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Calcio

Storie di Bundesliga – Giornata 14sima e Paul Breitner

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Bundesliga

La storia di oggi, oltre all’analisi della quattordicesima giornata di Bundesliga, riguarda Paul Breitner

GIORNATA 14

UNION BERLINO – RB LiPSIA 3-1
57′; Burke (U), 60′; Gomis (L), 63′; Ansah, 90+3′; Starke (U)
EINTRACHT FRANCOFORTE – AUGUSTA 1-0
68′; Dôan
BORUSSIA MÖNCHENGLADBACH – WOLFSBURG 1-3
4′; Wimmer (W), 22 aut. Koulierakis (BM), 30′; Amoura, 34′; Wimmer (W)
ST. PAULI – HEIDENHEIM 2-1
35′; 53′; Kaars (SP), 64′; Pieringer (H)
HOFFENHEIM – AMBURGO 4-1
8′; Prömel, 31′; Kabek, 65′; Lemperle, 72′; Asllani (H), 82′; Philippe (A)
BAYER LEVERKUSEN – COLONIA 2-0
66′; Terrier, 72′; Andrich
FRIBURGO – BORUSSIA DORTMUND 1-1
31′; Bensebaini (B), 75′; Höler (F)
BAYERN MONACO – MAGONZA 2-2
29′; Karl (B), 45+2′; Pootulski, 67′; Lee (M), 87′; Kane rig. (B)
WERDER BREMA – STOCCARDA 0-4
40′; El Khannouss, 44′; Leweling, 79′; Undav, 90+7′; Führich

CLASSIFICA della Bundesliga

Bayern Monaco 38
RB Lipsia, Borussia Dortmund 29
Bayer Leverkusen, Hoffenheim 26
S6toccarda 25
Eintracht Francoforte 24
Union Berlino 18
Friburgo 17
Colonia, Werder Brema, Borussia Mönchengladbach 16
Amburgo, Wolfsburg 15
Augusta 13
Heidenheim, St. Pauli 11
Magonza 7

Sfiora il colpaccio all’Allianz Arena il fanalino di coda Magonza: il Bayern evita il tonfo solo a tre minuti dalla fine su rigore. Non ne approfittano però le inseguitrici: il Lipsia cade a Berlino e il Dortmund non va oltre il pari a Friburgo. Fanno passi avanti verso l’Europa il Bayer Leverkusen, all’inglese sul Colonia, l’Hoffenheim, che travolge l’Amburgo, e lo Stoccarda che piazza un poker a Brema. Bene anche l’Eintracht Francoforte, di misura sull’Augusta, mentre il Gladbach scivola in casa contro il Wolfsburg. Successo preziosissimo del St. Pauli sui diretti concorrenti dell’Heidenheim.

Nell’Olimpo del calcio tedesco, un posto lo merita certamente lui. Campione d’Europa e del mondo, dieci titoli nazionali e una Coppa dei Campioni. Inutile raccontarvi i suoi successi, li conoscete già a memoria, e allora analizziamo la sua vita ed il suo carattere…

Paul Breitner E…Franz Beckenbauer e la Bundesliga

I più attenti avranno notato che Paul Breitner non è mai stato ansioso di piacere a tutti. Men che meno a Schwarz Franz. Difficile dire chi abbia cominciato, si farebbe prima con l’uovo e la gallina. Nella finale del torneo di Bilbao del 1973 – conclusa a sberle, come d’uso al tempo in Biscaglia – Paule apostrofa i padroni di casa con un “maiali fascisti!” e quando decide di accettare l’offerta delle Merengues al Kaiser sale la pressione: «a parte Uli Hoeneß, tutta la squadra gli è contro: deve ringraziare che non l’abbiamo pestato. Prima erano maiali fascisti e adesso sono il top del calcio mondiale: è l’unico cospiratore che abbia mai vestito la maglia del Bayern». A Paule entra da un orecchio ed esce dall’altro ma quando, anni dopo, Franz arriva al timone della Mannschaft, consuma la sua vendetta iniziando una collaborazione con la “Bild”, il cui editorialista sportivo, Udo Lattek, non manca mai di mettere al corrente il CT del proprio disappunto. Paule rincara la dose: «uno dei becchini del calcio tedesco…
Tattiche da film dell’orrore… Il più grosso casino che abbia mai visto...». E al Kaiser rode parecchio.

…ULI HOENESS e la Bundesliga

L’altra faccia della medaglia. Conosciuto nel giro delle nazionali giovanili, quando è ancora al Freilassing, con Uli è amore a prima vista. Lui, Paule e Udo Lattek sembrano destinati al Werder nel 1969 ma il Trainer convince poco la dirigenza degli anseatici e si accasano tutti al Bayern. Vanno addirittura a vivere insieme: quando la polizia militare va a cercare Paule renitente alla leva, Uli lo copre e lo nasconde in cantina. In un infausto pomeriggio di Luglio del 1983 il Bayern sta perdendo 1-0 a metà tempo contro una selezione di dilettanti, in un’amichevole precampionato.
Uli, direttore sportivo, entra negli spogliatoi inveendo contro la squadra ma Paule, dopo aver risposto agli improperi, lo agguanta per la camicia e lo scaraventa fuori dalla stanza: fine di un’amicizia. Passano 24 anni e Uli ha bisogno del vecchio coinquilino. C’è un colloquio chiarificatore e Paul Breitner diventa un dirigente del Bayern Monaco.

