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Carspillar – Ferrari 296 GT3, cavallino da assalto

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ferrari.com

 

Non è mai facile sostituire un mito. Non si può eguagliarlo, al massimo emularlo o magari tentare di superarlo. Quando il mito è nato nella Motor Valley, si chiama 488 GT3 e da anni miete allori nei campionati gran turismo di tutto il mondo il compito diventa ancora più complesso. Ma è esattamente ciò che attende l’ultima arma della casa di Maranello dedicata alle competizioni GT. Il suo nome è Ferrari 296 GT3.

Pronta per gennaio

Strettamente derivata dalla 296 GTB stradale della quale eredita forme e propulsore, la GT3 sta svolgendo dallo scorso 12 aprile un intenso programma di test in vista del debutto agonistico fissato per la 24 Ore di Daytona 2023, prima prova del campionato IMSA prevista come sempre a gennaio. A colpire da subito è la veste aerodinamica della berlinetta “made in Emilia”. Come accennato l’estetica richiama quella della versione destinata alla produzione rivisitandola in funzione dell’impegno in gara. Un profondo studio delle forme in galleria del vento ha determinato le forme di splitter, alettone posteriore, estrattore ed altri particolari aerodinamici che, complessivamente, hanno determinato un aumento del carico aerodinamico verticale del 20% rispetto alla 488 GT3. La realizzazione appare complessivamente armonica ed estremamente raffinata e non può essere altrimenti: la 296 è destinata a confrontarsi in pista con avversarie quali Porsche, Mercedes, BMW, Audi, Lamborghini, McLaren e Corvette, come dire il meglio della produzione sportiva mondiale. Senza trascurare l’importante ruolo di sperimentazione: l’impiego in corsa resta il miglior modo per mettere alla prova soluzioni innovative da trasferire alle vetture proposte in listino.

Le forme estreme dell’anteriore rivelano un’accurata ricerca aerodinamica (ferrari.com)

Richiami alla storia

Bisogna risalire al 1961 per ritrovare una Ferrari destinata alle gare endurance con un motore V6 disposto in posizione posteriore-centrale. Si trattava della 246 SP, tre esemplari di pura bellezza che rappresentavano il primo tentativo per la casa di Maranello di realizzare una sport-prototipo con questo tipo di architettura. Ovviamente fu un successo, suggellato dalla vittoria del titolo mondiale riservato ai costruttori. Oltre sessant’anni dopo la 296 GT3 riprende il medesimo schema ereditando dalla versione stradale il “cuore” F163, un V6 biturbo da 3,0 litri con bancate da 120° e turbine IHI poste all’interno della V. Si tratta di una soluzione tecnica che permette una generale riduzione delle masse ed il raggiungimento di elevate potenze specifiche. Rispetto alla versione proposta alla clientela manca il motore elettrico da 167 CV accoppiato all’unità termica: i regolamenti internazionali per le competizioni GT3 non prevedono la possibilità di installare un sistema simile. Di nuova progettazione è il cambio a sei marce disposto trasversalmente ed accoppiato al propulsore tramite una frizione monodisco. Obiettivi dei tecnici sono la riduzione dei pesi e degli ingombri a vantaggio del comportamento dinamico, lasciando al contempo più spazio ai particolari aerodinamici.

Telaio alleggerito, interni ergonomici

Punto forte della vettura è il telaio, figlio delle esperienze maturate negli anni con l’impegno sulla 488 GT3. Oltre al generale alleggerimento che ha consentito di avere a disposizione una zavorra più generosa a vantaggio del bilanciamento generale, i progettisti della Ferrari hanno previsto la possibilità di variare in modo più semplice e rapido gli assetti: un’arma decisiva nelle competizioni endurance in cui gli interventi durante la gara sono fondamentali e decisivi se svolti in tempi brevi. Le conoscenze apprese con la progenitrice si sono rivelate preziose anche per la definizione degli interni, per i quali sono stati altrettanto importanti i riscontri dei piloti professionisti e “gentleman” impegnati sulle piste di tutto il mondo. Notevoli migliorie sono state dedicate all’impianto di condizionamento per garantirne la massima efficacia in ogni fase di gara assicurando al pilota il massimo comfort e la miglior concentrazione possibile. Interessantissimo il volante di tipo “formulistico”. Da semplice comando del sistema sterzante si è infatti trasformato in uno strumento che racchiude la maggior parte dei comandi “in punta di dita”, senza la necessità di staccare la mano dalla corona per raggiungere la console centrale.

Sarà vera gloria anche per questo nuovo cavallino? Non ci resta che attendere ancora qualche mese per toglierci ogni dubbio. Ma soprattutto per ammirare in pista una nuova meraviglia nata nella terra dei motori.

Il retrotreno è dominato da un voluminoso alettone e dal generoso estrattore (ferrari.com)

 

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