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Bologna, l’identikit dei candidati per la panchina rossoblù: in pole c’è Claudio Ranieri

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fonte immagine: Twitter ufficiale Sampdoria

Nemmeno il tempo di voltare pagina e a Bologna, nel Bologna è partito il totoallenatore. La lista dei nomi candidati al momento è piuttosto ampia, anche se al momento in testa alle preferenze dei dirigenti rossoblù ci sarebbe Claudio Ranieri. Dietro il tecnico romano ci sono poi altri nomi giovani e meno giovani: Thiago Motta, Roberto De Zerbi, Leonardo Semplici e Paulo Sousa.

RANIERI. Claudio Ranieri è certamente il tecnico più esperto tra i candidati a sedersi sulla panchina della formazione rossoblù. L’ex allenatore del Leicester, con cui ha conquistato l’incredibile Premier League del 2015/16, è fermo dalla prima parte della scorsa stagione quando è stato chiamato in Premier League dal Watford venendo assunto il 4 ottobre 2021 e venendo poi esonerato il 22 gennaio 2022. Nella stagione precedente, 2020/21, ha portato alla seconda salvezza consecutiva la Sampdoria. Il tecnico testaccino, classe 1951, è una soluzione di sicuro affidamento, sulla quale comunque ci sarebbe da ragionare in maniera approfondita dal punto di vista tattico, considerando che la rosa attuale del Bologna è stata costruita sulla base di una difesa a 3, mentre l’allenatore ex Samp è un tecnico che usa prevalentemente il 4-4-2. Da segnalare l’incredibile statistica che vedrebbe Claudio Ranieri sedersi sulla settima panchina diversa dell’attuale Serie A: prima del Bologna, anche Napoli (91/92), Fiorentina (93/97), Juventus (07/09), Roma (09/11 e 2019), Inter (11/12), Sampdoria (19/21).

MOTTA. Il nuovo che avanza, che secondo le indiscrezioni sarebbe il candidato n° 2 dietro Ranieri, è l’italo-brasiliano Thiago Motta. 40 anni lo scorso 28 agosto, Motta sarebbe una soluzione interessante, in grado anche di aprire un ciclo sulla panchina del Bologna. Nella scorsa stagione ha impressionato positivamente sulla panchina dello Spezia, conquistando con relativa calma una salvezza che secondo alcuni era quasi impossibile ai nastri di partenza. Nel suo curriculum, il modulo più utilizzato è il 4-2-3-1, ma già lo scorso anno ha saputo riadattare il proprio credo tattico alle caratteristiche dei giocatori a disposizione.

DE ZERBI. Roberto De Zerbi è certamente il preferito tra coloro che sono liberi sulla piazza. Reduce dalla traumatica esperienza allo Shakhtar, bruscamente interrotta dalla guerra in Ucraina. De Zerbi sembra aver scelto di prendersi un anno sabbatico. Lui è sicuramente il tecnico italiano emergente che più stuzzica le fantasie dei tifosi e, probabilmente, anche la società. De Zerbi non ha un modulo preferito, ma ha alcuni principi tattici dai quali difficilmente si discosta. Con lui il Bologna acquisirebbe di certo un allenatore in grado di “creare valore”, migliorando i giocatori a disposizione, un lavoro fatto in maniera stupenda alla guida del Sassuolo tra il 2018 e il 2021.

SEMPLICI. Toscano, classe 1967, Semplici sarebbe la soluzione “operaia”. Tecnico pragmatico, arrivato in Serie A molto tardi, solo nel 2017, alla guida della SPAL, ha mostrato nell’ultima esperienza a Cagliari di poter risolvere anche situazioni molto complicate, subentrando in corso d’opera. Semplici ha nel 3-5-2 il suo modulo preferito, ma sa variare a seconda delle esigenze. Difficile immaginare un Bologna che decida di affidarsi per più di una stagione al tecnico ex giovanili della Fiorentina, ma è certamente una soluzione che con la rosa a disposizione potrebbe portare a casa risultati importanti a prescindere da quello che in passato ha raccolto in carriera.

PAULO SOUSA. Il portoghese Paulo Sousa è il primo nome emerso nei giorni scorsi per la sostituzione di Sinisa Mihajlovic. Sousa conosce la Serie A sia da calciatore, che da tecnico, avendo giocato in Italia negli anni 90 con la maglia di Juventus, Inter e Parma, e poi allenato tra il 2015 e il 2017 la Fiorentina. Sembra però difficile che il tecnico portoghese possa essere la soluzione ai problemi del Bologna, nonostante ami giocare con il 3-5-2, è un allenatore piuttosto integralista, che difficilmente delega dalle sue idee di gioco in favore del pragmatismo. A togliere ulteriormente punti alla candidatura del portoghese ci sono anche le ultime esperienze poco positive: dopo la Fiorentina, Sousa ha provato l’avventura nella ricca società cinese del Tianjin Quanjian, successivamente ha provato in Ligue 1 col Bordeax subentrando nella difficile stagione interrotta dal covid; infine, ci sono le ultime due esperienze negative, prima con la Nazionale Polacca, con la quale fallisce il passaggio del girone a Euro 2020 nell’estate del 2021 e successivamente la qualificazione diretta alla fase finale dei mondiali di Qatar 2022, un risultato che ha condotto la Polonia agli spareggi nei quali però Sousa non ha guidato la Polonia, decidendo di risolvere il contratto per andare al Flamengo, dopo non poche polemiche con i vertici del calcio polacco. Al Flamengo, tuttavia, l’avventura dura appena 6 mesi, da dicembre a giugno, quando viene sollevato dall’incarico con il Mengao in piena lotta per non retrocedere.

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