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Il centrocampo fisico e di qualità che ricorda il Thiago giocatore: questo è il suo Bologna

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Bologna FC 1909

Il reparto più rivoluzionato dal Bologna nella stagione estiva, per l’importanza degli interpreti precedenti, è il centrocampo. Ai tempi erano Jerdy Schouten e Nicolas Dominguez a fare le fortune dei Rossoblù, abbinando quantità e qualità nel lavoro in mezzo al campo: non per niente Thiago li definì “intoccabili”. La bellezza del Bologna dei 54 punti della scorsa stagione inevitabilmente passava dai loro piedi. Con il loro addio in estate si è dovuto correre ai ripari, un po’ sul mercato e un po’ guardando in casa propria, ottenendo sì un risultato diverso ma che può essere altrettanto (se non di più, ndr) vincente.

“Le guardie svizzere”: Remo Freuler e Michel Aebischer

Ad oggi la coppia di mediani che ha dato più affidabilità a Motta risponde ai nomi di Remo Freuler e Michel Aebischer. Il primo è l’ultimo acquisto della sessione estiva, rincorso nell’affare che ha portato Dominguez al Nottingham e tornato in Italia dopo l’esperienza all’Atalanta; il secondo era già qui, ma per molti doveva essere altrove, e forse per alcuni è ancora così. Chi, fortunatamente, non è dello stesso pensiero è proprio Motta: il classe ’97 quest’anno è tornato nel suo ruolo naturale e sta fornendo prestazioni di sostanza ogni volta che viene schierato, e cioè praticamente sempre. Il lavoro di Michel è fondamentale ad oggi, soprattutto per le letture difensive. Freuler invece è l’uomo d’esperienza, ma ancora nel pieno: a 31 anni, con il bagaglio che si porta dietro, diffonde geometrie e filtro in mezzo al campo. Visione, recuperi, quantità: il centrocampo del Motta d’altri tempi.

Il domani, oggi: Oussama El Azzouzi e Nikola Moro

C’è chi si è dovuto inserire e chi era già qui, ed entrambi vogliono essere protagonisti: sono Oussama El Azzouzi e Nikola Moro. Il primo è un acquisto che durante la sessione estiva è passato fin troppo in sordina, ma che sembra aver corso molto veloce per giocarsi da subito le sue carte. Il secondo è un riscatto voluto da Motta dopo le belle prestazioni della scorsa stagione, che forse in questa si deve un po’ ritrovare. Il giovane marocchino, fresco di convocazione nella nazionale maggiore del suo paese, ha imparato in fretta e porta in mezzo al campo l’aggressività unita alla qualità: un centrocampista dinamico che può essere schierato in coppia con chiunque, proprio per le sue caratteristiche. Il classe ’98 croato, invece, stupiva per le sue verticalizzazioni, i suoi inserimenti, la sua qualità: lo stesso Motta lo sprona al lavoro continuo, per tornare nelle posizioni che gli spettano. Quattro partenze da titolare su sette turni di campionato, ma nessun acuto degno di nota, anche se gli basta poco per tornare ad essere pungente. Qualità, intensità, ordine: un centrocampo che ricorda il Motta giocatore. 

Il “maestro Ferguson” per due diamanti da sgrezzare: Giovanni Fabbian e Kacper Urbanski

Un inciso nel ruolo più complicato del centrocampo Rossoblù è doveroso: il trequartista di sostanza. La definizione è quella di un giocatore solo in questo momento, un altro di quelli che Motta non toglie mai: Lewis Ferguson. Lo scozzese è il “tuttocampista” del Bologna per una doppia fase, offensiva e difensiva, che lo vede ovunque e in ogni zona del campo: recupero difensivo al limite della propria area, inserimento con il contagiri nell’area avversaria, tecnica palla al piede. Chi potrebbe seguire le sue orme è un gioiellino acquistato quest’estate dall’Inter, e cioè Giovanni Fabbian. Il giovane Azzurro ha accumulato solamente 20’ in tre apparizioni fino ad ora, ma ha portato un gol da tre punti che nessuno dimentica. Motta sta lavorando su di lui perché ha tutto per diventare completo in quel ruolo: fisico, tecnica, testa. Un altro giovane, stavolta però prodotto in casa, che può lavorare in quella zona è Kacper Urbanski: il polacco è rimasto a Bologna durante l’estate ed è stato aggregato al gruppo della prima squadra. Anche per lui solo 28’ in due apparizioni, ma spunti degni di nota sulla trequarti: sicuramente visione e tecnica sono nelle sue corde, lo penalizza il fisico.

Il centrocampo di Motta ha una varietà di soluzioni che pochi immaginavano all’inizio dell’estate: uno come lui, con quello che dimostrava in campo, può decisamente farne buon uso.

Fonte – Giorgio Burreddu, Claudio Beneforti, Corriere dello Sport – Stadio

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