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Robert Plant presenta Saving Grace: “Il futuro è adesso, non indosso più gli abiti del passato”
Il 26 settembre esce Saving Grace, il nuovo album di Robert Plant. In un’intervista il cantante parla della libertà conquistata, della musica che oggi sente sua, della lontananza dai Led Zeppelin e del valore dell’amicizia con Bonham.
Il prossimo 26 settembre esce l’ultimo lavoro del settantasettenne Robert Plant, storico frontman della rock band Led Zeppelin. Dal 1980, dopo aver abbandonato il gruppo, ha scelto di intraprendere la carriera da solista.
Robert Plant torna con “Saving Grace”
In una recente intervista ha presentato il suo ultimo album intitolato Saving Grace e ha ripercorso alcuni momenti della sua lunga carriera, raccontando di sé, delle sue collaborazioni e delle sue amicizie. Del suo lavoro ha dichiarato che si tratta di una raccolta di brani dimenticati ai quali egli ha voluto restituire nuova vita. Canzoni alle quali, spiega, era molto difficile avere accesso anche quando Plant stesso era giovane ovvero in un’epoca nella quale si ascoltava un altro genere di musica.
La memoria del blues
Un album, dunque, il suo, che rappresenta il risultato di una ricerca sulla memoria del blues, al quale il cantante ha dedicato gli ultimi quattro anni. Un tempo abbastanza lungo, fa notare l’intervistatore che sottolinea come ai tempi dei Led Zeppelin i primi quattro LP fossero usciti in soli due anni.
«Oggi posso suonare ovunque»
Il musicista ricorda come al tempo della sua collaborazione con la band avessero più tempo perché allora non era possibile suonare nell’est Europa o in Grecia o in Spagna o addirittura in Italia a causa delle difficili situazioni politiche. A proposito del nostro Paese, Plant ricorda che la prima e l’ultima volta che i Led Zeppelin si esibirono a Milano nel 1972, il concerto durò appena 20 minuti a causa di alcuni scontri tra polizia ed extra parlamentari. Dell’episodio, il cantante ricorda anche che molte persone che lavoravano per il gruppo rimasero ferite. Da quel momento, sottolinea, per moltissimo tempo non è più tornato. «Oggi invece invece posso suonare dove voglio, quando voglio e ho meno voglia di fare dischi».
Dall’etnico al blues
A proposito della sua musica e della sua predisposizione a mutare sempre registro che lo ha portato in passato a spaziare dall’etnico al pop, dal folk al blues, spiega di aver volutamente esplorato generi diversi che altrimenti con la propria voce, da giovane, non avrebbe mai immaginato di poter fare.
«Il futuro dei Led Zeppelin è il passato»
Nell’intervista, rispondendo ad una domanda che allude esplicitamente alla sua difficoltà ad interpretare i brani dei Led Zeppelin, afferma di non riuscire più a rindossare «un abito che non mi sta più addosso». Quei brani non sono più cosa sua e ricantandoli gli sembrerebbe di «essere uno stripper in un club». Riguardo alla band, egli conferma quanto affermato da Jimmy Page, ovvero che il «futuro dei Led Zeppelin è il passato, con Bonham eravamo in quattro, la magia era a quattro e non vedo come si possa ritornare».
L’amicizia con il batterista John Bonham
Ricordando i suoi compagni si sofferma a parlare dell’amicizia e del legame instaurato con John Bonham, il leggendario batterista morto il 25 ottobre di 45 anni fa. Di questa amicizia sottolinea come essa sia nata prima che nascesse la band. Con Bonham Plant aveva suonato insieme anche precedentemente alla nascita del gruppo musicale. Quel periodo aveva rappresentato per entrambi gli anni di formazione e per questo definito come un «periodo indimenticabile». «Si, lui era incomparabile a chiunque altro. E non potevamo che scioglierci due mesi dopo la sua morte».
“Ozzy? Nessuno mi ha invitato. Oasis? Probabilmente guardavo il Wolverhampton”
L’intervistatore poi chiede il motivo per il quale Plant non ha cantato al concerto di Ozzy Osbourne e il musicista risponde dicendo che nessuno lo aveva invitato, neppure il chitarrista dei Black Sabbath, Tony Iommi, che invece si vociferava gli avesse chiesto di cantare. Soffermandosi anche sulla sua preoccupazione riguardo alla salute di Ozzy, ha infatti rivelato che era turbato vendendo il Prince of Darkness preparare il suo ultimo concerto così malfermo e debole. «E, ahinoi, se ne vanno in tanti della mia generazione».
L’altro grande evento dell’estate, la reunion degli Oasis, non l’ha interessato. Ha inoltre aggiunto ridendo che non ha visto il concerto probabilmente perché in quel momento c’era anche una partita del suo Wolverhampton.
«Il futuro è adesso» e «io sono capo di me stesso»
Conclude così, rivendicando con orgoglio la sua autonomia e l’essersi liberato dal passato affermando: «Il futuro è adesso, è questo disco. Questo di cui sono certo è che sono il capo di me stesso. E non voglio fare nulla in cui non mi senta a mio agio».
(Fonte: Corriere della Sera, Matteo Cruccu)
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