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Virtus Femminile – Fine dei giochi

Una piccola riflessione sull’uscita anticipata dai playoff della Virtus Segafedo Bologna, sconfitta in gara 3 da Ragusa dell’ex Lardo

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Virtus Segafredo Bologna
Le ragazze della Virtus Segafredo Bologna (©Virtus Segafredo Bologna)

Ancora Ragusa. La stagione della Virtus Segafredo Bologna si è conclusa mercoledì sera con la sconfitta in gara 3 contro Ragusa, ai quarti di finale playoff. Per la seconda volta in stagione, le biancoverdi sono state in grado di eliminare le VuNere: a gennaio, infatti, le siciliane sbancarano la Segafredo Arena, conquistando il pass per le Final Four di Coppa Italia. Anche in quell’occasione fu un’eliminazione totalmente inaspettata: per il roster costruito ad inizio anno, raggiungere le Final Four era considerato l’obiettivo minimo dalla dirigenza bianconera, ma in generale da tutti i sostenitori di fede virtussina.

Archiviata, comunque, la delusione per la mancata qualificazione, la Virtus ha continuato a lavorare duramente con l’intento di mettere a tacere voci e commenti negativi, cercando solamente continuità nei risultati. La stagione regolare si è chiusa, dunque, con il terzo posto in classifica, dietro a Schio ed alla capolista Reyer Venezia. Non esattamente ciò che si auspicava il mondo bianconero: oltre a Ragusa nei quarti di finale, bestia nera delle virtussine, un’eventuale semifinale con Schio (impegnata contro San Martino Lupari) sarebbe stata molto impegnativa. Le cose, però, non sono andate come si pensava: in semifinale ci sarà Ragusa, ancora una volta. La domanda, allora, sorge spontanea: che cosa è mancato alla Virtus?

Gara 1

Al termine di una vera e propria battaglia, Ragusa è stata in grado di portare a casa il risultato, meritatamente. La Virtus, grazie a due super prestazioni di Dojkic e Zandalasini, è riuscita a rimanere aggrappata al risultato sino all’ultimo tiro, che non ha trovato il fondo della retina. Leggendo le statistiche finali, salta subito all’occhio la distribuzione dei punti: 26 per Dojkic e 27 per Zanda. E le altre? Il contributo delle lunghe, Rupert e Andrè, e delle americane, Cox e Peters, è stato fin troppo scarso. In partite del genere, specialmente davanti al proprio pubblico e col fattore campo da difendere, non è possibile poter far affidamento solo a due giocatrici.

Ragusa, a differenza delle VuNere, ha trovato sicuramente in Juskaite (26 ppt) e Chidom (17 ppt) le principali bocche da fuoco, ma ha potuto contare anche sul solido apporto dell’asse Jakubcova-Milazzo in attacco e di Pastrello in difesa. Il risultato finale, probabilmente, inganna: quando si legge 75-77 sul tabellone si pensa ad una partita fatta di continui sorpassi e controsorpassi. La Segafredo, però, non è mai stata in grado di allungare nel punteggio e di gestire il vantaggio, al contrario delle ragusane che hanno mostrato maggior freddezza e lucidità, specialmente nel finale.

Gara 2

Con le spalle al muro, le ragazze di Vincent si riscattano immediatamente riportando la serie a Bologna, per gara 3. In una partita totalmente dominata e che sembrava avesse scacciato ogni fantasma, la famosa distribuzione dei punti torna ad essere importante: Peters, Cox, Rupert, Dojkic e Zandalasini raggiungono tutte la doppia cifra. Senza dimenticare il prezioso apporto di Barberis e Orsili, per lei 5 punti e 4 assist in circa 12’ di campo.

Sarà stato un caso? Questo lo lascio dire agli esperti, ma sicuramente in una Virtus più equilibrata e all’insegna del gioco di squadra, il risultato è stato un altro. La difesa, inoltre, ha saputo contenere alla perfezione sia Juskaite che Chidom, protagoniste in gara 1, costringendole a tiri forzati e poco pericolosi.

Gara 3

Dentro o fuori. Inutile girarci intorno: i pronostici, dopo la straripante vittoria in gara 2, erano tutti favore della Virtus, senza se e senza ma. Il risultato finale, però, ha recitato tutt’altro, ancora una volta. Per chi è riuscito a seguire la partita, potrà intuire il nocciolo della questione: i tabellini. Se in gara 2 avevamo assisto ad un’ottima prestazione corale, al netto della serata no di Ragusa, in gara 3 è stato riproposto lo stesso canovaccio di gara 1.

Zandalasini show (se così si può definire) e null’altro, se non qualche picco di Dojkic, comunque in una serata storta. E alla fine, la Virtus, vede scivolare dalle sue mani la possibilità di giocarsi una semifinale playoff contro Schio, già in semifinale dopo aver chiuso la serie con San Martino. Ragusa si è meritata pienamente l’accesso alla fase successiva perché ha saputo esprimere un buon basket, fatto di intensità e voglia di vincere, due caratteristiche che sono clamorosamente mancate alle ragazze di Vincent mercoledì sera.

Una riflessione su questa Virtus

Una stagione iniziata con altissime aspettative che si è conclusa nella maniera più amara possibile. Sia chiaro, nessuno vuole mancare di rispetto a Ragusa, alla quale vanno fatti i complimenti, ma la sensazione è che la Segafredo abbia gettato al vento una stagione che poteva regalare ancora molto. La vittoria della Supercoppa, a settembre, aveva sicuramente eccitato l’ambiente virtussino e l’eliminazione dall’Eurolega aveva lasciato quel giusto amaro in bocca, pronto a trasformarsi in nuova linfa per le ragazze. Così non è stato ed è certamente un peccato.

Ora è tempo di prendersi una pausa, riposare e staccare. Per concludere, però, mi sento di dare un consiglio a tutti gli appassionati di basket, tifosi bianconeri e non. Restate accanto a queste ragazze. Siate delusi, arrabbiati, amareggiati, tristi, ma non scordatevi di loro. Se oggi decidete di abbandonare la barca, allora fatevi un favore: non cercate di salire quando le cose andranno meglio.

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