…LA MONARCHIA

Agitatore di masse degno del miglior Robespierre, nel curriculum di Paule non poteva mancare un regicidio.
Vittima König Wilhelm Neudecker, presidente del FCB che, con lui al timone, ha conquistato tutto. Nel 1978, sul pullmann al ritorno da una trasferta, Paule fa capire a Gyula Lóránt d’averne piene le tasche di lui e del suo gioco.
A fine stagione il presidente si guarda intorno, capisce che tira una brutta aria e spedisce l’ungherese. Ma, come Luigi Capeto, commette un errore madornale, assumendo l’odiato Max Merkel, Trainer degli altrettanto odiati rivali cittadini del Monaco 1860. Al giovanotto (non dimentichiamo che ha solo 27 anni) di Kolbermoor non parvero: arringa i compagni, ne conquista la fiducia incondizionata e minaccia scioperi ad oltranza se non arriverà persona gradita. Dopo 17 anni, la promozione in Bundes, 4 Schalen, 4 DFB-Pokal, 3 Coppe dei Campioni ed una Coppa delle Coppe, König Wilhelm prende la porta ed esce. La rivoluzione è completata: il Bayern è finalmente una Repubblica.

…GLI SPONSOR

Lo amano. C’è poco da fare. Sarà per il suo look che buca ogni video ed obiettivo, rendendo la pubblicità del più insulso prodotto triplamente efficace. Il Real si trova nei debiti e deve cederlo. Ma a chi? Chi può pagare la cifra che serve per ripianare il debito delle meringhe? Solo Günther Mast, patron della Jägermeister, sponsor dell’Eintracht Braunschweig, che lo riporta in Germania per 1.600.000 DM. Patti chiari ed amicizia lunga: dovrà essere lui stesso il testimonial del bruno liquore («fosse stato per loro mi sarei portato una bottiglia anche in campo…”). Chi lo conosce sa bene che il suo rapporto con l’alcol si limita ad un paio di birre (tranne, forse, a Spagna ’82 n.d.r.) ma tutti, da quelle parti, fanno finta di crederci. Purtroppo il Braunschweig è un club troppo piccolo per contenere una presenza così ingombrante ed a fine anno se ne impone la cessione. Tutto però è cambiato e non si devono più inserire negli stemmi societari immagini subliminali: ora si può scrivere apertamente sulla maglia chi ti dà i soldi. Ci pensa la Magirus-Deutz (società confluita nel gruppo Iveco, controllato dalla FIAT, pochi anni prima) che sborsa 1.960.000 DM e riporta Paul sulle rive dell’Isar.

…LA POLITICA

Adoro Mao, perché dà una ciotola di riso al giorno a 800 milioni di persone”. E lo dice davanti all’ennesimo fotografo, mentre legge una copia del Pechino Rundschau sotto un poster del Grande Timoniere. Paule ci gioca, e tanto: a lui i soldi piacciono, eccome, e se tentassero di farlo stare bravo con una scodella di cereali sarebbero guai grossi. Però cavalca la tigre: sa di piacere ed in un momento storico come gli anni ’70 prendere certe posizioni fa guadagnare punti. Siamo chiari: il ragazzo è attentissimo al sociale e lo dimostrano ampiamente i milioni di marchi investiti in opere per i meno fortunati, opere da lui stesso controllate perché ama sempre essere in prima linea. Ma parliamo piuttosto un anarco-individualista che si diverte a prendere in giro i media. Lo ammetterà apertamente anni più tardi: «è stato interessante essere “contro” qualcosa”». E non gli si può nemmeno dire nulla, perché quello che ha costruito è in piedi ancora adesso e di una solidità disarmante. Parole, vero, ma anche tanti fatti. Soprattutto quelli.

…IL CINEMA

Poteva un tale istrione sfuggire all’occhio attento delle cineprese? Certo che no. Tutti sanno di Potato Fritz, produzione tedesca di metà anni ’70, ma c’è altro: Lauter Glückspilze (serie TV), Kunyonga – Mord in Afrika, Der Zappler, Zwei gegen Tod und Teufel. Mai prese realmente sul serio: è la disperazione dei registi perché troppo pigro per leggere il copione. Oltre a ciò una serie di produzioni didattiche, di grande professionalità in questo caso, sul gioco del calcio, destinate ai più giovani (se ne consiglia la visione al 95% dei giocatori dell’attuale serie A, n.d.r.).
Ancora oggi rimane una delle figure-chiave quando si parla di Fußball. Uno che ha saputo fare tutto. In campo e fuori.

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