quattro giornate dalla fine, quella che all’orizzonte si prospetta per il Bfc in toto non è altro che una vera e propria via crucis. La passione di Ballardini and company. O meglio: la passione dei tifosi, costretti a rivivere e prepararsi a finali al cardiopalma inadatti per i deboli di cuore.

Non si può vincere a Torino contro la Juve schiacciasassi: d’accordo, lo abbiamo già detto, ma da qui alla fine, contro chi si potranno fare i fatidici punti ( almeno sei-sette) per centrare l’obiettivo-salvezza?

Il calendario parla chiaro: quattro partite ad alta tensione, senza un minuto di tregua. In successione: Fiorentina al Dall’Ara ( per quello che si prospetta uno dei derby dell’Appennino più infuocati dell’ultimo decennio), Genoa a Genova, Catania in casa ( partita chiaramente da dentro e fuori) e Lazio in trasferta.

Il futuro, oggi come non mai, pare avvolto da un fitta nube impenetrabile: a 360 minuti dalla fine del campionato, tutto è ancora inesorabilmente aperto. Sia chiaro, non che le altre abbiano un calendario facile, anzi, specialmente nel caso di Livorno e Sassuolo si può parlare benissimo di missione al limite dell’impossibile. Il problema è un altro.

Il vero ostacolo tra il Bologna e la salvezza, pare sciocco dirlo, è il Bologna stesso: come potrà una squadra incapace di segnare e vincere partite, racimolare da qui alla fine quel tot di punti necessario per salvarsi? In qualche modo dovrà fare, se davvero vorrà conservare le categoria,: magari spinto ancora una volta da quello splendido ed inaffondabile pubblico diventato, in questa travagliata ed orrida stagione, il proverbiale dodicesimo uomo in campo.

Quando il gioco si fa duro…

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