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STADIO: Donadoni: lavoriamo su noi stessi – 26 feb

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Iniziamo dalla fine della conferenza stampa di ieri, quando Donadoni sottolineava che una eventuale vittoria, sarebbe un premio per la squadra prima ancora che un regalo a Saputo, ma anche come il nostro Presidente sia una persona estremamente intelligente, che ha ben chiaro che pur essendo il Chairman ci vogliono regole e limiti di competenza, e questo getta ancora più responsabilità sulla squadra, che deve fare di tutto per dimostrarsi all’altezza dello stesso Saputo, che si merita ancora più riconoscenza rispetto ad un Presidente che tentasse continuamente ingerenze.

Da qui torniamo indietro per capire ancora meglio cosa ci racconta Giorgio Burreddu sul suo articolo in uscita su STADIO, ovvero quanto detto da Donadoni in conferenza stampa, relativamente alla partita di oggi ed alle quattro sconfitte consecutive.

Donadoni ha detto che è inutile parlare e vivere nel passato, e che non si possono analizzare le partite partendo da cose che non dipendono da noi stessi, ecco perché il nostro tecnico evidenzia come nonostante le sconfitte il Bologna abbia cercato sempre di proporre gioco in modo positivo, sebbene poi i risultati non siano stati all’altezza. E per far si che questi risultati arrivino, e l’ambiente finalmente si rassereni, il lavoro è soprattutto mentale, e deve essere fatto su ogni giocatore e non semplicemente sul modulo o su una persona in particolare, e questo lavoro deve concretizzarsi in maggior intensità di gioco ed attenzione nelle marcature.

 

Ma se è condivisibile che il problema maggiore sia mentale, è anche vero che Donadoni ha lavorato anche su un eventuale cambio di modulo. Ce lo spiega rapidamente  anche Furio Zara, in un trafiletto in uscita oggi su STADIO, perché il nostro tecnico oltre ad aver lavorato col classico 4-3-3, ha anche fatto una piccola modifica, disegnando quindi un 4-2-3-1. Destro è convocato, ma non ha il minutaggio e non è comunque al 100%, quindi sarà Petkovic (che si sta allenando molto bene) la punta centrale, e sarà seguito da Krejci e Dzemaili, avanzato dal centrocampo a tre al ruolo di trequartista (come a volte fa nella Svizzera), mentre a destra sono in ballottaggio Rizzo, Di Francesco e Verdi, che non essendo ancora al 100% rischia di partire dalla panchina. Pulgar e Nagy dovrebbero essere i due centrocampisti davanti alla difesa che si schiererebbe con Masina, Oikonomou e Torisidis sicuri del posto, mentre sulla destra ci sarebbe l’ennesimo ballottaggio Mbaye-Krafth, con lo svedese leggermente attardavo viste le ultime buone prestazioni  di Ibrahima. Tra i pali si rivedrà Mirante, con Da Costa pronto a rientrare nei panni della riserva, nonostante le prestazioni convincenti fornite.

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