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Come nasce “LiberiAmo la Fortitudo”? – L’intervista a “Squalo”

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Sono nuovamente giorni di fermento attorno al mondo Fortitudo. Questa volta fa rumore, trovando numerose adesioni, il comunicato di “LiberiAmo la Fortitudo” movimento nato da una cena per ricordare un amico e cresciuto esponenzialmente negli ultimi giorni.

Per capirne di più, la redazione ha chiacchierato con Roberto Celi “Squalo”, capo della Fossa negli anni ’80 poi fondatore del club Bologna Biancoblu, il più grande della storia Fortitudo, e gestore del negozio Slam Dunk, altro storico punto di riferimento di tanti tifosi fortitudini.

Come nasce “LiberiAmo la Fortitudo”?

“E’ nato quasi casualmente. Recentemente è purtroppo venuto a mancare Lamberto Guizzardi, “Lambo”. Meno di due fa abbiamo voluto fare una cena per ricordarlo, pensavamo di essere pochi, meno di 50 ma alla fine ci siamo ritrovati in 130. Eravamo tutti tifosi da oltre 40 anni, è’ stata una serata magica. Abbiamo parlato di Fortitudo e della sua gestione disgraziata e, guardandoci in faccia, abbiamo capito che uniti questo dissenso poteva diventare un coro un po’ più grosso. La chat che inizialmente si chiamava “Cena Lambo” è diventata “Liberiamo la Fortitudo” con l’idea di fare qualcosa. Da quel momento siamo cresciuti tantissimo, superando i 150 e in questi due giorni ho ricevuto tantissime ulteriori richieste di adesione. E’ un movimento legato a momenti importanti del tifo, senza fare concorrenza a nessuno, che non ne può di una gestione inqualificabile della Fortitudo, come è scritto nel comunicato.”

 

Proprio in questo comunicato, Gentilini fa eccezione:

“Nessuno di noi è amico intimo di Gentilini ma ci sembra diverso dagli altri, uno realmente attaccato alla F, legato ai colori biancoblu, con una patente d’identità diversa. Mi ha detto, quando l’ho incontrato, che è sempre venuto a Palazzo, ha fatto tante trasferte. Mi ha anche detto che grazie a me, quando avevamo in gestione i biglietti, è riuscito a vedere molti derby che altrimenti non si sarebbe mai sognato di vedere. Tanti altri personaggi dentro la società ci sono stati dipinti come grandi tifosi appassionati, ma noi, che seguiamo tutti da tantissimi anni la F, non li abbiamo mai visti. Uno non deve poi essere per forza un grande tifoso ma la gestione societaria è fortemente inadeguata considerando un pubblico che è il più grande della serie a2 ed ha il numero di abbonati tra i più grandi in Italia. Questi, potendo contare su queste entrate, continuano a fare squadre impresentabili fatta di giocatori sbagliati. Non si sta facendo il reale interesse della F; parlano di averla salvata, ma da chi? E per quanto tempo? E’ stata fatta una campagna abbonamenti durante il covid, soldi mai restituiti… Pensiamo che in molti potrebbero gestire meglio la Fortitudo facendo il bene della Fortitudo. 

A noi ci accomuna il dissenso verso la società, molti di noi pensano di non abbonarsi più. Poi è legittimo che ognuno manifesti il proprio amore come vuole; io avevo l’abbonamento dalla fine degli anni 70 e quest’anno per la prima volta non l’ho fatto e non lo rifarò.”

Ci sarà un’iniziativa presto?

“Sì, stiamo organizzando qualcosa, la data deve ancora essere individuata a causa dell’alluvione e del conseguente spostamento del calendario ma è in programma una serata aperta a tutti.”

 

Il comunicato di “LiberiAmo la Fortitiudo“:

Sono ormai alcuni mesi che il movimento LiberiAmo la Fortitudo si confronta sui temi riguardanti i colori del cuore. Ad animare le nostre conversazioni ci sono tutti i colori del nostro tifo. Il passato ci porta a esprimere la nostalgia (che sfocia nel rimpianto: si stava meglio quando si stava peggio), il presente lascia in bocca un sapore amarissimo, un senso di rabbia. E poi c’è il futuro: monta la voglia di rivedere una Effe in linea con i nostri valori, coerente con la sua storia.

