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I nostri avversari – Il Chievo di Rolando Maran – 26 ott

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Altri due punti persi, il Bologna contro il Sassuolo ha gettato al vento un’altra vittoria che meritava, i rossoblu hanno fatto il Sassuolo, per aggressività, intensità, determinazione, interpretando a mio avviso il miglior primo tempo stagionale. Purtroppo non ha saputo chiudere la gara e, complice una disattenzione difensiva grave sul finire, ha pagato a caro prezzo, perdendo la ghiotta possibilità di intascare tre punti che ormai parevano cosa fatta ( anche nella ripresa, seppur in sofferenza, sono state dei felsinei le occasioni più importanti). Bologna atteso mercoledi sera dalla complicata trasferta di Verona sul campo nemico del Chievo, la squadra di Maran è reduce dal pari di Empoli e coi suoi 14 punti è 7° in classifica, può vantare la 3° difesa del torneo, insieme a quella della Fiorentina, con sole 9 reti incassate.

Chievo che ha mantenuto un profilo basso nell’ultimo calciomercato, confermando in pratica per 10/11 la formazione della passata stagione, rimpiazzando in porta Bizzarri con  Sorrentino, un ritorno. Per il resto tantissimi movimenti estivi, diversi dei quali Campioni d’Italia della Primavera 2013/14 di Nicolato, specialmente in Lega Pro, puntando maggiormente quindi su una rosa matura (tra le più anziane d’Europa, sui 30 anni la medi età) e non sui giovani cresciuti in casa (rimasto il solo valoroso Filippo Costa, classe ’95, di quella squadra Campione, già alle spalle esperienza inglese a Bournemouth e a Pisa) che, ogni stagione, vengono parcheggiati in giro per l’Italia.

Anche in questo inizio di Campionato il Chievo è stato in grado di partire forte ( 4 vittorie nelle prime 9 gare, battuto Inter, Udinese, Sassuolo, Pescara, pareggio in casa contro la Lazio ed Empoli in trasferta per un totale di 14 punti), probabilmente anche grazie al fatto di aver puntato su gruppo solido, che si conosce già da tempo, con intelaiatura di gioco rodato, ormai la squadra della Diga è una realtà consolidata. Merito che va diviso certamente tra Società, Dirigenza (Luca Nember premiato miglior Ds 2015/16, ex Lumezzane) e allenatore, tre pilastri fondamentali. Rolando Maran, alla 3° stagione in riva all’Adige si sta confermando su alti livelli, guida il Chievo dove è cresciuto ed ha giocato ( per nove stagioni), da capitano, quindi è annodato alla storia della squadra, debuttando insieme nel mondo dei professionisti, la vecchia e storica C2, salendo in Serie B con una partita memorabile a Carrara all’ultima giornata. Un tecnico che non lascia nulla al caso, che basa il suo Chievo sul modulo tattico 4-3-1-2, dove lo scopo primario è quello di mettere pressione all’avversario, e dove il fiore all’occhiello resta lo sloveno, ex Auxerre, Birsa (’86) che sta interpretando il ruolo di trequartista in maniera differente rispetto al passato, essendo molto più partecipe e lavorando tanto anche sulle seconde palle, aprendo gli spazi agli interni di centrocampo, solitamente Castro- altro pezzo pregiato della rosa clivense- ed Hetemaj. Birsa è il giocatore più dotato sotto il profilo tecnico, ottimo piede sinistro, ed in grado di poter decidere la partita con una giocata o un calcio piazzato, esemplare tiratore come dimostrato peraltro contro il Milan nell’ultima sfida casalinga. Il Chievo gioca in pratica nello stesso modo da tempo, dove l’importanza dell’avversario non deve interferire sulla filosofia di gioco. Certamente, la sua forza va considerata, ma il Chievo targato Maran cerca di avere l’intuito di saper “leggere” la partita nel suo svolgimento. Squadra che lavora molto sull’intensità, sul concetto di gruppo, del sacrificio e del cercare di restare compatti, sulla pressione alta verso gli avversari, cercando di ridurre al minimo gli spazi che loro possono sfruttare. Un altro segreto è l’aggressività e specialmente l’equilibrio. Squadra con un’età media elevata, esperienza che può servire molto soprattutto nei momenti complicati, quando serve lucidità sia durante la partita- anche con malizia – che durante la stagione. Come è esempio il pacchetto arretrato, dove i centrali di difesa (Cesar, Dainelli, l’ex Bologna Gamberini, Spolli) vengono cambiati diffusamente, tutti possono giocare titolari perchè i valori sono simili, sono un po’ avanti con l’età ma per quanto riguarda i centrali l’esperienza viene considerata come un pregio dal tecnico, un punto di forza. Squadra che punta anche sulla fisicità, la squadra veronese può affidarsi anche a questa peculiarità, squadra ostica per tutti, specialmente quando gioca in casa, capace di creare difficoltà a qualunque compagine italiana. Il modo di giocare del Chievo porta tanti centrocampisti ad accompagnare l’azione, specialmente Castro (’89) cresciuto tantissimo nella sua esperienza veneta e “pallino” di Maran, questa è un’altra caratteristica importante e da tenere presente, come la capacità organizzativa su palla inattiva contro, aspetto su cui Mister Maran diede la tesi a Coverciano, riguardante appunto al posizionamento della difesa sui calci d’angolo: in quel frangente piazza la difesa a zona, l’ex tecnico del Varese piace che la sua squadra creda in ciò che fa e posizionarsi come indica, decidendo come mettersi e non farsi condizionare dagli altri. Merita una menzione a parte Lucas Castro, l’argentino ex Racing è giocatore moderno dalle indubbie qualità, ma si sacrifica in tutto e per tutto. A Catania venne preso per fare l’attaccante esterno, di Maran l’intuizione di impiegarlo come interno di centrocampo per sfruttare i tempi d’inserimento, di smarcamento oltre la resistenza aerobica. Calciatore più quotato della compagine gialloblu. Note dolenti di questo Chievo sono nella rifinitura, gialloblu arrivano ancora poco al tiro e gli attaccanti hanno realizzato un numero esiguo di reti ( il capocannoniere clivense è Birsa con 3 reti, l’ex Bologna Meggiorini ed Inglese hanno realizzato sinora 1 rete), anche  se il loro supporto al resto dei compagni è notevole ed, infatti, se a segnare sono i centrocampisti o i difensori, il merito è pure loro. Nell’ultima sfida casalinga contro il Milan, il Chievo fino al primo gol subito aveva fatto un’ottima gara, ma non sono riusciti a concretizzare le azioni offensive create. Resta una buona prestazione ma la prima sconfitta in campionato al “Bentegodi” . Bologna atteso quindi da una trasferta insidiosa, un campo che i rossoblu sono stati in grado di sfatare solo una volta nei precedenti in Serie A: stagione 2011/12 alla 9° giornata, 0-1 (rete di Acquafresca), ma la rabbia che i ragazzi di Donadoni hanno in corpo dopo i punti sprecati con Lazio e Sassuolo devono trasformarla in energia positiva e cercare con tutte le forze la vittoria, gioia solo sfiorata, sognata e perduta negli ultimi istanti delle ultime due partite disputate.

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