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Un Casteldebole sulle orme di Monteboro – 05 Mag

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La prossima giornata di Serie A metterà davanti Bologna ed Empoli, con i rossoblu attesi sul campo dei toscani, in una partita con pochissimo da dire (almeno per i nostri colori). Ed infatti non parleremo della partita, ma di una cosa che molti, troppi tifosi rossoblu stanno dimenticando riguardo al “progetto Bologna” e che proprio la formazione empolese ci aiuterà a ricordare.

L’Empoli Calcio nasce nel 1920 e da allora partecipa solo 11 volte alla Serie A, arrivando come punto più alto alla prima partita di Coppa Uefa nel 2007/08. Nonostante questo e nonostante sia tra le pochissime formazioni approdate in Serie A senza essere capoluogo di Provincia, pur dovendo “subire” la concorrenza della Fiorentina, è una delle società italiane con il vivaio migliore, e questo punto di merito è riconosciuto all’Empoli non solo in Italia.

La sede del Settore Giovanile, e campo di allenamento della prima squadra, è l’impianto di Monteboro, un complesso di campi di varie dimensione, tutti di ultima generazione (la quasi totalità in sintetico) attorniati da locali per gli spogliatoio, palestre, uffici, bar, un ristorante ed una foresteria per i giovani provenienti da fuori Empoli. La società azzurra non ha disponibilità illimitate di soldi, né presidenti munifici come altre società, tanto che per fare un esempio, il campo in cui attualmente gioca la primavera è stato costruito investendo il 100% dell’incasso ottenuto vendendo un giocatore della prima squadra, qualche anno fa (il campo è visibile nell’ultima immagine di questo articolo).

Il concetto che ha creato Monteboro e che guida gli uomini del settore giovanile dell’Empoli è formare calciatori per la prima squadra, avviando più giovani possibili alla carriera nel calcio che conta. Per i lettori più distratti, ribadiamo il concetto: l’obiettivo non è vincere, ma far crescere giocatori di livello per farli arrivare alla prima squadra ed al calcio che conta. E farli crescere non solo come giocatori ma anche come uomini. La mentalità empolese è talmente fuori dai “soliti” schemi che anche le costruzioni di Monteboro, non sono semplici prefabbricati o “colate” di cemento, ma sono quasi tutti edifici preesistenti tipici della campagna empolese, ristrutturati e rigenerati per la loro nuova funzione.

Per “costruire” calciatori, l’Empoli ha costantemente un misto di ex calciatori professionisti, allenatori con un grande passato sul campo, istruttori, preparatori atletici, fisioterapisti in un connubio di esperienza dovuta agli anni passati sui campi e freschezza mentale dovuta dalla gioventù, e questo grazie ad uno sforzo continuo della società che investe gran parte degli utili fatti dalla prima squadra, nel settore giovanile. Gli allenatori sono per altro attualmente inquadrati con un contratto annuale, che viene rinnovato di anno in anno, in base non ai risultati ottenuti a livello di vittorie, ma ai miglioramenti portati alla rosa ed ai metodi di allenamento consoni per un progetto come quello empolese.

Ma non bastano le infrastrutture ovviamente, lo staff come detto deve essere qualificato, ma ad Empoli non basta: ci vuole una certa morale, una dote di sacrificio e tanta passione, ma anche e soprattutto rispetto per gli altri, per il loro lavoro e per le loro caratteristiche. Ecco perché a Monteboro è difficile sentire o vedere qualcuno avere comportamenti fuori dalle righe, non solo nello staff delle giovanili, ma anche nelle persone che lavorano nelle aree collegate alla giovanile ed allo staff ed ai giocatori della prima squadra. Il grande valore di avere giocatori affermati a fianco alle giovanili ed avere giocatori in prima squadra che hanno fatto un percorso nelle giovanili della stessa società è un esempio fondamentale: un giovane calciatore che ha ogni giorno davanti un professionista che pochi anni prima si trovava al suo posto, e ne condivide spazi e valori, è un giovane che interiorizza che con un certo comportamento ed allenamento, anche lui può arrivare nel calcio che conta. Questa è una differenza fondamentale rispetto a chi invece vive in formazioni in cui vi sono “stelle planetarie” arrivate da altri campionati ed altri paesi.

Questa “fidelizzazione” e crescita del giovane, la si osserva bene attraverso un dato: la Juventus Primavera, che guida il girone in cui è inserito anche l’Empoli (che attualmente è 5°), ha solamente 2 giocatori in rosa che provengono dalle formazioni del settore giovanile juventino, gli altri sono stati acquistati appositamente per il campionato Primavera. L’Empoli invece ha 1 solo giocatore in rosa che proviene da una squadra che non sia sempre delle giovanili empolesi.

Quello che vi abbiamo descritto è quanto attualmente accade in toscana, in una delle società che più si caratterizza per l’eccellenza del settore giovanile, ed è quello che con tanta forza ed ancor più critiche, sta cercando di iniziare a fare il Bologna di Saputo con l’acquisto ed il rinnovo del centro tecnico Niccolò Galli, e con l’arrivo di giovani di grande prospetto. E’ vero che in campo va la prima squadra, e che tutti vorremmo una formazione sempre al top, ma è anche vero che nel calcio più che in altri settori, il futuro è dei giovani, ed il Bologna sta lavorando forte sui giovani per costruirsi un futuro di grande spessore.

Ultimo piccolo appunto, slegato da quanto detto fin’ora, ma che ci avvicina all’Empoli: la società toscana sta iniziando l’iter per rifare il look al Castellani (Trovate qui la fonte di questa notizia)…così come il Bologna sta facendo per il Dall’Ara.

Si ringrazia Marco Carati per le immagini di Monteboro

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