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Moduli del calcio: il 4-4-2 e le sue varianti

Moduli del calcio: approfondiamo questa volta il 4-4-2 e le sue varianti

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Oggi per i moduli del calcio giochiamo con l’allitterazione del numero quattro, e per il quarto appuntamento con questa nostra piccola rubrica, parliamo del 4-4-2 e delle sue varianti. Nel precedente articolo, eravamo arrivati alla “Zona Mista”, che era la congiunzione tra il “Catenaccio” ed il 4-4-2 che tutti noi conosciamo e di cui parleremo a breve.

Prima di lasciarvi alla lettura dei moduli di cui discutiamo oggi, eccovi i link per recuperare tutti gli articoli di questa rubrica:

  1. Moduli: dalla Piramide alla Clessidra
  2. Moduli: il 3-4-3 moderno e le sue varianti
  3. Moduli: Catenaccio, Forcone e Zona Mista
  4. Moduli: il 4-4-2 e le sue varianti
  5. Moduli: il 3-5-2 e le sue varianti
  6. Moduli: 4-3-3 o 4-5-1?
  7. Moduli: Il Calcio Totale e il Tiki-Taka

 

Il 4-4-2

4-4-2Sebbene nel nostro ultimo articolo avevamo parlato della “Zona Mista” come di un embrionale 4-4-2, visto che questi erano i numeri dei difensori, centrocampisti ed attaccanti schierati, il 4-4-2 moderno è una derivazione sia del “Calcio Totale” (di cui parleremo in un articolo più avanti) per la mentalità e i ritmi che richiede sia del calcio dei “santoni” sovietici Maslov e Lobanovsky.
Viktor Maslov, icona del calcio russo,Viktor Maslov vinse numerosi campionati con la Torpedo Mosca prima e la Dinamo Kiev poi (Jonathan Wilson ne “La Piramide rovesciata” dice che “Maslov spostò la capitale del calcio sovietico da Mosca a Kiev”) riprendendo l’idea dell’ala tornante interpretata nel Brasile da Zagallo e applicando il principio ad entrambe le fasce. Tra i suoi giocatori vi era il talentuosissimo Lobanovsky, che però tendeva a portare troppo il pallone e a fare di testa propria disattendendo gli ordini dell’allenatore. I due si scontrarono  duramente, il giocatore lasciò la squadra ma, sorprendentemente, anni dopo riprese le idee del suo ex-allenatore, ammettendo che “se stesso giocatore” non avrebbe trovato spazio nelle squadre da lui gestite come allenatore.

Il 4-4-2 è un modulo in cui i difensori ed i centrocampisti agiscono in linea e privilegia in modo preponderante il gioco sulle fasce, con i centrali difensivi bloccati e quelli di centrocampo che servono soprattutto come filtroIl gioco viene sviluppato dagli esterni, in fase difensiva infatti le ali aiutano i terzini in copertura ed in fase di attacco i terzini si sovrappongono alle ali. Con questo modulo viene spesso usata la tattica del fuorigioco vista la difesa in linea e posizionata molto alta per “stringere” la zona di campo giocabile: in questo modo il pressing portato risulta molto più efficace, visto che lo spazio di manovra avversario viene ridotto.

Il problema di questo modulo è che necessita di quattro esterni molto dinamici e che le due linee di difesa e centrocampo non devono allontanarsi troppo. A seconda delle qualità dei giocatori poi, le due linee possono essere più o meno “alte”, facendo pressing oppure attendendo l’avversario chiudendosi in difesa: chiaro che ciò derivi dall’intenzione della squadra e dal livello tecnico e tattico dei giocatori in campo.

Gullit e Van BastenSpesso le due punte sono complementari, con una più fisica o che comunque finalizza le giocate provenienti dalle fasce, e l’altra più di movimento, che arretra leggermente per fare da collegamento coi due centrocampisti centrali e dare una alternativa al gioco sulle ali, anche se non è stato inusuale vedere due giocatori rapidi (Yorke e Cole nel Manchester United ad esempio) o due giocatori potenti (Van Basten e Gullit nel Milan e nell’Olanda) giocare insieme: in ogni caso il principio non cambia, uno dei due cercherà sempre di più la profondità e la porta mentre l’altro sarà più portato alla manovra. Nel caso del Milan di Arrigo Sacchi (vero “padre putativo” insieme a Lobanovsky del 4-4-2 moderno) ad esempio Gullit agiva spesso alle spalle di Van Basten, creando a volte quindi un 4-4-1-1 che, con l’avanzata delle ali, avrebbe poi gettato le basi per il moderno 4-2-3-1. In ogni caso lo stesso Sacchi sosteneva che ciò che era importante era la linea difensiva, e che il suo modulo stesso poteva essere definito in tanti modi e ognuno di questi era giusto. Anche in questo caso, infatti, contava principalmente l’interpretazione che si aveva più della rigida disposizione in campo: pressing asfissiante, difesa alta, contropiedi (chiamati “ripartenze”) veloci e sovrapposizioni sulle fasce per disorientare l’avversario ma anche per non trovarsi mai scoperti in caso di perdita della palla.

