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Il bello dell’ordinario

Dobbiamo preservare gli sport

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FIFA (© depositphotos)
FIFA (© depositphotos)

Da quando ci è venuto in mente che, nel mondo dello sport, le cose belle devono essere solo quelle straordinarie? Ora sembra quasi che non ci si possa divertire per uno 0-0 o durante un match con poche reti, bisogna rendere tutto troppo. Troppo show, troppa qualità, troppo intrattenimento. Non stiamo dicendo che ogni cosa andasse meglio prima. Forse, però, almeno nel mondo dello sport, bisogna fare un’analisi. Perché il calcio non è un film di Hollywood e il rischio di alcune riforme che sembra possano prendere atto è che si snaturi un gioco che è bello così com’è.

Quando la regole è in… fuorigioco

Negli ultimi giorni, si continua a parlare delle regole sul fuorigioco. L’idea avuta da Wenger per modificare l’attuale norma promuoverebbe un passaggio epocale, radicale, al concetto di luce. In pratica, un giocatore sarebbe considerato in offside unicamente con tutta la sagoma al di là del difensore. Al di là dell’apparente ingiustizia nei confronti dei difensori, che devono tuttora essere abili a muovere la linea, l’impressione è che ci si stia muovendo verso il modello spettacolarizzato degli sport in America. D’altronde, che il Mondiale si giochi là non è un caso.

Un calcio da NBA

Nel corso degli anni, cos’è che ha radicalmente trasformato la NBA, rendendola ciò che è oggi? In fondo, l’esigenza di rendere uno spettacolo ogni incontro. Sempre meno garanzie alle difese in regular season, ben 82 incontri e show durante i timeout. Sul volume stagionale delle gare, ci stiamo avvicinando parecchio. Sugli show durante i timeout, anche – durante la finale dei Mondiali ci sarà il primo Halftime Show della storia della competizione – e, ora, rischia cambiare anche l’equilibrio tra l’attaccante e chi deve impedirgli di fare gol. Il problema non è la NBA, che comunque è un modello apprezzato e di qualità, e non è la singola regola che potrebbe alterare i manuali di storia del pallone.

La Coppa del Mondo FIFA ( ©:Depositphotos)

La Coppa del Mondo FIFA ( © Depositphotos)

No, il vero dilemma riguarda la vendita delle emozioni, è diventata, per così dire, una lotta etica. Perché sembra quasi che le istituzioni vogliano minimizzare le emozioni semplici del calcio, rendendolo qualcosa che piace, forse, a un bambino che si vuole staccare dal telefono e cerca dell’intrattenimento puro. Ma bisogna capire che lo sport è un gesto semplice, lo possono replicare tutti. Ed è questo il suo bello, ciò che dobbiamo preservare: la semplicità genuina che ci ha fatto amare, che ci ha permesso di scegliere le nostre discipline preferite.

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