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Il volo di capitan De Silvestri

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Fonte immagine: Damiano Fiorentini / 1000cuorirossoblu.it

Vola Lollo, Vola!”. Un incitamento che Lorenzo De Silvestri avrà sentito centinaia, forse migliaia di volte, sulla fascia. Allenatori, compagni, amici, dirigenti, e chi più ne ha più ne metta, da quel lontano 23 luglio 2005 in maglia biancoceleste, avranno incitato Lollo a volare sulla fascia destra. Nel corso di questi 18 anni, dal suo esordio da professionista (in Intertoto) ad oggi, De Silvestri è diventato un totem della nostra Serie A. Ogni settimana in campo, ogni gara a cavalcare sulla fascia. Quell’incitamento però, domenica, è arrivato su quel magico tuffo dal limite dell’area che De Silvestri ha trasformato nel temporaneo 2-0 per il Bologna sul Frosinone. 

De Silvestri goleador

Non un gol casuale, non un gol “normale”, quello del bel pomeriggio domenicale del Dall’Ara: è stato il 26° in Serie A, il 33° della sua lunga carriera. Ma soprattutto ha messo a segno il primo gol della sua stagione, la 13^ consecutiva a segno nel nostro massimo campionato. Si tratta del giocatore con la striscia di tornei di Serie A, con almeno un gol segnato, più lunga tra i giocatori attualmente in attività. L’ex difensore di Torino, Sampdoria e Fiorentina ha staccato in questa speciale classifica Leonardo Bonucci, fermo a 12, e trasferitosi in estate all’Union Berlino in Bundesliga.

Una carriera di corsa e sacrificio

Lollo ha esordito con la maglia della Lazio, appena 17enne. Addetti ai lavori e stampa, a inizio carriera, ne avevano tratteggiato una carriera futuro da protagonista del calcio italiano. In realtà, le cose sono andate diversamente. Lollo è diventato un giocatore affidabile, di grandi qualità fisiche e morali, in possesso di una cultura del lavoro e di una conseguente professionalità uniche. È così che il terzino romano è diventato, fin dai tempi di Firenze, uno scudiero di Sinisa Mihajlovic. Il tecnico serbo se l’è portato dietro in ogni sua avventura. A Bologna ha dovuto attendere una stagione e mezza per lavorarci nuovamente assieme. 

Professor De Silvestri

Da quando è arrivato sotto le Due Torri, quasi 3 anni e mezzo or sono, tutte le caratteristiche per cui è stato sempre apprezzato da mister Mihajlovic, hanno cominciato ad essere evidenti anche al pubblico rossoblù. Col Bologna ha vissuto due stagioni da titolare, poi dalla scorsa annata si è messo a totale disposizione della squadra. Lollo si è fatto sempre trovare pronto, Motta lo ha più volte eletto a “esempio” di professionalità all’interno del gruppo. Un giocatore da cui prendere esempio dentro e fuori dal campo. Un Professore (anche perché Lorenzo, fuori dal campo, è dottore in Economia Aziendale: titolo conseguito nel giugno 2019, ndr) a cui guardare per imparare fare le cose sempre per bene. Un esempio a cui ispirarsi per superare i momenti negativi.

La fascia da capitano, non un caso

Non sono state tre stagioni, quasi quattro, facili quelle di De Silvestri a Bologna. Arrivato nel pieno della pandemia, ha attraversato la difficile stagione della ricaduta della malattia di Miha, il “suo” allenatore. Lo ha fatto da leader del gruppo, da condottiero esperto, si è visto più volte essere la stella polare del gruppo anche nei momenti negativi. Il suo carisma è contagioso. La sua leadership è silenziosa in campo, lì basta l’esempio. Rumoroso nello spogliatoio dove incita i compagni a dare sempre il meglio di loro stessi. In questa stagione si è fatto trovare immediatamente pronto a sostituire l’infortunato Posch e Thiago, non a caso, gli ha subito affidato la fascia di capitano che nelle prime giornate era passata di braccio in braccio. 

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