LiberiAmo la Fortitudo fin qui ha prodotto un incontro numeroso di fortitudini per ricordare Lambo. Una serata indimenticabile, che ha avuto come effetto quello di molte richieste di entrare a far parte del gruppo. Tanto che ad oggi possiamo dire di essere molti di più. Questo senso profondo di comunità – come è sotto gli occhi di tutti – è in netta contrapposizione con le scelte della attuale società/squadra di basket. Una zattera in mare aperto che dà vita a tentativi estemporanei per riappropriarsi della credibilità perduta, senza uno straccio di programmazione, in attesa del passaggio sulla rotta di una nave che accontenti i desiderata della proprietà come priorità assoluta. E non sarà nemmeno qualche eventuale “vittorietta” in questi playoff, non certo nati sotto i migliori auspici (e nemmeno una eventuale promozione in serie A che sappiamo impercorribile e comunque non vediamo come potrebbe arrivare con questi chiari di luna), a farci recedere dal nostro sentire , dal nostro pensiero e dalle nostre intenzioni.

Le nostre priorità sono diverse: vogliamo che i responsabili del dissesto se ne assumano piena responsabilità, restituendo alla gente della Effe la Fortitudo in cui si è riconosciuta. In qualsiasi categoria e per qualsiasi obiettivo sportivo. Dallo scudetto alla salvezza. Vogliamo dirlo forte e chiaro. Noi di LiberiAmo la Fortitudo non ci riconosciamo più nella F con questo gruppo dirigente. Dal proprietario Gianluca Muratori, al presidente Valentino Di Pisa, all’ex Christian Pavani che ancora s’aggira nell’ombra fino a personaggi esterni ma che hanno un ruolo destabilizzante e di potere come Riccardo Sbezzi, con l’avvallo della proprietà. Fatta eccezione per Matteo Gentilini che ci pare rappresentare il nuovo che avanza e animato da passione vera. Un dissenso il nostro che non nasce ieri ma che dura e cova da tempo E ci ha portati alla considerazione ed intenzione sempre più condivisa a decidere di non voler più essere usati come bancomat. Un numero significativo di tifosi si sono già allontanati non abbonandosi quest’anno, ma ormai anche tra noi, tanti, tra chi si è abbonato comunque, turandosi il naso, ha maturato la convinzione di non farlo più il prossimo anno, cominciando già non assistendo a questi playoff. Una scelta dolorosissima, ma una scelta d’amore e di sacrificio per il bene futuro e supremo di quello che amiamo di più, l’Aquila con la F scudata. Mai come in questo caso vale la metafora “il medico pietoso non cura il malato” e tanto-meno chi si ama. Sacrificarsi e rinunciare a qualcosa per un po’, prima che sia troppo tardi, per riaverlo per sempre, più forte, più sano, più dignitoso e degno di una storia così grande come quella biancoblu.

Queste considerazioni ci hanno portato a pensare a darci un ruolo. Il ruolo che ci compete: fare da cassa di risonanza, perché il dissenso ha bisogno di un corpo e non solo di un’anima, accogliendo tutti coloro che si riconoscono nella nostra protesta. Intendiamo porre in evidenza il nostro pensiero, ben consci che quello che conta non siamo noi ma il bene della Fortitudo. La Fortitudo in cui vogliamo riconoscerci. Anche le più recenti decisioni prese dalla società dimostrano che l’attuale dirigenza abbia perso l’orientamento rispetto alla strada che noi consideriamo maestra. Ci siamo chiesti con senso di responsabilità cosa sia “il meglio” per i nostri colori. Noi abbiamo questa risposta, e siamo convinti sia la stessa per la maggior parte dei fortitudini che conosciamo. Bisogna rompere totalmente con il recentissimo passato, solo così si può tornare in linea con i valori e la storia tracciata dagli Iniziatori. Per centrare questo obiettivo occorre una cosa sola: il taglio netto con l’attuale dirigenza, in toto, dalla proprietà ai presidenti/soci a libro paga (cosa più unica che rara nel mondo dello sport) lasciando che figure integerrime, competenti, appassionate, ma soprattutto al di sopra di ogni sospetto, prendano il comando delle operazioni.

Stiamo valutando quali azioni possiamo fare per esprimere queste convinzioni più apertamente, senza ledere il nome di nessuno, perché è cresciuta in noi la convinzione di aver scelto per chi ama l’Aquila il nome più giusto “LiberiAmo la Fortitudo”. Tra le prime iniziative una campagna di comunicazione del nostro pensiero sui principali media, l’apertura di nuovi canali social sui qual poterci seguire ed una serata speciale aperta a tutti e con la partecipazione di un grande personaggio della storia fortitudina (serata di cui a brevissimo comunicheremo i dettagli).

Con l’auspicio di poterci togliere in un futuro neppure troppo lontano le prime sei lettere del nome. Felici di tornare a gridare convintamente “Amo la Fortitudo”.

Infine, un pensiero di solidarietà e incoraggiamento, da parte nostra, va a tutte le popolazioni della nostra regione colpite dalla drammatica ondata di maltempo di questi giorni, cui cercheremo di essere vicini in ogni modo e forma: forza , Emilia Romagna!

 

 

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