Pressing e difesa “a zona”: va sottolineato come il “calcio moderno” nascaValerij Lobanovsky dall’utilizzo del “pressing” e della “difesa a zona”, due elementi chiave del 4-4-2. Il pressing porta tutti i giocatori di una squadra a pressare e raddoppiare il portatore di palla al fine di indurlo ad un errore che può scatenare un rapido e letale contrattacco, mentre la difesa a zona nasce dalla necessità di mantenere unita la squadra, con i difensori che invece di occuparsi di un avversario specifico si occupano di una precisa zona di campo affrontando chi di volta in volta la “invade”. Come il pressing richiede una robusta preparazione fisica, il difendere a zona necessita di una grande conoscenza del modulo e dei movimenti dei compagni: per questo sono rappresentativi del calcio moderno, ossia di quel calcio che abbandonati ormai ritmi e abitudini del calcio dei primordi dedicava allenamenti specifici alla resistenza fisica e allo studio della tattica. La svolta si ritiene arrivi dalla Grande Ungheria, che pose le basi per pressing, zona e fluidità di manovra definite poi principalmente nel calcio sovietico da Viktor MaslovBoris Arkadiev e in seguito da Valerij Lobanovsky.

Il Rombo o Diamante (4-1-2-1-2)

Diamante o RomboIl 4-1-2-1-2 è in effetti una estremizzazione del dover rendere gli schemi con i numeri, perché in realtà il “Rombo” (o “Diamante”) altro non è che una modifica del 4-4-2, in cui il centrocampo non viene più schierato linea. Questo cambiamento fondamentale, fa si che il gioco non si sviluppi più normalmente sulle fasce, ma si sposti al centro, con le giocate del vertice alto del rombo, che è un trequartista (o fantasista) ed ha libertà di movimento e di inventiva, può creare gioco aiutando e servendo le punte, ma in fase difensiva deve sempre dare un po’ di copertura a centrocampo.

Davanti ai quattro difensori che fondamentalmente agiscono come nel 4-4-2 in linea (anche se gli esterni non hanno l’aiuto delle ali che sono pressoché inesistenti), si va a posizionare il vertice basso del rombo, che una volta era un mediano dedito solamente alla rottura del gioco avversario e che era pronto ad aiutare i difensori; oggi invece, sempre più spesso viene posizionato in questo ruolo un giocatore con grande visione di gioco e buona tecnica, che funge da regista arretrato – Pirlo è l’esempio più calzante. I due centrocampisti che avrebbero il ruolo di mezzali, solitamente hanno capacità sia offensive che difensive, in modo che in base a come si sviluppa il gioco, possano avere modo di aiutare sia i compagni in attacco che in difesa.

Se la formazione gioca con un vertice alto di buona tecnica ma di scarsa corsa ed un vertice basso tecnico che possa fare il regista arretrato, spesso come due mezze ali vengono utilizzati giocatori di rottura, che stringendosi al centro possano coprire al meglio la difesa aiutando il regista arretrato a fare filtro.

Per quanto riguarda gli attaccanti, vale il discorso del 4-4-2 in linea, con la “miglioria” del trequartista, che muovendosi tra le linee può aiutare in maniera importante le due punte a creare occasioni pericolose.

Il 4-4-1-1

4-4-1-1Come potete ben intuire, il 4-4-1-1 è una semplicissima variante del 4-4-2, dove uno dei due attaccanti gioca più arretrato rispetto al compagno di reparto, posizionandosi tra la linea d’attacco e quella di centrocampo. Apparentemente potrebbe sembrare una variante più difensivista del 4-4-2, ma se il trequartista (o fantasista) viene adeguatamente accompagnato dal movimento degli esterni di centrocampo, e lui stesso è dotato di buona tenuta atletica in modo da riproporsi poi sia in zona d’attacco che in copertura, il 4-4-1-1 non ha potenzialmente nulla da invidiare ad un 4-4-2 con una seconda punta di movimento. Per ovvi motivi però, è praticamente impossibile che in un 4-4-1-1 i centrocampisti si dispongano a rombo, dato che lo spazio del vertice alto è già occupato dal trequartista.
Questa disposizione è andata per la maggiore in Italia negli anni ’90, con la scomparsa del ruolo di “fantasista”, divenuto a tutti gli effetti (quando presente) il secondo attaccante di una squadra. Anche formazioni schierate con il canonico 4-4-2, dunque, potevano in realtà – a seconda di chi interpretava il ruolo di seconda punta – giocare con un 4-4-1-1, pur non dichiarandolo.

