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Monza, un secolo di velocità

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L’autodromo di Monza è uno dei luoghi più iconici della storia dell’automobilismo. Non solo perché è la sede che ha ospitato più gare da quando è stato istituito il campionato mondiale di Formula 1, ma anche per la sua conformazione, che lo rende sinonimo di velocità. Esso è infatti il circuito dove le vetture di Formula 1 mantengono le più alte medie orarie tra tutti quelli in calendario. Quando il Circus a inizio settembre sbarca sul tracciato ricavato all’interno del Parco Reale della città lombarda gli ingegneri sanno di dover configurare le vetture con un setup particolarmente scarico, diverso da quello utilizzato in qualsiasi altra pista, per poter sfruttare al massimo la potenza del motore lungo i numerosi rettilinei. E non è tutto: è uno dei luoghi dove la passione per i motori si manifesta più chiaramente. Ciò si vede quando i primi tre piloti classificati salgono sul podio, affacciato sul rettilineo principale, il quale al termine della gara viene invaso da una vera e propria marea sterminata di tifosi. Le immagini regalate da questi festeggiamenti chiariscono perfettamente che tipo di sentimenti viscerali possa scatenare il motorsport, nei confronti di una scuderia, di un pilota, o, in generale, verso quelle che gli appassionati chiamano “le corse”.

La storia del tracciato, ormai prossimo al centesimo anniversario della sua fondazione, è molto ricca e sarebbe impossibile parlare, in un solo articolo, di tutte le importantissime gare di cui è stato teatro. Ci limitiamo a ripercorrere le tappe principali della sua esistenza, di cui hanno fatto parte anche le curve sopraelevate che si intersecano con il circuito attuale, non utilizzate più da tempo per le competizioni ma ancora in piedi e meta di visite da parte dei tifosi. Ricorderemo anche quali sono i principali eventi che hanno legato il proprio nome a quello dell’autodromo di Monza e in che modo ciò è avvenuto.

L’evoluzione del tracciato

Le origini del circuito lombardo risalgono al 1922, quando l’Automobile Club di Milano ne stabilì la realizzazione, sia al fine di dare una sede degna al Gran Premio d’Italia, nato l’anno precedente e disputato sul circuito stradale di Montichiari, in provincia di Brescia, sia al fine di accontentare le case automobilistiche fornendo loro un luogo per poter effettuare test e sperimentazioni. All’epoca erano già state costruite solamente altre due strutture permanenti in tutto il mondo appositamente pensate per le corse motoristiche: il primo fu il circuito di Brooklands, in Inghilterra, inaugurato nel 1907, seguito due anni dopo dall’Indianapolis Motor Speedway. Considerando che il circuito britannico venne presto riconvertito in aeroporto e le corse cessarono con l’esplosione della seconda guerra mondiale, l’autodromo di Monza è secondo per età tra i circuiti attualmente in attività solo al leggendario ovale americano. Oltre al tracciato dal quale, con successive e inevitabili modifiche, è derivato quello che viene utilizzato ancora oggi, venne costruito anche un altro anello, di forma ovale, costituito da due curve sopraelevate di circa 2,6 metri realizzate tramite dei terrapieni, uniti da due rettilinei di circa un chilometro per una lunghezza totale di 4,5 km. Gli altri 5,5 km prevedevano la percorrenza di sette curve: la Curva Grande, le due di Lesmo, precedute da una piega a sinistra (la Roggia) e seguite da un’altra leggera svolta a sinistra (il Serraglio) prima di incontrare la curva che prendeva allora il nome dal Vialone centrale del parco sul quale, dopo di essa, si immettevano le vetture. Per tornare sul rettilineo principale, le vetture affrontavano una curva semicircolare verso destra, detta Curva Sud. Il rettilineo di partenza delle due piste coincideva, e potevano essere utilizzate anche contemporaneamente, formando un unico circuito di lunghezza 10 km. Nel 1939 le due sopraelevate vennero abbattute, e alla ripresa delle attività dopo il conflitto mondiale la curva del Vialone, che dal 1955 venne dedicata ad Ascari, morto in un incidente avvenuto proprio in quel punto durante delle prove, fu avanzata e venne costruito un nuovo rettilineo parallelo al viale del parco. Anche la Curva Sud fu modificata, sostituita da due curve in porfido. Nel 1955 vide la luce un nuovo anello ad alta velocità, il cui posizionamento era simile a quello precedente, anche se leggermente più corto (4,25 km). La pendenza venne aumentata, fino a raggiungere in curva l’80%, e ciò richiese la costruzione di strutture in cemento armato per sorreggere le sopraelevate. Le auto potevano percorrere l’intero ovale in piena accelerazione e senza cambi di marcia. Inoltre le curve di porfido vennero sostituite da una curva parabolica, dalla cui forma derivò anche il suo nome. Il rapido aumento delle prestazioni delle vetture non consentì a tale anello di essere sfruttato a lungo, in quanto ritenuto eccessivamente pericoloso. Inoltre a partire dagli anni ’70 furono introdotte delle chicane per ridurre la velocità nel tracciato stradale, modificate diverse volte negli anni: una al termine del rettilineo principale, una all’altezza della Roggia e una alla Ascari. Negli anni ’90 anche le curve di Lesmo furono variate e rese più strette.

