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Cecconi: “Donadoni, grande competenza e scelte valide” – 25 feb

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Domenica lo stadio Renzo Barbera, di Palermo, si trasformerà nel palcoscenico in cui si esibirà Palermo-Bologna. Chi, meglio di noi, può conoscere le due avversarie se non qualcuno che ha vestito entrambe le maglie? Luca Cecconi si è concesso ai microfoni di 1000cuorirossoblù e ci ha raccontato il suo punto di vista.

E’ dura allenare in una città come Bologna?
Sicuramente, è un ambiente non semplice; Bologna è una città in cui c’è molta attenzione e pressione da parte della tifoseria, del pubblico e dei vari organi di stampa. Non sfugge niente a nessuno. In più, il Bologna FC è un’antica società calcistica, fatta di tradizioni, quindi direi che sia anche giusto così, e questa è una difficoltà normale del mestiere dell’allenatore. Dopo tutto, però, è una piazza in cui si lavora molto bene.

Lei ricopriva il ruolo di ala, che caratteristiche bisogna assolutamente avere per giocare in questo ruolo?
A Bologna, prediligevo il ruolo di centravanti, mentre prima ero più una seconda punta che ala sinistra. Per un attaccante esterno la velocità e la tecnica sono due doti che non devono assolutamente mancare. Quella posizione richiede spesso abilità nel saltare l’uomo e di portarsi in superiorità numerica, la ciliegina sulla torta sarebbe anche avere un buon fiuto del gol. Ad un centravanti, per essere un buon giocatore, non gli può mancare un senso del gol più spiccato rispetto al resto della squadra, deve anche saper smarcarsi e deve avere una buona dose di coraggio che gli scorre nelle vene. Il coraggio è fondamentale, non bisogna aver paura di prendersi una pedata in faccia o di un’uscita pericolosa del portiere.

Giaccherini, Destro, Mounier; come è messo davanti il Bologna?
Devo ammettere che mi piace davvero tanto Giaccherini, lo ritengo un giocatore completo; ha corsa, velocità, resistenza, tecnica, ha una buonissima visione di gioco e, come se non bastasse, riesce anche a segnare qualche gol. Destro ha un grande fiuto del gol, un buono smarcamento, ma gli manca un po’ di fisicità per fare la prima punta. Mounier è velocissimo, ha una buona tecnica e resistenza, forse pecca un po’ nelle conclusioni, ma, ad ogni modo, dà un grosso contributo in fase offensiva.

Donadoni, ad oggi, dà l’impressione di avere in mano la squadra sia dal punto di visto tattico che psicologico.
Sono assolutamente d’accordo, ha il controllo della situazione totale, dovuto alla sua grande competenza e alla validità delle sue scelte.

Un’annata difficilissima per i rosanero che hanno avuto sette cambi in panchina e ora nel mirino del presidente è finito il bomber Gilardino, definendolo non adatto alla piazza.
Purtroppo, questa formazione sta soffrendo in maniera pesante tutti i cambiamenti d’allenatore. Un cambio ci può stare e può anche sbloccare la situazione, il Bologna ne è un esempio eclatante, ma quando ne vengono fatti troppi è inevitabile che si venga a creare confusione tra giocatori e società, che viene esibita anche in campo. Zamparini rilascia continuamente delle dichiarazioni, alcune sono intelligenti e azzeccate, ma ce ne sono anche tante fuori luogo, come questa su Gilardino.

Un girone fa, dopo la rete di Vazquez, il Palermo volava a 10 punti, lasciando i rossoblù a 3. Oggi il Bologna ha totalizzato 31 punti in più, mentre i rosanero sono saliti di 16. Un’inversione di marcia notevole..
Secondo me, con l’arrivo di Donadoni, l’intera squadra è entrata in un’ottica completamente diversa e ha cambiato mentalità. Purtroppo, Delio Rossi non è mai riuscito a dare quel che serviva per ottimizzare i suoi ragazzi nel loro valoro e nel massimo rendimento di questo organico. Al contrario, il Palermo aveva Iachini in panchina sia nel girone d’andata che in quello di ritorno, ma nel mezzo ce ne sono stati altri. Prima, Iachini aveva la situazione in mano e conosceva bene la squadra, ma dopo il capriccio di Zamparini sono nati tutti i problemi del Palermo, nonostante sia tornato lui sulla panchina.

Il Bologna è la seconda migliore neopromossa del continente, cosa si aspetta dal futuro?
Questa società sta operando molto bene sotto il profilo della gestione delle scelte. Trovo i dirigenti del Bologna molto bravi e molto ben strutturati fra di loro, oltretutto sono appoggiati da una presidenza forte economicamente. La società dà tranquillità alla squadra, e ha un giusto modo di relazionarsi; è difficile fare il presidente, specialmente perché quelli italiani fanno fatica a non incorrere nel protagonismo, mentre Saputo ha la forza di stare in silenzo, che spesso è la scelta giusta. Nel complesso, il Bologna continuerà ad avanzare a piccoli passi, trovando continuità e stabilità. 

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