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Calcio

Il punto sul Campionato – 01 Ott

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Sesta vittoria su sei gare per la Roma di Garcia, stavolta una vittoria prevedibile ma solo per una squadra concentrata e non troppo piena di se: a chi li accusava di essere troppo attendisti, i giallorossi rispondono con ben tre reti nella prima mezzora, giusto per chiudere subito il discorso-partita con un Bologna irriconoscibile pur dando tutti i meriti del mondo al team di Totti e compagni. Solo Diamanti si batte come può, mentre il resto della squadra naufraga in modo imbarazzante e ingiustificabile: certo non è contro la Roma che i felsinei devono guadagnare punti-salvezza, ma una prestazione un minimo più decorosa era lecito attendersela. Traballa pericolosamente una difesa già di suo fragile e priva pure di Natali, ma per dare a Cesare quel che è di Cesare va pure detto che questa Roma gioca che è una meraviglia: il ruolo di “falso nueve” sembra cucito su misura per Totti, che non segna ma entra in tutte le azioni, con un Gervinho incredibilmente ispirato nei tagli nel mezzo e un Florenzi finalmente a suo agio. Il centrocampo è solidissimo nell’asse De Rossi-Strootman e la difesa ha scoperto un Benatia inesauribile e anche goleador. Certo, per lo Scudetto bisogna attendere altri impegni, ma questa Roma è sempre più una realtà.

Subito dietro abbiamo Napoli e Juventus. I primi superano agilmente il Genoa in trasferta facendo ampio ricorso al turn-over, un segnale importante in vista di una stagione che si prospetta lunga e impegnativa: in passato quando il Napoli faceva riposare i titolari incappava in scoppole memorabili, invece è andato tutto bene contro un Grifone comunque impalpabile e confuso e che il suo Presidente Preziosi pensa bene di confondere ancora di più: salta infatti Liverani e ritorna Gasperini. Sarà un caso, ma i primi due allenatori a saltare (tra A e B) sono proprio quelli di Genoa e Palermo. Che non saranno stati dei maghi della panchina, ma allora o l’errore è stato a monte nello sceglierli oppure è adesso nel non dargli un minimo di tempo. Il ritorno di Gasperini potrebbe essere anche positivo, a patto però che abbia il tempo necessario per adattare la squadra alle sue esigenze, mentre per Liverani vale lo stesso discorso fatto per Gattuso: iniziare una carriera di allenatore mettendosi a disposizione dei capricci di certi presidenti non si può definire una genialata.
La Juventus rimane in coda vincendo tra mille polemiche il Derby della Mole contro un Torino apparso incredibilmente rinunciatario eppure beffato solo da una rete in evidente fuorigioco. Al di là dell’episodio (giunto pochi giorni dopo un altro, anche qui decisivo, con il Chievo) fossi un tifoso bianconero mi preoccuperei di certe prestazioni: questa Juve sembra quella del primo anno di Conte, schiaccia gli avversari ma fatica tantissimo a dar loro il colpo del KO, e sia contro il Chievo che nel derby sono arrivati sei punti davvero stentati considerata la mole di gioco proposta.
Andava espulso Immobile, e con i granata in 10 la Juventus forse avrebbe vinto ugualmente, ma la storia non si fa con i se e con i ma ed il sottoscritto pensa che un atteggiamento troppo vittimista dei bianconeri non sia degno di questa grande squadra: riconoscere che un episodio a favore ha deciso una partita potrebbe servire anche per riflettere su qualche problema in fase di finalizzazione che Tevez e Llorente non sembrano aver risolto, e questo più per il tipo di gioco (dispendiosissimo, per le punte) di Conte che per l’effettiva qualità di giocatori che sono tutti dei campioni, dall’Apache ai sottovalutatissimi Giovinco e Quagliarella.

Frena l’Inter, un pareggio giusto con un Cagliari coraggioso e fortunato. Vero è che i nerazzurri hanno fatto la gara, ma nel calcio se non concretizzi rischi di essere punito, ed è quello che è successo a Trieste.
E mentre la Beneamata si accinge a cambiare i vertici dirigenziali con l’inserimento di Tohir, ci si domanda cosa cambierà: pare ben poco, dato che il percorso che l’indonesiano pare voler intraprendere è un investimento oculato sui giovani piuttosto che l’aggiunta di campioni strapagati. Insomma, più una gestione alla “American Roma” che una in stile PSG, Chelsea o Monaco, ed è una scelta intelligente visto che quando queste holding si stufano dei propri giocattoli lasciano dietro di se solo macerie – vedere alla voce Anzhi o Malaga. Mazzarri, nell’attesa di recuperare definitivamente Milito, si gode un Palacio davvero incisivo, e chissà se i due argentini potranno giocare insieme. Di sicuro test probante per le ambizioni dell’Inter sarà quello di sabato con la Roma, una partita importante per entrambe le squadre e per verificarne le ambizioni di grandezza. Dall’altra parte Cellino non è certo Tohir ma gli va dato atto di aver gestito in maniera superba il Cagliari in questi anni, agguantando sempre salvezze tranquille grazie a mercati ispirati e nonostante la zavorra della questione-stadio: come personaggio sarà anche discutibile, ma come dirigente niente da dire, il Cagliari anche quest’anno pare ben attrezzato per competere dignitosamente con chiunque. E se tornasse in Sardegna…

Brusca frenata anche per una Fiorentina a pezzi, cui non basta il rientro di Pizarro: senza punte nel calcio si gioca male, soprattutto se si ha una squadra tutta costruita sull’attacco. Certo, il pari con il Parma nel posticipo sa tanto di beffa, ma in fondo i Viola stavano vincendo con due reti realizzate in mischia: un po poco per una squadra che giocava brillantemente con qualunque avversario e che ora invece pare stentare a creare gioco con in più una difesa tutta da verificare, in primis il portiere Neto.

La Lazio stenta contro un Sassuolo rinato che la mette alle corde, ed il fatto di avere la difesa titolare completamente fuori non depone a favore della lungimiranza della dirigenza bianco-celeste. Un gran centrocampo non basta ad una squadra mediocre in difesa e in attacco – ovviamente escluso Miro Klose, che però ha un acciacco dietro l’altro.
Il Verona conferma quanto di buono si diceva sconfiggendo un tosto Livorno grazie alla scoperta Iturbe, fisico alla Messi di cui sembra avere anche alcuni colpi. Il Milan si tiene aggrappato alla classifica grazie ad un gol di Birsa, e va bene che la Sampdoria perde l’ennesima gara pur non demeritando – ma in attacco che succede? – però quello che i rossoneri esprimono in campo non pare un granché, almeno non abbastanza per puntare alla zona alta della classifica. Infine resuscitano Atalanta e Catania, che sconfiggono rispettivamente Udinese e Chievo: gli orobici e gli etnei vengono ripagati dalla lungimiranza dei dirigenti, abili a restare lucidi in mezzo alle difficoltà attendendo che il lavoro di Colantuono e Maran emergesse, cosa avvenuta contro due squadre (Udinese e Chievo appunto) che sembrano davvero poco ispirate rispetto a quello a cui ci avevano abituato negli ultimi anni. L’impressione è che quest’anno, oltre che per la lotta Scudetto, ci sarà da emozionarsi anche nell’assistere alla bagarre per la salvezza.
Per ora è un bel campionato molto equilibrato, vedremo se tra qualche giornata i valori saranno ancora così poco definiti.

Scusandomi per la brevità anche stavolta, vi do appuntamento alla prossima…finalmente libero da impegni così pressanti!
Un saluto amici!

 

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