 

Il Gran Premio d’Italia

Monza è la sede storica del Gran Premio d’Italia. Esso si disputa in una domenica della prima metà di settembre a Monza a partire dalla sua seconda edizione, del 1923, e la sede non è mai stata cambiata, salvo rare eccezioni. Una di queste fu lo svolgimento del Gran Premio d’Italia a Imola, nel 1980. Si tratta dell’unico caso in cui tale evento non si è tenuto a Monza da quando, a partire dal 1950, esso è valido per il campionato mondiale di Formula 1. Fino al 1928 fu corso sul tracciato completo di 10 km, quando avvenne un gravissimo incidente, nel quale persero la vita il pilota Emilio Materassi e 22 spettatori. Dopo due anni di sospensione, il Gran Premio d’Italia riprese nel 1931 sempre sullo stesso tracciato, che fu poi abbandonato dal 1933 quando nel corso del Gran Premio di Monza, gara di contorno al Gran Premio d’Italia, una macchia d’olio provocò tre diversi incidenti mortali. Dall’anno successivo furono utilizzate delle configurazioni miste, che univano parti dello stradale con la sopraelevata sud dotata di varie chicane per ridurre la velocità. Dopo la guerra, la competizione tornò a Monza nel 1949, e nel 1955, 1956, 1960 e 1961 si corse sul circuito comprendente le due nuove sopraelevate. Nel 1961 un incidente costò la vita al pilota Ferrari Wolfgang von Trips e a 14 spettatori, e da quel momento per la Formula 1 si utilizzò la sola pista stradale.

 

Le ultime tornate dello storico Gran Premio d’Italia 1979 a Monza (Flugplaz su YouTube)

La 1000 km di Monza e le altre gare a quattro ruote

Per molti anni un evento focale per l’autodromo lombardo fu rappresentato dalla gara di durata valida per il campionato mondiale Sportprototipi, conosciuta come la 1000 km di Monza, anche se in realtà la distanza di gara non è stata sempre tale. Nata nel 1963 con la durata di tre ore, nel 1965 si corse per la prima volta sulla distanza dei 1000 km. Il layout utilizzato era quello di 10 km comprendente sia la parte stradale che l’ovale: questa competizione fu l’ultima ad abbandonare l’ovale, che venne utilizzato fino al 1969. L’ultima 1000 km valida per il campionato nato attorno alla 24 ore di Le Mans si corse nel 1992, anche se dopo qualche anno di pausa la gara venne nuovamente disputata inserendosi in altri calendari. È previsto per il 2021 il ritorno di una gara dalla durata di 6 ore valida per l’attuale campionato mondiale endurance FIA, il World Endurance Championship (WEC).

Altri eventi ospitati con cadenza annuale sono il GT World Challenge Europe e il Monza Rally Show. Quest’ultimo comprende una prova speciale che si tiene su parte delle sopraelevate, consentendo di mantenere viva la memoria di questo pezzo di storia. Solitamente disputato da celebrità e piloti di varie categorie, non solo automobilistiche, a causa della pandemia da Covid-19 che ha portato alla cancellazione di numerosi eventi, nel 2020 è stata organizzata un’edizione speciale valida per il campionato mondiale rally.

Monzanapolis

Nel 1957 e nel 1958 ebbero luogo due gare particolarmente interessanti. L’idea degli organizzatori era quella di realizzare un evento sull’ovale di Monza aperto sia alle auto di Formula 1 sia a quelle che partecipavano al campionato nazionale americano organizzato dallo United States Auto Club. Si cercava quindi di avvicinare i due mondi della velocità che, nonostante la 500 miglia di Indianapolis fosse valida per il mondiale di Formula 1, continuavano a essere molto distanti. Solo una volta un’auto europea aveva partecipato alla gara americana: la Ferrari di Ascari nel 1952. E i piloti e le scuderie a stelle e strisce non prendevano parte alle altre gare del calendario. L’evento, la 500 miglia di Monza, prese il nome di Race of two Worlds, e venne anche soprannominato Monzanapolis. Si disputava esclusivamente sull’ovale, percorso, come avviene in America, in senso antiorario, opposto a quello normalmente utilizzato. Il format della gara prevedeva 3 manche da 63 giri ciascuna e l’assegnazione della vittoria al pilota che avesse tenuto la media oraria complessiva più alta. Particolarmente fortunata fu l’edizione del 1958, nella quale presero parte, tra le altre, dieci auto provenienti da oltreoceano, tre Ferrari Formula 1 modificate e una Jaguar e una Maserati costruite appositamente per l’evento, che suscitarono molto interesse e una notevole affluenza di pubblico. La difficoltà di conciliare due regolamenti tecnici diversi, unito agli alti costi e ai timori per la sicurezza fecero in modo che l’esperimento non poté continuare ad avere luogo.

Le competizioni motociclistiche

Sebbene l’autodromo di Monza sia associato spesso alle competizioni automobilistiche, esso ha ospitato importantissimi eventi legati alle due ruote. A partire dalla sua fondazione divenne la sede del Gran Premio motociclistico d’Italia, denominato anche Gran Premio delle Nazioni. Nei primi anni esso si svolse sulla configurazione completa del circuito, comprendente anche le vecchie sopraelevate. Eccezion fatta per una parentesi di quattro anni in cui si spostò a Roma durante il periodo fascista, e per gli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale in cui l’autodromo venne utilizzato come deposito di residuati bellici, il Gran Premio delle Nazioni continuò a tenersi a Monza, entrando a far parte del calendario della stagione inaugurale del campionato mondiale nel 1949. A partire dal 1969 la corsa iniziò a spostarsi tra vari autodromi, ricomparendo a Monza sporadicamente, fino al 1987, ultima volta che il Motomondiale fece tappa in Lombardia. Negli anni più recenti sono state le moto derivate di serie del campionato mondiale Superbike a scatenare i propri cavalli nell’autodromo. La prima gara risale al 1990, e l’evento divenne appuntamento fisso del campionato dal 1995 al 2013.

 

 

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