Il 4-3-1-2

4-3-1-2Il 4-3-1-2 si basa su una reinterpretazione del “Diamante” (4-1-2-1-2), in cui il mediano si alza all’interno dei due centrocampisti andando a creare una linea unica e più compatta. Come per il “Rombo” la spinta sulle fasce diminuisce rispetto al classico 4-4-2, dato che deriva dalla spinta dei due terzini, che devono essere poi anche presenti in fase di copertura, mentre i tre centrali di centrocampo, devono garantire non solo un supporto al trequartista, ma anche e soprattutto il filtro giusto per non lasciare in difficoltà la difesa.

Il ruolo chiave di questo schema è proprio il trequartista (o fantasista), che con i suoi movimenti e passaggi, detta il ritmo di gioco e serve gli attaccanti. Spesso uno dei tre centrocampisti funge da regista arretrato, per sgravare il trequartista e non rendere troppo prevedibile la manovra. Le due punte possono essere entrambe di movimento oppure essere complementari (una rapida ed una potente) per dare più possibilità di giocata al trequartista. A volte poi uno dei due centrocampisti che affiancano il centrale, possono inserirsi in avanti, aumentando la pericolosità di questo modulo. Logico notare che il limite di questo schema è la scarsa spinta che ha sulle fasce, dovendo per forza di cose sviluppare gran parte delle sue trame per vie centrali. Tuttavia se chi interpreta il ruolo di “trequartista” è un vero campione, può trovarsi le spalle ben coperte dal trio alle sue spalle e scatenare classe e fantasia.

Il 4-1-3-2

4-1-3-2Il 4-1-3-2 è la variabile più “ambigua” del 4-3-1-2. Davanti ad una difesa dai compiti uguali a quella del 4-3-1-2, viene posto un mediano, con compiti di rottura ma anche di creazione di gioco, come il vecchio “centromediano metodista” (abbiamo parlato del “Metodo” nell’articolo: Moduli: dalla Piramide alla Clessidra). Poi vi sono tre trequartisti, o centrocampisti offensivi che hanno libertà d’inventiva in fase di attacco ma che hanno anche compiti di copertura in fase di non possesso palla; inutile dire che questi giocatori devono avere grande dinamismo per poter svolgere entrambe le fasi di gioco.

In attacco poi, devono esserci due attaccanti complementari, ad una punta abile nella finalizzazione e possibilmente fisicamente prestante, va affiancata una punta tecnicamente capace di creare gioco e di aiutare a volte in fase difensiva, eventualmente al posto di uno dei trequartisti. Il modulo quindi si deve poter trasformare in fase difensiva in un 4-4-1-1 o almeno in un 4-4-2, per poter essere bilanciato.

“La Meraviglia senza Ali”Il 4-1-3-2 fu inventato a metà anni ’60 e fu il modulo con Alf Ramseycui il suo inventore, Alf Ramsey, portò nel 1966 l’Inghilterra a vincere il primo e unico Mondiale della sua storia: il CT britannico infatti capì che senza ali vere e proprie la copertura sarebbe stata maggiore e non avrebbe dovuto sacrificare nessuno dei suoi giocatori offensivi. Al fianco di Bobby Charlton ecco dunque che Alan Ball e Martin Peters agivano da supporti offensivi e primi mediani, con la libertà di allargarsi da ali solo nel caso la situazione lo permettesse. Dietro questo trio agiva il tenace e muscolare Nobby Stiles, mentre davanti le punte erano Hurst (o Greaves) e Hunt, mobili e abili nel concludere in corsa. Questo modulo passò alla storia come il “Wingless Wonders”, “la meraviglia senza ali”. L’ulteriore abbassamento dei due esterni portò a quello che oggi è, appunto, il 4-1-2-1-2.

Questo modulo però è oggi abbastanza inconsueto, se non proprio caduto in disuso, e nei fatti è spesso assimilato al 4-2-3-1 o al 3-5-2, che sono moduli di cui parleremo nel prossimo articolo.

Fonte: Wikipedia; Jonathan Wilson “La Piramide Rovesciata” (2011)

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