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Calcio

100 Storie Rossoblù: 28 Nervo, 27 Pagliuca, 26 Paramatti

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Un viaggio lungo cento storie. Cento uomini, cento giocatori che hanno vestito la maglia del Bologna nella sua storia lunga oltre un secolo. Nato con l’idea di stilare una classifica dei più grandi rossoblù di sempre, questo progetto con il tempo ha virato verso un modo per raccontare in poche parole le storie di piccoli e grandi uomini. Tra loro c’è chi ha segnato un’epoca e chi invece è stato a malapena intravisto, tutti però hanno una storia da raccontare ed io ho pensato di raccoglierle qui, ogni lunedì, mercoledì e venerdì.  

PUNTATE PRECEDENTI:
– 100 (Bernacci), 99 (Womé), 98 (Dyego Coelho)
– 97 (Walsingham), 96 (Luciano), 95 (Meghni)
– 94 (Aaltonen), 93 (Vukas), 92 (Battisodo)
– 91 (Rubio), 90 (Macina), 89 (Matosic)
– 88 (Chiorri), 87 (Bellucci), 86 (Sarosi)
– 85 (Colomba), 84 (Bellugi), 83 (Turkylmaz)
– 82 (Antonioli), 81 (Binotto), 80 (Liguori)
– 79 (Jensen), 78 (Pilmark), 77 (Zagorakis)
– 76 (Kolyvanov), 75 (Gilardino), 74 (Demarco)
– 73 (Seghini), 72 (Marronaro), 71 (Rauch)
– 70 (Marazzina), 69 (Arnstein), 68 (Detari)
– 67 (Cusin), 66 (Eneas), 65 (De Ponti)
– 64 (Paris), 63 (Giordani), 62 (Fontolan)
– 61 (Cruz), 60 (Muzzioli), 59 (Pagotto)
– 58 (Maschio), 57 (Mayer), 56 (Perin) 
– 55 (Chiodi), 54 (Negri), 53 (Kone)
– 52 (Cappello IV), 51 (Maini), 50 (Capra)
– 49 (Bernabeu), 48 (Mancini), 47 (De Marchi)
– 46 (Alberti II), 45 (Pavinato), 44 (Gradi)
– 43 (Fogli), 42 (Badini II), 41 (Cresci)
– 40 (Diamanti), 39 (Genovesi), 38 (Tumburus)
– 37 (Cervellati), 36 (Ingesson), 35 (Janich)
– 34 (Ceresoli), 33 (Villa), 32 (Baldi)
– 31 (Della Valle), 30 (Roversi), 29 (Gasperi)

28 – Carlo Nervo
Quarto di sempre per presenze con la maglia del Bologna (416 gare ufficiali) pur essendo figlio di un calcio dove le bandiere sono merce rarissima, Carlo Nervo arriva in rossoblù nel 1994 a 23 anni. Prima, la crescita nel Bassano Virtus allenato dalla leggenda brasiliana Djalma Santos e l’affermazione in Cittadella e Mantova. Da lì è solo Bologna, 13 stagioni con solo un piccolo intermezzo a Catanzaro prima di chiudere a 34 anni. In rossoblù lascia il segno per la sua corsa e per la capacità di adattarsi ad ogni compagno e a ogni partita grazie alla completezza nelle due fasi di gioco, imponendosi come un’ala tornante dal vecchio stile ma dal dinamismo moderno. Trova il Bologna in C1 e in due stagioni lo riporta in A, raggiunge persino la Nazionale con Trapattoni CT, quando lascia le Due Torri in pratica chiude con il calcio e s’inventa politico: nel 2009 viene eletto sindaco di Solagna. Dalla fascia destra alla fascia di sindaco, sempre unendo corsa e fantasia. Nel Bologna segna 42 reti, non poche per un generoso come lui.

27 – Gianluca Pagliuca
Per molti il miglior portiere della sua generazione. Cresce nel Bologna, ma l’esordio avviene nella Sampdoria che lo acquista ancora giovane e gli da subito fiducia, che ripaga a suon di prestazioni strepitose. Con i blucerchiati Pagliuca conquista uno storico Scudetto, tre volte la Coppa Italia e una Coppa delle Coppe. Passa all’Inter da portiere della Nazionale, ruolo che ricopre anche ai Mondiali del 1994 dove gli azzurri vengono sconfitti solo in finale e in quelli del 1998, dove sostituisce all’ultimo l’infortunato Peruzzi. Dopo questo torneo esce dal giro azzurro e ritorna, a 33 anni, nel Bologna dove tutto era cominciato: è ancora validissimo tra i pali, restando il titolare per 7 stagioni e seguendo la squadra anche in Serie B prima di chiudere all’Ascoli quarantenne. Attualmente allena i giovani del Bologna. É il terzo giocatore di sempre per numero di presenze in Serie A, risultato raggiunto grazie ad una forma fisica perfetta che gli ha permesso per sette stagioni consecutive di non saltare mai una partita. Agile e spettacolare, dotato di carisma, è stato un grandissimo ma qualche episodio sfortunato non gli ha permesso di raggiungere risultati persino migliori, alla portata dei suoi straordinari mezzi.

26 – Michele Paramatti
Cresce nella S.P.A.L., dove si afferma come buon terzino ambidestro buono anche come centrale difensivo. A 27 anni si ritrova però svincolato, ed è tra i membri dell’Equipe Romagna che Lele Oriali, DS del Bologna, lo trova. Paramatti coglie l’occasione al volo e, nel momento in cui la carriera per molti suoi colleghi inizia una parola discendente, comincia un incredibile ascesa: 5 stagioni indimenticabili, il Bologna che torna in A e lui che vi debutta, il sogno di una Coppa UEFA che sfuma solo in semifinale e soltanto per un rigore più che dubbio concesso agli avversari. Poi la chiamata della Juventus, che ha bisogno di un jolly difensivo, un ricambio valido ed affidabile. Paramatti saluta in lacrime, a Torino rimane due stagioni e vince uno Scudetto svolgendo alla grande il suo compito. Poi, come promesso, ritorna a Bologna per chiudere. In totale 206 partite in rossoblù ed un rapporto con i tifosi e la squadra che è tra i più intensi del recente passato. Suo figlio Lorenzo tenta di ripercorrerne le orme, e attualmente galleggia tra la Primavera e la prima squadra proprio del Bologna.

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