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Calcio

100 Storie Rossoblù: 52 Cappello IV°, 51 Maini, 50 Capra

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Un viaggio lungo cento storie. Cento uomini, cento giocatori che hanno vestito la maglia del Bologna nella sua storia lunga oltre un secolo. Nato con l’idea di stilare una classifica dei più grandi rossoblù di sempre, questo progetto con il tempo ha virato verso un modo per raccontare in poche parole le storie di piccoli e grandi uomini. Tra loro c’è chi ha segnato un’epoca e chi invece è stato a malapena intravisto, tutti però hanno una storia da raccontare ed io ho pensato di raccoglierle qui, ogni lunedì, mercoledì e venerdì.  

PUNTATE PRECEDENTI:
– 100 (Bernacci), 99 (Womé), 98 (Dyego Coelho)
– 97 (Walsingham), 96 (Luciano), 95 (Meghni)
– 94 (Aaltonen), 93 (Vukas), 92 (Battisodo)
– 91 (Rubio), 90 (Macina), 89 (Matosic)
– 88 (Chiorri), 87 (Bellucci), 86 (Sarosi)
– 85 (Colomba), 84 (Bellugi), 83 (Turkylmaz)
– 82 (Antonioli), 81 (Binotto), 80 (Liguori)
– 79 (Jensen), 78 (Pilmark), 77 (Zagorakis)
– 76 (Kolyvanov), 75 (Gilardino), 74 (Demarco)
– 73 (Seghini), 72 (Marronaro), 71 (Rauch)
– 70 (Marazzina), 69 (Arnstein), 68 (Detari)
– 67 (Cusin), 66 (Eneas), 65 (De Ponti)
– 64 (Paris), 63 (Giordani), 62 (Fontolan)
– 61 (Cruz), 60 (Muzzioli), 59 (Pagotto)
– 58 (Maschio), 57 (Mayer), 56 (Perin) 
– 55 (Chiodi), 54 (Negri), 53 (Kone)

52 – Gino Cappello IV
Distintosi nel Padova, arriva a Bologna nell’immediato dopoguerra e subito conquista i cuori degli esigenti tifosi rossoblù. Estroso, carismatico, tecnicamente ineccepibile, per Sandro Ciotti era il miglior calciatore italiano mai visto. Quando era in giornata era davvero capace di tutto, ma purtroppo si trovò in un Bologna troppo mediocre per puntare al titolo, i tempi dello “squadrone che tremare il mondo fa” appena alle spalle. In rossoblù rimase un decennio, saltando per intero una stagione in seguito a una squalifica (inizialmente a vita) arrivata per aver mandato all’ospedale l’arbitro Palmieri durante un torneo cittadino dei bar. Divise la critica ma non il tifo, per cui era un idolo: con la maglia del Bologna per lui quasi 250 gare e 80 reti, molte delle quali bellissime. La sua classe era così grande che conquistò anche la Nazionale, pur non lasciando il segno nelle due sfortunate edizioni mondiali del 1950 e del 1954.

51 – Bruno Maini
Potente, veloce, intelligente e tecnico. Ala, centravanti, mediano, terzino. Il giocatore “totale” per eccellenza, decenni prima che questo termine venisse coniato. Bruno Maini è stato senza dubbio uno dei giocatori più forti e versatili della storia del Bologna, dove arrivò per un’intuizione del tecnico Felsner, che lo aveva visto fare meraviglie nell’A.C. Bologna. In gol all’esordio e poi in prestito per un anno al Livorno, dove realizzò la bellezza di 18 reti in 27 gare, tornò a Bologna e ne divenne un cardine fondamentale alternandosi in tutti i ruoli possibili tranne quello di portiere. All’ala sapeva sfruttare al meglio la sua grande velocità, centravanti o terzino sapeva invece prevedere con maestria dove sarebbe andato il pallone ed era inoltre dotato di un elevazione quasi impareggiabile. In dodici stagioni giocò 291 gare di campionato, segnando 89 reti e vincendo 4 Scudetti, 2 Coppe Mitropa ed il famoso Trofeo Internazionale dell’Expo Universale di Parigi nel 1937. Bolognese e tifoso del Bologna, spese tutta la vita per la causa rossoblù diventandone uno dei giocatori-simbolo per eccellenza grazie alla sua classe e alla sua costanza di rendimento, attributi che gli valgono un posto immortale tra i più grandi di sempre.

50 – Bruno Capra
La SPAL lo scarta per una tonsillite, lo acquista il Bologna, che lo fa operare e ne ricava un terzino di grande spessore. Per anni riserva utile e poco più, diventa fondamentale nello spareggio che il 7 giugno del 1964 permette ai rossoblù di conquistare l’ultimo Scudetto della loro storia superando la Grande Inter di Herrera. La mossa a sorpresa di Bernardini è sostituire l’infortunato Pascutti proprio con Capra: un’ala per un terzino, una mossa che imbriglia la fascia di competenza di Corso e Facchetti e che blocca quindi i nerazzurri, che vengono poi infilati da un’autorete e da Nielsen. Non essendo stato un titolare quell’anno, non viene menzionato il suo nome nella celebre formazione mandata a memoria, tuttavia ogni vero tifoso rossoblù è conscio dell’importanza che ebbe questo terzino di buon valore e dalla grande sapienza tattica. Due stagioni dopo si infortuna e viene ceduto al Foggia, dove chiude la carriera. Per lui 145 gare in rossoblù nell’arco di 9 stagioni.

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