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La mia passione per il Bologna

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La mia passione per il Bologna

Una passione, si proprio così, perché per qualcuno non si può essere della provincia di Napoli, vivere a Trento e tifare Bologna.

Nasce quando avevo 15 anni.

Tifavo Juventus, classica “grande” squadra che si tifa da adolescenti, ma contemporaneamente aveva attirato la mia attenzione quella squadra tanto simpatica che in serie B, con il “puffo” Marronaro, faceva tanti gol e giocava con un gioco a zona e un calcio votato all’attacco di uno sconosciuto mister Maifredi, insolito per quel periodo storico.

“Lo squadrone che tremare il mondo fa” e che d’improvviso era caduto nel fango, la prima retrocessione.

Ho iniziato a seguirla. Vinse il campionato e mi sono detto, perché tifare sempre per le “grandi” squadre? Così dal 1987 non ho più smesso di tifare Bologna.
Tutto nasce con la squadra del presidente Corioni.

Un grande Bologna: Luppi, Stringara, De Marchi, Cusin, Marronaro, Poli, il mitico Villa (avevo un poster nella stanzetta), Marocchi e Pecci.

Diari pieni di figurine e di formazioni che scendevano in campo ogni domenica.

Ci son cose che non ti puoi spiegare, cose che accadono così d’improvviso. Come l’amore che d’improvviso nasce, senza neanche accorgerti.

Un servizio alla tv, una partita e t’innamori di quei colori, il rosso e il blu, che tingono ancora oggi la mia vita, di quella gente che non si arrende mai.

Le grandi squadre non mi hanno mai affascinato, troppo facile.

Il Bologna sempre lì che soffriva, non gli hanno mai regalato nulla, ha sempre sudato per conquistare e realizzare quei piccoli sogni nel cassetto dei tifosi.

E’ così che nasce il mio amore, quel soffrire e quel non so di non facile.

Da sempre innamorato della città, tanto di essere stato sul punto di andarci a vivere, dei suoi piatti e delle sue bellezze, dei suoi angoli più nascosti, i suoi lunghi portici, le sue torri e le sue colline. Ma anche la tanta musica che ascolto dei cantautori bolognesi, quelle musiche che si respirano nell’aria e che mi trasportano da sempre verso lei.

Dalla mia città di origine, Castellammare di Stabia, partivo per andare a vedere il mio Bologna in C. Poi la A, la Uefa e poi ancora una caduta, ma solo i grandi sanno rialzarsi dopo una sconfitta.

Questo cambiare tanto e non cambiare mai; che quando deve fare il passettino da grande, s’incespica, si trasforma nella bella realtà a metà.

Ma è così e non importa, chi ama davvero non chiede al proprio amore di cambiare.

Tremendo non poter respirare l’aria delle giornate di calcio nella città.

Mi aggrappo ai canali locali, ai social network, che mi regalano le emozioni di una giornata allo stadio.

Sono stato arbitro di calcio, oggi sono un osservatore dei giovani e un po’ di anni fa ho realizzato il sogno di arbitrare per ben tre volte il Bologna di mister Guidolin, in amichevole, in ritiro in Trentino, località che mi ha permesso di seguirlo diverse volte.

Ho vissuto per un istante l’emozione di uno stabiese nel Bologna con l’arrivo di Luigi Vitale, purtroppo mai una presenza. Tanti i momenti di gioia e di dolore, tanti i volti e i nomi, tutti hanno un angolo nel mio cuore.

E così il mio Bologna è un po’ come le onde del mare: sempre uguale e diversa, inarrestabile ed eternamente gioiosa.

Nulla potrà mai scalfire la gioia che mi dà tifare Bologna.

Da Trento e da uno stabiese, forza Bolo. Vola e fammi sognare ancora!!

Come sempre, da sempre e per sempre forza Bologna!!

 

 

Trento, 19 agosto 2013

Vincenzo Vanacore

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