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Le Due Metà: Archimede Morleo – 5 apr

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CN24


Le Due Metà prova a raccontare, da un punto di vista diverso, quella che è stata la carriera di calciatori che hanno vestito la casacca del Bologna  e della squadra che i felsinei affronteranno durante il weekend. Un racconto, una storia magari già sentita ma affrontata con occhi differenti: questo è l’obiettivo che questa rubrica si prefigge.

È l’estate del 2008: il Crotone, che ai tempi militava in Lega Pro, si sta preparando per l’inizio della nuova stagione, con il consueto ritiro estivo, svolto in località montane. La squadra calabrese, l’anno precedente, aveva mancato la Serie B soltanto ai playoff, con la sconfitta al ritorno contro il Taranto che risultò decisiva.

In quell’occasione venne presentato uno dei nuovi acquisti degli Squali: è un terzino, nato in Puglia, che proviene da due buone stagioni al Catanzaro. Di nome fa Archimede (come il famoso personaggio dei fumetti, Pitagorico, azzeccatissimo per il Crotone) e di cognome Morleo.

Ha 24 anni e, a giudicare dall’intervista che rilascia per il canale ufficiale della squadra, parecchio timido. Diventa da subito perno della formazione calabra con la quale, durante il primo anno di permanenza, centra la promozione in Cadetteria. Buffo, proprio perché durante la presentazione si lasciò andare ad una battuta: “L’anno scorso siamo usciti ai playoff, quest’anno speriamo vada meglio”.

Detto fatto Archimede, eccoti accontentato. Lui pare non sentire troppo il salto di categoria, mentre la società decide di rinforzarsi: arrivano giocatori utilissimi per la categoria (Zito, Gabionetta e Mazzarani su tutti) e giovani parecchio interessanti (Federico Viviani per esempio). Archimede, a fine stagione, disputerà 35 partite trovando la via del gol per ben 3 volte: decisiva la rete contro il Piacenza a fine ottobre, di contorno quella contro il Gallipoli, giunta a dicembre inoltrato e col risultato già in cassaforte e, per finire, imprescindibile il gol ai danni del Cesena, in pieno recupero.

A dimostrazione del fatto che Archimede, col gol, avesse una certa affinità. Di Lui mi è sempre piaciuta una cosa: sapeva quali erano i suoi limiti, non li superava, ci girava intorno e sfruttava bene i suoi punti di forza, dei quali parleremo in seguito. A fine stagione, la sorpresa: Morleo venne inserito nella Top 11 della Serie B dell’annata 2009/2010. L’allenatore era Franco Lerda, ai tempi proprio Mister dei pitagorici. Completavano la formazione Antonioli (Cesena), Angelo (Lecce, poi visto con la maglia del Siena), Ogbonna (Torino) e Volta (Cesena); a centrocampo Magnanelli (Sassuolo), Carobbio (Grosseto), Schelotto (Cesena) e Pettinari (Cittadella). In avanti Mastronunzio (Ancona) e Pinilla (Grosseto). Nomi noti ai più, altri finiti nel dimenticatoio, altri ancora probabilmente sconosciuti. Insomma, una Top 11, nonostante tutto, di rispetto.

Poi, il passaggio cruciale: il Bologna, società di massima serie, si accorge di Lui e decide di acquistarlo in comproprietà con la squadra calabrese.

Succedeva, solitamente, solamente una cosa quando Archimede prendeva palla sulla sinistra: testa bassa, palla incollata (il più delle volte) ai piedi e discese rapide sull’out. Il pubblico si infiammava, lui sembrava goderne, nonostante spesso il pallone crossato non finiva esattamente sulla testa del compagno cercato. E vabbè, capita diremmo Noi. Onesto mestierante, Archimede Morleo era questo: un coraggioso, sempre pronto a buttare il cuore oltre l’ostacolo, due polmoni d’acciaio e tanta, tantissima professionalità.

L’unico gol con la maglia rossoblù arriva a fine 2013/2014, contro il Catania: una sassata da fuori area che risulterà poi inutile, dato che i rossoblù finiranno in Cadetteria. Tra l’altro, rivede gli highlights di quella partita fa abbastanza male, dato che il Bologna capitolò contro un Catania in dieci uomini per tutto un tempo. Ma il passato, se possiamo, lasciamolo al passato, che forse conviene a tutti.

 

 

La Serie B la affrontò col Bologna e con la fascia di Capitano ben stretta al braccio, a dimostrazione della riconoscenza che il club provava nei suoi confronti e viceversa.

L’ultimissimo ricordo che ho di Archimede Morleo con la maglia del Bologna risale all’annata 2015/2016: si gioca a Reggio Emilia, contro il Sassuolo (partita che i rossoblù vinceranno 2-0 grazie alle reti di Giaccherini e Floccari) e Lui, il Capitano, disputò una partita mostruosa, risultando il migliore in campo per distacco: accelerazioni, sgroppate, cambi di passo che mandarono in tilt l’out di destra dei neroverdi. Alla sua sostituzione, ovazione.

Archimede Morleo, per il Bologna, ha sempre dato tutto, anche quando i limiti tecnici erano evidenti. Il mai perdersi d’animo e non partire sconfitti probabilmente lo ha tatuato sul petto, a vedere lo spirito d’abnegazione che metteva in campo ogni qualvolta indossava la casacca rossoblù. Ed essere tra i 100 calciatori più presenti di sempre non può essere un caso. Questo no.

Le Due Metà, per Crotone – Bologna: Archimede Morleo.

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