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Virtus: una nuova prova di forza vale il 2-0 nella serie. Ravenna battuta per 83-74 – 31 Mag

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Anche gara due si tinge di bianconero. Il finale è 83-74 (parziali 24-23; 48-35; 65-54)

 

SEGAFREDO BO: Spissu 12, Umeh 14, Pajola, Spizzichini 3, Ndoja 12, Rosselli 6, Michelori, Oxilia n.e., Gentile 12, Penna n.e., Lawson 22. All. Ramagli

ORASI RA: Smith 10, Scaccabarozzi n.e., Sgorbati 3, Chiumenti 8, Marks 10, Raschi 4, Masciadri 12, Tambone 12, Crusca, Seck n.e., Sabatini 15. All. Martino

 

La Virtus si impone anche in gara 2 e per la prima volta in questi playoff fa valere il fattore campo, portandosi sul 2-0 nella serie. La coralità delle giocate e la profondità della panchina bianconera hanno permesso alla Segafredo di controllare gli avversari, temibili in un primo quarto quasi perfetto e costretti poi a rincorrere per tutto il resto delle ostilità. Nonostante il rientro di Ravenna, capace di rimontare sino al -9, i padroni di casa hanno sempre saputo trovare le soluzioni giuste per ribattere i colpi dei romagnoli e, alla fine, imporsi con autorità.

La cronaca. In un gremito e rovente PalaDozza, è Ravenna a tentare di imporre subito la propria legge. Masciadri è infallibile dal campo ed è l’unica arma ospite in grado di penetrare la retroguardia bianconera. Sul fronte opposto l’asse Lawson-Umeh funziona bene, ma sono il contropiede di Spissu ed il jumper in allontanamento marchiato Ndoja a dare il primo vantaggio ai padroni di casa. I romagnoli rispondono grazie al tiro pesante, ma la Segafredo rimane a contatto sulle giocate del sempre presente Lawson e di Rosselli. Prima della girandola di cambi, la brutta notizia in casa Segafredo arriva dal secondo personale sanzionato proprio a quest’ultimo. Di Sabatini la bomba da distanza siderale che riporta avanti Ravenna, ma la penetrazione di Gentile vale il nuovo controsorpasso. Al 10’ Vu nere avanti di misura sul 24-23. Bologna trova finalmente il bersaglio grosso dalla distanza, grazie alle bombe in sequenza di Ndoja e Gentile. Il mini break di 6-0 costringe coach Martino all’immediato timeout, in uscita dal quale l’inerzia pare invariata. Le penetrazioni degli esterni bianconeri fanno male alla retroguardia degli ospiti, costretti ad inseguire sul -11 (34-23). Sabatini è l’unico in grado di trovare la via del canestro, interrompendo il digiuno ravennate che durava da cinque lunghi minuti. Ma la verve di Lawson, su ambo i fronti, e le scelte quasi perfette di un solido Spissu, sono la benzina giusta che alimenta il motore della macchina Segafredo. Esito: Virtus a +16 (46-30) e partita che appare in discesa per i padroni di casa. Pajola, al suo esordio nei playoff, sbaglia due triple aperte, forse tradito dall’emozione, mentre il libero del solito Sabatini non è sufficiente ai giallorossi per sperare in una rimonta. Alla pausa lunga situazione pressoché immutata sul 48-35.

Al rientro in campo il copione non muta. L’accelerata bianconera produce un parziale di 8-2 firmato quasi interamente da Lawson. La forbice si apre e le Vu nere volano in un amen sul +19 (56-37). Ravenna dimostra, però, di essere squadra solida e mai doma. Guidata dai propri americani, realizza un contro break che costringe coach Ramagli a rifugiarsi nel timoeut, considerando le evidenti difficoltà offensive palesate dalla Virtus a causa di qualche azione frenetica di troppo. Gentile manda a bersaglio un jumper importante, prima di commettere ingenuamente il proprio quarto fallo personale. Da segnalare, in precedenza, il doppio tecnico con cui la terza sanziona Ndoja e Marks, rei di una conversazione che di amichevole aveva ben poco. Il ritmo delle offensive bianconere viene spezzato dalla zona 2-3 schierata da coach Martino, mentre sul fronte opposto la pazienza dei romagnoli viene lentamente ripagata. Di Marks il jumper realizzato sulla sirena del terzo quarto, utile a ridurre il gap sul 65-54. Il viaggio in lunetta di Bruttini, la conclusione in avvicinamento di Rosselli ed il libero di Umeh sul fallo tecnico fischiato al coach romagnolo, consentono ai padroni di casa di realizzare un nuovo break che tiene Ravenna a distanza di sicurezza. Tambone non ci sta e con due bombe in fila tenta di mettere paura alle Vu nere. Spissu risponde con la stessa moneta, impreziosita da un cossover ubriacante di cui vittima è Marks. Ancora Tambone, qualche azione più tardi, ribadisce il concetto dalla distanza, contribuendo a riportare i suoi sotto la doppia cifra di svantaggio. La Segafredo non si scompone e con pazienza orchestra una splendida sinfonia corale di cui la poderosa bimane di Lawson diviene l’acuto finale. Con questa combinazione la Virtus chiude di fatto i giochi, trovando il successo per 83-74.

 

Un’altra prova corale vale il 2-0 nella serie, che ora appare in completa discesa per i bianconeri. L’aver mandato ben cinque uomini in doppia cifra è sintomo di unità e pluralità di soluzioni offensive, quest’oggi particolarmente efficienti all’interno della linea dei 6,75 m. Spissu e Lawson migliori per distacco, ma un plauso va fatto a tutti quanti, poiché ogni componente della squadra ha portato qualcosa di positivo alla causa bianconera. Sapiente la gestione delle risorse da parte di coach Ramagli che sicuramente eviterà il livello di concentrazione della propria truppa si abbassi. Tra un paio di giorni si tornerà in campo, in terra romagnola, per la gara che potrebbe anticipatamente chiudere la serie e portare la Virtus ad una ormai prossima finale. Vietato sottovalutare un avversario che, oltre ad aver dimostrato in ambo le gare di avere i colpi per tentare di recuperare lo svantaggio, avrà dalla sua il fattore campo.

 

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