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I Racconti del Commissario – La ruotata di Lorenzo

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Città del Messico, 25 ottobre 1964. All’ Autodromo Magdalena Mixucha il Mondiale di Formula 1 arriva al suo atto finale. 65 giri del circuito da 5000 metri stabiliranno chi tra Jim Clark (Lotus), Graham Hill (BRM) e John Surtees (Ferrari) sarà campione. Un triello tutto britannico che gli italiani sentono molto vicino visto che la nazionalità del pilota è un particolare di poco conto quando c’è di mezzo una “rossa”. Anche se le Ferrari portate in America sono dipinte nei colori bianco-blu della N.A.R.T. ma questa, per dirla alla Lucarelli, è un’altra storia. Al via dell’ultima prova Hill guida il campionato con trentanove punti, cinque più di Surtees e sette più di Clark, ma con il gioco degli scarti che prevede di contare solo i sei migliori risultati ed in palio una vittoria che di punti ne vale nove, la partita è ancora estremamente aperta.

 

Variabile tricolore

Clark e Hill sono i due campioni del mondo uscenti e ben avvezzi alle sfide, Surtees per la prima volta si gioca un titolo in Formula 1 dopo i sette vinti con la MV Agusta nel Motomondiale. Ma ha un’arma in più rispetto agli avversari: un compagno di squadra tosto e votato alla causa della squadra. Si chiama Lorenzo Bandini ed è escluso dalla lotta per il titolo, ma in quel 1964 ha dimostrato tutte le sue doti portandosi a casa dal Fluglpatz Zeltweg la coppa da vincitore del Gran Premio d’Austria. Lorenzo ha qualificato la sua 512 in terza posizione davanti alla 158 di Surtees e sa benissimo qual è il suo compito: fare in modo che la Scuderia porti “un’altra bandiera a Maranello”.

 

Una partenza complicata

Al via le cose si mettono molto male per la Ferrari. Temendo guai di affidabilità sul motore a dodici cilindri, Surtees è partito con la monoposto spinta da un propulsore a otto montato appositamente per la corsa. Sfortunatamente per lui quel tipo di frazionamento ha reso un vero rebus la corretta composizione della miscela aria-benzina che si dimostra sbagliata al momento del via. Così tanto sbagliata da non consentire il funzionamento di tutti i cilindri, con un’ ovvia perdita di potenza. Da quarto in griglia Surtees scivola velocemente tredicesimo e sempre più lontano dai rivali fino a quando, con l’aumentare delle temperature di esercizio, la miscela arriva a diventare così magra da consentire al propulsore di lavorare a dovere. A questo punto la rimonta del “figlio del vento” può avere inizio.

 

Under investigation, anzi no

Mentre Surtees inizia a recuperare il tempo perduto, i rivali battagliano in testa alla corsa. Clark sta mettendo in mostra la specialità della casa: piazzare davanti a tutti la sua Lotus per volare a prendersi coppa e titolo. Dietro di lui Gurney su Brabham le tenta tutte per non perdere il contatto. Al terzo posto invece infuria una battaglia molto interessante tra la BRM dell’altro pretendente al trono Hill e la Ferrari di Bandini. Il romagnolo sa bene che la sua posizione è fondamentale per la squadra: mentre Surtees sta rimontando il suo compito è quello di non lasciarsi scappare il baffuto inglese. Al trentunesimo giro John è arrivato alle spalle della coppia Hill – Bandini. Quest’ultimo comprende che il momento è quello buono per mettere in difficoltà il rivale, bisogna solo piazzare il colpo nel punto giusto. Giunti al tornantino la Ferrari e la BRM si trovano affiancate: Graham all’esterno e Lorenzo all’interno. Nella staccata le vetture arrivano a contatto: Bandini tampona Hill proseguendo la corsa, mentre il campione 1962 si gira con uno scarico piegato. Perderà due giri ai box per la riparazione ed il titolo sembra ormai un miraggio. L’ era dei camera-car e delle decine di telecamere a disposizione del collegio dei commissari sportivi è ben lontana e per fortuna di Bandini la formula “under investigation” non appartiene nemmeno alla fantascienza. Da gran signore Surtees avrebbe commentato così:

Suppongo che l’incidente sia avvenuto in parte anche per colpa mia in quanto arrivando sulla scena c’era anche un’altra macchina che entrava in gioco. C’erano diversi tipi di linee e di manovre difensive in gara, il che non significava necessariamente passare dalla parte destra della pista”.

In fondo le corse sono anche questo.

Finale rocambolesco

Dopo il “fattaccio” Bandini – Hill il mondiale sembra una formalità per Clark, lanciatissimo in testa. Tutto prosegue lineare fino al giro numero sessantatre, ovvero il terz’ultimo della gara, quando si rompe un condotto di lubrificazione del motore Climax montato sulla Lotus. Lo scozzese non può fare altro che scivolare inesorabilmente indietro nella classifica di gara e fuori dalla lotta per il titolo. Chiuderà quinto. Nel frattempo Gurney eredita il comando con più di un minuto di vantaggio sul duo ferrarista guidato da Bandini. Ma il colpo di scena è tutto figlio della matematica perché con Clark fuori dal podio e Surtees terzo il titolo sarebbe nuovamente nelle mani di Hill, seppur staccato di due giri. Il verdetto finale è tutto nelle mani di Lorenzo Bandini, che anche questa volta sa benissimo qual è il suo ruolo. Le due Ferrari escono dalla curva “Peraltada” e si lanciano verso la bandiera a scacchi a posizioni invertite: Surtees è secondo e vince il suo primo titolo mondiale a quattro ruote, entrando di diritto nella leggenda del motorismo. Lorenzo, da fedele uomo squadra, ha ceduto la sua posizione proprio all’ultimo giro garantendo il titolo alla Ferrari.

Una storia di Natale

Non siamo ancora negli anni dei “social” e delle gogne mediatiche: per fortuna il contatto rivelatosi decisivo tra Bandini ed Hill non scatena odio da parte di tifosi isterici e maleducati. Nel giro di alcune settimane però qualche polemica sulla manovra di Lorenzo, giudicata scorretta, viene sollevata. A quel punto il pilota romagnolo riceve una lettera di critica da parte di Garnier e Bonnier, ovvero il segretario ed il presidente della Grand Prix Drivers’ Association, alla quale risponde archiviando l’evento come un normale incidente di gara. In tutto questo la vera parte lesa, cioè Graham Hill, preferisce tacere mostrando un aplomb tutto britannico. Anzi, solo molto tempo dopo dichiarerà che l’incidente è avvenuto prima di tutto per sua colpa poichè non avrebbe dovuto trovarsi incastrato nella lotta per il terzo posto ma molto più avanti in classifica. Tuttavia una bella storia non può chiudersi così e come tutte le belle storie non può che vivere il suo finale in un momento speciale come il Natale. In quel Santo giorno, esattamente due mesi dopo un rocambolesco Gran Premio del Messico, a casa Bandini giunge un pacco dono per Lorenzo proveniente dall’Inghilterra. Contiene un corso di scuola guida in sole dieci lezioni. Il mittente? Mr. Graham Hill ovviamente, unico ed indiscutibile campione del mondo dello humor.

 

 

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