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Dell’Aquila e il Leone #28 – Qualcosa è cambiato

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Come tre settimane possono cambiare la percezione di una stagione: dal quasi totale annichilimento pre-pausa alla fiducia ritrovata degli ultimi giorni. Questo è la Fortitudo, in questa stagione più che mai e il merito va dato a tutta la squadra, in grado di reagire al momento di massima difficoltà e tentare di invertire un destino che pareva segnato. 

Lo diceva Aradori prima della trasferta di Treviso, non era un momento facile ma i primi a crederci dovevano essere loro. Si sono guardati in faccia, ci hanno creduto e l’inerzia della stagione è cambiata. Lo si nota anche da un particolare ben preciso che riguarda i finali di partita: se fino a un mese fa i biancoblu riuscivano spesso a mantenere la gara in equilibrio fino all’ultimo quarto per poi sciogliersi lasciando la vittoria agli altri, adesso non è più così. Al Palaverde “tiene botta” fino ai supplementari e la porta a casa, all’Allianz Dome la gestisce bene negli ultimi minuti senza davvero mai rischiare di perderla, se Feldeine non si fosse giocato da 8 metri e mezzo l’ultimo tiro contro la Virtus forse si parlerebbe di un altro derby. 

Qualcosa è cambiato, questo è cambiato. Non gli interpreti ma l’atteggiamento alla gara, il rimanere concentrati fino alla fine, il reggere la tensione anche nei momenti topici della gara. Una nuova intelligenza tattica è perpetuata nel roster e Antimo Martino, coadiuvato da tutto lo staff, sta facendo qualcosa di straordinario; se dovesse riuscire a centrare l’obiettivo salvezza, ecco che almeno una targa in regalo gli è dovuta.

Chiaramente va ricordata una cosa: la Fortitudo ha lasciato l’ultimo posto in classifica ma se il campionato finisse oggi sarebbe ugualmente retrocessa. L’inerzia, però, nella pallacanestro è importantissima e poche volte fallisce, basti pensare a come la Virtus ha vinto lo scudetto l’anno scorso o, per rimanere a questo campionato, alla parabola di Napoli in negativo e di Varese in positivo. Tocca alla Fortitudo, ora sfruttare il proprio trend, sebbene il calendario più immediato offra un match insidiosissimo a Sassari. La effe vive una ritrovata fiducia nei propri mezzi ed è consapevole del fatto che le trasferte non siano più un tabù. Attenzione, questo è un dato cruciale dal momento che delle restanti 8 partite 5 sono lontane dal Paladozza, prima significava sconfitta quasi certa, ora tutt’altro. 

I recenti successi hanno evitato ai biancoblu di affondare anzitempo, ora che si galleggia nuovamente è importante ricordare le parole di Benzing rilasciate a Tuttosport pochi giorni fa: “La salvezza dipende da noi.” Verissimo ed anche matematicamente la frase regge eccome. La Fortitudo è a 14 punti, Cremona a 12 e Napoli a 16; a 18 Treviso e Trento non possono dirsi tranquille. Aver vinto contro Napoli all’andata e dover ancora giocare il ritorno sia contro la squadra di Buscaglia sia di Galbiati (confermato) mette la effe nella condizione di no dover dipendere dai risultati altrui, anche lo scontro diretto perso all’andata con la Vanoli potrebbe pesare, alla fine, meno del previsto, a patto che, ovviamente, a Bologna tra due settimane non si facciano passi falsi. 

Ancora forse non si percepisce come tale ma l’essere artefice del proprio destino sportivo è una conquista importantissima per la Fortitudo. Prima doveva sperare in un esito delle avversarie per forza peggiore del proprio oltre a batterle obbligatoriamente negli scontri diretti. ora la seconda rimane centrale, la prima non più. 

In questo ragionamento, condizionato indubbiamente da un ottimismo obiettivo, bisogna ripetere e sottolineare che 8 partite sono ancora tantissime ed ancora una volta, i biancoblu sarebbero al momento retrocessi. 

Gli ultimi risultati, però, valgono oro ed un cambio di prospettiva è in atto. 

 

 

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